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Splendono come se fossero appena uscite dal conio e, invece, risalgono almeno a 1600 anni fa. Si tratta di circa 300 monete d’oro rinvenute a Como, in pieno centro, durante gli scavi archeologici all’interno del cantiere di ristrutturazione dell’ex teatro Cressoni, in via Diaz, da cui è riaffiorato il foro di Novum Comum, l’antica città fondata dai romani. Le monete, coniate probabilmente a Mediolanum sotto gli ultimi imperatori d’Occidente, come lasciano intendere i profili impressi, erano conservate in un’anfora che, durante gli scavi, si è rotta, rivelando l’incredibile contenuto. Sotto lo strato di monete, ci sono sicuramente anche altri oggetti, tra cui una barretta d’oro ma probabilmente non gioielli: «Si dovrà analizzare l’intero contenuto con calma, non si può pensare di svuotare il contenitore come si trattasse di un salvadanaio», ha precisato il sovrintendente Luca Rinaldi. Che ci facevano lì è la domanda alla quale ogni archeologo – e magari anche qualche scrittore di romanzi gialli – vorrebbe rispondere. Il lingotto farebbe pensare al deposito di una cassa pubblica, mentre sembra poco probabile l’ipotesi dei risparmi di un privato. In ogni caso, il valore, oggi, è incalcolabile.