28 agosto 2018

Palermo, alla Kalsa “distretti dell’arte”

 
Filo conduttore delle narrazioni contaminate in corso al “Magione Arts District” di Palermo è l’indagine svolta dai diversi artisti, established ed emergenti, nazionali e internazionali, sul limen di coniugazione e di conflitto propri dell’epoca contemporanea.

di

“Magione Arts District”, centro espositivo posizionato in uno dei quartieri simbolo di Palermo, la Kalsa, nasce come spazio pop-up polivalente che declina diversi linguaggi artistici del contemporaneo. Lo spazio, un’oasi aliena di arte selezionata, ospita le personali “The gene garden” di Luciano Ventrone, “Plantitude” di Miranda Gibilisco e “Metropolis” di Marta Czok.
Le mostre raccontano, ognuna con un linguaggio diverso e sotto inconsueti aspetti, l’”età delle migrazioni” in modo sì personale ma complementare.
Il giardino genetico di Luciano Ventrone, noto come maestro della figurazione dal virtuosismo eccezionale, offre lavori pittorici dagli anni Sessanta, il cosiddetto periodo biologico, nei quali l’artista romano esplora l’eccezionale capacità della Natura di modellare le differenze, affrancandosi dalle contaminazioni.
Il passo che sceglie per questa indagine, di estrema attualità, è il micro-macro-cosmo dove inizio e fine, in una circolarità che supera spazio e tempo, coincidono naturalmente in composizioni astratte o vitali nature morte (Straniero, olio su tela di lino). 
Avvicinarsi a osservare le opere di Ventrone (in alto) è necessario per scoprire quel dedalo di particolari che, nel rendere l’indiscussa verosimiglianza dei soggetti rappresentati, attira in quel dubbio visivo, ricercato dall’artista, che sfocia in una “realtà aumentata”.
Le Metropolis della libanese Marta Czok (nella foto in home) indagano la nuova identità sociale dell’uomo, con raffigurazioni (acrilico, grafite e gesso) che sono un’estetizzazione dell’alienazione del lavoro odierno. 
Le opere sono geografie dell’automazione del vivere, tracce artistiche dell’inarrestabile precariato, minaccia odierna all’identità personale.
Dai fumi grigi dell’età delle fabbriche all’appiattimento delle classi sociali, i quadri della Czok pungolano alla visione offrendo una rappresentazione della realtà che nasconde, neanche tanto profondamente, l’irreversibile effetto logorante.
Si ritorna all’elemento naturale nei lavori fotografici di Miranda Gibilisco, Plantitude, metafore vegetali attraverso cui l’artista innesta una ricerca sulle colture/culture accomunate dall’elemento acqua.
L’installazione è un crescendo di indagine multi-sensoriale, resa con opere di diversi formati e supporti, che va dalla serenità del mare, con Attraverso o con le piccole Ninfee, alla visione, con macro dettagli, degli aculei di un grande cactus in Ordinarie ipocrisie.
È la solida carnalità della pianta, che al suo interno trattiene l’acqua, fonte di vita e unione tra gli uomini, a sintetizzare il tema della poetica della Gibilisco: ritrarre Madre Natura nelle forme più distanti e diverse.
Magione Arts District riserva uno spazio anche ad esposizioni temporanee, tra queste (fino al 2 settembre) La carne e il sospiro di Linda Randazzo, disegni, acquerelli e tele che ripercorrono le “incoerenze estetiche” che l’artista mutua dalla realtà circostante. (Rosa Guttilla)
INFO
Fino al 30 ottobre 2018
Magione Arts District 
via sant’Euno 11-18, Palermo  
partner: Spazio Contemporaneo Agorà, Palermo          
orari: dal martedì alla domenica 17-22
Info: +39 339 5614942 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui