03 ottobre 2005

fino al 5.XI.2005 Timothy Greenfield-Sanders Milano, Curti/Gambuzzi & Co

 
C’è chi dice che l’abito non fa il monaco. Forse è vero, ma l’apparenza senz’altro inganna. Porno star in veste casual e professionale. A confronto. E non si sa dove guardare, a cosa credere…

di

Timothy Greenfield-Sanders (Miami Beach, Florida, 1952; vive a New York) inizia a fare ritratti quasi per caso. Voleva fare il regista, così si iscrisse all’American Film Institute. Lì avevano bisogno di qualcuno che fotografasse gli occasionali conferenzieri. Hitchcock e Bette Davis sono state le prime cavie, oltre che i primi ad insegnargli i trucchi della ripresa e dell’illuminazione. E’ così che Greenfield-Sanders inizia la sua carriera. Con i ritratti della sua cerchia di amici, a tutti gli artisti e intellettuali del tempo e poi sempre più in là, fino alle alte sfere del governo americano.
I parametri sono da subito molto rigidi. Regole precise dalle quali non si scappa: un fondale assolutamente neutro, una luce dall’alto, poca profondità di campo, negativi di grande formato. Il soggetto rilassato, tranquillo, quasi privo di espressione, sguardo diretto verso l’obiettivo. Nessuna posa eclatante. Ritratti alla Nadar, potremmo dire. Eppure, come ha scritto giustamente Koestenbaum “questi personaggi appaiono più intelligenti e più sicuri di quanto effettivamente siano. L’intervento di Greenfield-Sanders non implica alcun abbellimento, bensì il consolidamento dell’ego”.
La galleria di personaggi che ci si para davanti dunque, per quanto estremamente realistica, rimane comunque avvolta in un’aura atemporale che distanzia, anziché avvicinare, il soggetto ritratto allo spettatore. Non è un caso, infatti, che il fotografo sia diventato il più celebre ritrattista di politici. E se da August Sander ha ereditato lo spirito di catalogazione e documentazione, non ha però ereditato l’interesse nei confronti di tutta la società. I ritratti di Greenfield-Sanders, sono, solo ed esclusivamente, i ritratti dei ricchi e degli ‘arrivati’. Tutto il resto del mondo è rimasto fuori dal suo immaginario.
Timothy Greenfield-Sanders, Tera Patrick, 2004
A Milano sono esposte fotografie delle più famose pornostar statunitensi, l’ultimo lavoro del fotografo. Le regole sono quelle di sempre, ma qui ogni ritratto ha il suo alter ego. I termini “vestito” e “svestito” in questo caso non sono sufficienti. Si tratta di vedere come si è sul lavoro e come si è nella vita di tutti i giorni. Certo, se Timothy Greenfield-Sanders avesse fotografato i banker di Londra il risultato sarebbe stato meno eclatante. Eppure questi ritratti mostrano, con incredibile forza, come si possa essere completamente diversi o completamente uguali a se stessi a seconda delle situazioni che si devono affrontare. Ogni ritratto è una storia a sé. La “brunetta”, come cita il comunicato stampa, è una donna dolcissima e interessante nella prima parte del dittico, nell’altra, invece, è come una porno star professionista deve essere. La “bionda”, vestita o svestita, è sempre la stessa. Queste osservazioni potrebbero essere valide per ogni ritratto. Ognuno rivela qualcosa di sé, la parte che recita sul lavoro o quella che recita nella vita. Solo pochi rimangono “gli stessi” in entrambe le parti del dittico. Del resto l’antico problema dell’essere e del non essere è cosa che certo non si può risolvere in un dittico fotografico. Il bello delle immagini di Timothy Greenfield-Sanders però, è che quanto meno lo sollevano. E non è poco.

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francesca mila nemni
mostra visitata il 29 settembre 2005


Timothy Greenfield-Sanders – XXX 30 Porn-Star Portraits – Paolo Curti/Annamaria Gambuzzi & Co.
Via Pontaccio 19, 20121, milano
Lun – Ven: 11-19, sabato su appuntamento
Tel. 02 86998170 – Fax. 02 72094052
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9 Commenti

  1. caro Timothy, piuttosto che far vedere il “come si è sul lavoro e come si è nella vita di tutti i giorni” sarebbe stato molto piu’ interessante far vedere il “prima” e il “dopo” trattamento alle varie parti del corpo, in primis tette. Infatti la qui presente (sopra) Tera Patrick era bellissima, come dire, “nature”, tette normali e perfette. Con ‘ste tette enormi e’ ridicola, specialmente nella parte “vestita”, situazione questa, in cui e’ difficile immaginarla persino guardando la tua foto. E poi se si parla di Fotografia (con la F maiuscola) allora non ci sei proprio…

  2. Caro cucù, non sono mai andato molto d’accordo con i modi di dire e le frasi fatte. Rimango dell’opinione che la bella Tera fosse mooolto meglio prima del trattamento al seno e che la foto riprodotta del buon Timothy non renda proprio, specialmente dove la nostra amica è vestita. Per il resto, caro Kapo, le foto di Timothy non mi sembrano migliori delle migliaia di immagini che illustrano le riviste di moda di tutto il mondo. Immagini patinate ben confezionate ma dozzinali nella loro perfezione tecnica, celebrative quanto basta per assicurarsi un buon giro di amicizie influenti e un posto in prima fila nel mondo dell’arte.
    un saluto
    n.

  3. caro nameless,
    qui è il tuo amico del cuore. ma stai attaccato sempre a ‘sti commenti? sono d’accordo con te per la splendida tera, ma ascolta: bona era e bona è, tette o non tette. esattamente come jenna e briana.
    secondo: vabbé che sono decorative, ma tu non te la metteresti una di queste foto in camera da letto? un abbraccio,
    c.r.

  4. caro chris, vedo che siamo in due ad essere attaccati a ‘sti commenti. cmq sono d’accordo con te, sono sempre bone, la jameson, la banks, la saint, la ford, la moran ecc. ecc. ma le mie preferite sono chrissy taylor e jessie capelli!
    E per rispondere alla tua ultima interessante domanda: dico sì, me la metterei in camera da letto una bella foto di queste. Timothy, me ne regali una?

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