03 giugno 2019

La mostra dei finalisti del Mario Merz Prize

 

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Alla Fondazione Mario Merz, a Torino, inaugura oggi, 3 giugno, la mostra dei cinque finalisti della terza edizione del Mario Merz Prize, settore arte: Bertille Bak (1983, Francia), Mircea Cantor (1977, Romania), David Maljkovic (1973, Croazia), Maria Papadimitriou (1957, Grecia) e Unknown Friend, duo composto da Stephen G. Rhodes (1977, Stati Uniti) e Barry Johnston (1980, Stati Uniti). La mostra è curata da Claudia Gioia, Samuel Gross e Beatrice Merz.
«Al termine dell’esposizione – ha spiegato la Fondazione nel comunicato stampa -, la giuria finale composta da curatori e direttori di istituzioni museali internazionali, Manuel Borja-Villel (direttore Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid), Lawrence Weiner (artista), Massimiliano Gioni (direttore artistico New Museum, New York – direttore artistico Fondazione Trussardi, Milano) e Beatrice Merz, sceglierà il vincitore di questa terza edizione, che succede a Petrit Halilaj». A partire dall’inaugurazione della mostra dei finalisti il pubblico potrà partecipare attivamente alle selezioni, esprimendo la propria preferenza sul sito mariomerzprize.org.
«L’annuncio dell’esito del premio – ha proseguito l’istituzione – avrà luogo a Madrid, in occasione dell’apertura della mostra monografica dedicata a Mario Merz presso il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia. Il vincitore avrà la possibilità di dare forma a un progetto espositivo personale a novembre 2020, commissionato e prodotto da Fondazione Merz». 
Il Mario Merz Prize è l’unico premio internazionale a essere dedicato sia all’arte sia alla musica e questa sera, alle 20.30, alla Biblioteca Civica Musicale Andrea Della Corte, a Villa La Tesoriera, sempre a Torino, i finalisti dell’edizione 2019 della sezione dedicata alla musica – Annachiara Gedda (1986, Italia), Mauro Lanza (1975, Francia), Filippo Perocco (1972, Italia), Robert HP Platz (1958, Germania) e Jay Schwartz (1965, Germania) -, eseguiranno i brani finalisti diretti da Willy Merz. (L’ingresso libero ed è necessario la prenotazione scrivendo a merzprize@fondazionemerz.org)
Abbiamo posto alcune domande sul premio dedicato all’arte a Beatrice Merz, presidente e direttrice della Fondazione Mario Merz.
Il Mario Merz Prize è alla sua terza edizione. Come è cambiato nel tempo, se è cambiato? 
«Intanto il Premio è cresciuto! Sono aumentate le candidature e soprattutto la qualità delle stesse. E questo ci fa pensare che si stia lavorando bene e che il Prize sia percepito come una opportunità importante sia per gli artisti che per i compositori. Non è cambiato lo spirito che anima questo progetto, che vuole restare aderente all’idea di Mario Merz, cioè la certezza che l’arte rappresenta la libertà di pensiero senza limiti di confini e che attraverso di essa si rafforza l’autodeterminazione e la libera circolazione della cultura e delle idee, valori oggi ancor più, a mio avviso, necessari».
Quali sono le peculiarità di questa edizione?
«Nonostante siano artisti provenienti da aree geografiche diverse, e con percorsi personali e professionali molto differenti tra loro, li accomuna una potente tensione interrogatoria nei confronti del presente. I diversi mezzi espressivi e sguardi di ognuno convergono nel tentativo di costruire un nuovo linguaggio per raccontare il tempo contingente».
Con quali criteri avete selezionato i cinque finalisti? 
«Gli artisti sono stati individuati da un’ampia rosa di nomi da me, Claudia Gioia e Samuel Gross; per questa edizione siamo anche i curatori della mostra. I criteri di selezione sono molteplici: il curriculum degli artisti, le motivazioni di coloro che li hanno segnalati e le tematiche che essi portano avanti nel loro lavoro. Il premio intende rintracciare infatti nell’opera e percorso individuale degli artisti caratteristiche di attenzione sociale, generosità di pensiero e ricerca dell’innovazione».
Quali sono, in generale, gli obiettivi del Mario Merz Prize? 
«Il Premio vuole contribuire alla crescita di artisti mid-career dando loro la possibilità di realizzare o portare a termine un progetto importante. È inoltre intitolato a Mario Merz, un modo, quindi, per tenere viva la sua figura. Infine è una modalità per ampliare le connessioni e quindi gli scambi tra tutti gli attori dell’arte contemporanea provenienti da differenti contesti geografici, culturali, sociali e politici». (Silvia Conta)
Bertille Bak, Mircea Cantor, David Maljkovic, Maria Papadimitriou, Unknown Friend
Mostra dei 5 finalisti della terza edizione del Mario Merz Prize, settore arte
A cura di Claudia Gioia, Samuel Gross, Beatrice Merz
Dal 3 giugno al 6 ottobre 2019
Fondazione Merz
Via Limone 24, Torino
Opening: 3 giugno, dalle 18.00 alle 20.00
Orari: dal martedì alla domenica, dalle 11.00 alle 19.00
www.fondazionemerz.org, info@fondazionemerz.org

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