25 luglio 2006

fino al 15.X.2006 Giuseppe Caccavale Venezia, Fondazione Querini Stampalia

 
Coralli di vetro, disegni simili ad antichi merletti, tondi di vetro rosso sospesi su corde di canapa. Opere che trasformano le stanze antiche del palazzo Querini in un “brusio di gesti”...

di

Nella cornice monumentale delle stanze, ancora ammobiliate e cariche di dipinti, di Palazzo Querini, Giuseppe Caccavale ha disseminato le sue opere, frutto di un esercizio di discrezione e di una sensibilità che ha pochi uguali nell’arte dei nostri giorni. Caccavale, nato a Napoli nel 1960 e adottato da Marsiglia, ha seguito un itinerario assolutamente personale, lontano dai riflettori e dai trend contemporanei, segnato da una disciplina che gli impone di alternare periodi di lavoro a momenti di pausa e studio. Ha soggiornato a lungo in una cella monacale sul monte Athos, in Grecia, studiando gli affreschi di Panselinos il Macedone. Si è dedicato per due anni alla cura di bambini autistici e psicotici. Tutti tentativi di abbandonare gli orpelli della nostra società (dell’arte?), per ripulirsi lo sguardo e tentare una conquista della giusta misura. “La vita di un artista”, ha spiegato, “è ordine e pulizia”. Sarà per questo che nell’insieme, il carattere spartano della sua installazione risulta spiazzante.
Otto opere più una serie di disegni su muro, per due piani di palazzo. Il dialogo con l’antico si gioca su un filo impalpabile. Come la polvere, materiale alla base di tutte le opere presentate: si tratti di grafite, vetro, calce, carbone o pigmento. Corallo è una semplice scultura carminio in pasta vitrea posta su un tavolo: quasi scompare fra il pesante mobilio della Sala degli Stucchi. La pesanteur e la grace sono spolveri su vetro rosso, a forma di ciondolo, sospesi su corde di canapa in mezzo alla stanza. Più che un’opera finita, sembra l’esercizio di un apprendista quattrocentesco, alla prese con i disegni preparatori di un affresco. L’esercizio di contenimento sfiora la commozione e l’invisibilità nel Basilico del poco, un grande disegno a pigmento montato sul muro sopra la testiera del letto: sembra un gigantesco centrino, e infatti la rosa disegnata viene da un ricamo della madre dell’artista.
Giuseppe Caccavale, Corallo, 2003-2005
Qua e là sono disseminati dipinti su tavola di legno, a mostrare frammenti di volti monocromi su fondo bianco. Nel secondo piano, l’installazione Resi Conto consta di una serie di disegni su muro a pastello e carboncino. Immagini discrete, di difficile interpretazione, sospese tra un rifiuto dell’espressione e una nostalgia per la bellezza antica quasi romantico. Un bimbo nudo, tre rose abbozzate, un memento mori con dei teschi, un vaso antico.
L’installazione è un mormorio talmente delicato da risultare strozzato: la cornice finisce per prevalere sull’opera, il percorso non è chiaro. Se di Caccavale è impossibile non apprezzare l’applicazione e la disciplina, che lo rendono semplice come un monaco francescano e colto come un benedettino, è difficile anche godere del risultato. Ci si trova di fronte ad un artista di difficilissima decifrazione, senza pietra di paragone, che non offre nessun tipo di appagamento o gratificazione e tende all’invisibilità assoluta. Prendere o lasciare.

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Giuseppe Caccavale a Verona

andrea liuzza
mostra visitata il 22 giugno 2006


Giuseppe Caccavale – Resi Conto – Curatore: Chiara Bertola
Fondazione Quercini Stampalia, Campo Santa Maria Formosa, Castello 5252 – 30122 Venezia – Orario: tutti i giorni 10.00-24.00; domenica e festivi: 10.00-19.00; chiuso il lunedì
8 € (intero); 6 € (ridotto) – Info: tel. +39 0412711411
fondazione@querinistampalia.orgwww.querinistampalia.it


[exibart]

3 Commenti

  1. ancora caccavale? ma sempre la bertola ce lo rifila sto gggenio? ma ‘nd’era finito? nella legione straniera? reparto smercio letame? lì, dove la cacca-vale?

  2. il reparto smercio letame e a casa di chi offende la legione straniera in cui tanti hanno creduto fino alla morte,forse un reparto dove pochi osano andare,perche pochi hanno veramente il coraggio e le palle di prendere un treno o un aereo per la francia,li possiamo chiamare al massimo pazzi ma dobbiamo ammirare il loro prezioso coraggio sono uomini determinati che non hanno paura di nulla,non offendiamo e che ognuno guardi i problemi di casa propria,cresciamo e cerchiamo di uscire dall ignoranza che nella societa di oggi ci rende degli esseri schifosi,e prima di offendere la legione abbiate il coraggio di leggerne la storia,le testimonianze e abbiate il coraggio di andare da un legionario o ex e dir lui in faccia che é o éstato in un reparto smercia letame e osservate immobili la sua espressione,la sua voce e sopratutto le sue mani e lesue gambe che mi arriveranno addosso lasciandovi in terra massacrati dalla forza legionaria.riflettete o voi stupidi ignoranti su queste mie parole e prima smaltite le numerose montagne di merda e di ignoranza che avete nelle vostre case.la legione e un mezzo inferno dove forse si e trattati da bestie ma non offendete cio che avete visto solo nei cartoni animati,nelle scatole di cereali e ne discorsi e nella bocca di totali ignoranti e relitti umani molto scarsi di cervello!!!!!!!!! riflettete o voi che sarete in grado di leggere e capire queste mie parole!!!!!!!!!!

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