Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Per la prima volta da quando accadde, è stata resa pubblica tramite il web, sul sito The Art Newspaper, la foto dell’autoritratto di Van Gogh che fu lesionato con un coltello ormai quaranta anni fa.
Un evento reso possibile dall’iniziativa di Martin Bailey, specializzato nello studio dell’artista olandese nonché curatore di un blog dal nome Adventures with Van Gogh, al quale lo stesso Van Gogh Museum ha fornito l’immagine scattata subito dopo l’atto vandalico, accordandogli il permesso di divulgarla in rete.
Il gesto fu compiuto da un visitatore mentalmente disturbato che, poco prima dell’orario di chiusura del museo, estrasse un coltello con il quale tracciò due linee oblique incrociate tra loro. Si trattava di uno numerosissimi autoritratti, dal nome Self portrait with Grey Hat, nel quale l’artista si era dipinto a mezzo busto, con un cappello di paglia in testa e la sua espressione molto seria che lo contraddistingue.
Essendo il museo sprovvisto di una sezione adibita per il restauro, il lavoro venne affidato al capo conservatore del Rijksmuseum di Amsterdam, Luitsen Kuiper, che decise di operare sul dipinto utilizzando un rivestimento in cera-resina. Il quadro poté dunque tornare in mostra prima della fine del 1978. Il risultato del restauro riuscì a celare i segni inflitti al dipinto, sebbene questi siano tutt’ora individuabili guardandolo molto da vicino.
All’assalitore, un uomo di 33 anni che si autodefiniva artista, venne riconosciuta una forma di infermità mentale per la quale fu condannato, nel settembre di quello stesso anno, a sottoporsi alle cure di un ospedale psichiatrico. (Daniela Pagliarini)