16 febbraio 2007

fino al 17.III.2007 Michael Fliri Prato, Enrico Fornello

 
Un viaggio interiore che prende forma in toni arancioni che sanno d’infanzia. Una barca fatta di bottiglie di plastica. Usata per ricercare sé stesso dopo essersi definitivamente perduto…

di

Michael Fliri (Schlanders, Bolzano, 1978; vive in Italia, Austria e New York) usa la fotografia, la performance e in particolare il video, con cui realizza i “documentari” dei suoi viaggi fantastici che vanno a ricostruire, attraverso narrazioni oniriche e paesaggi surreali, e tuttavia realmente esistenti, le sue “divagazioni” d’artista. Non sono semplicemente la ricostruzione di qualcosa di meditato a priori, quanto piuttosto una sorta di vetro da cui si possa vedere in diretta ciò accade nel profondo del suo animo. È una sensazione, questa, che emerge anche in quest’ultimo video, Early one morning with time to waste, presentato in occasione della personale pratese. La protagonista assoluta è la sua “creatura”, una barca di dimensioni reali costruita con migliaia di bottiglie di plastica arancione, vuote, assemblate con il polietilene espanso. Riconducibile a tratti a quella che oramai è stata stigmatizzata come arte del riciclo o trash-art, il metodo operativo di Fliri se ne discosta per l’importanza attribuita alla valorizzazione del percorso ideativo e diviene a tutti gli effetti arte prettamente concettuale.
Tutto questo non impedisce alla sua barca di risultare spettacolare (non foss’altro che per la mole) e al contempo anche “infantile”. Pare di rivedere in grande quei lavori dei bambini intenti a costruire le loro meraviglie con gli stecchini di legno del gelato. Stavolta il gioco si svolge in mare. Il video, una storia muta proiettata alle spalle della barca sulle pareti della galleria, non è che il documento della ricerca di sé in quel luogo archetipico che è il mare. Acqua come brodo primordiale che genera la vita. In questo calderone ancestrale Fliri traina stoicamente la sua potenziale fonte di salvezza -la barca- verso il largo e la completa solitudine. Soltanto dopo aver raggiunto questo stadio di isolamento e aver compiuto un tale sforzo potrà finalmente utilizzarla; salirci e farsi cullare dalle onde.
Michael Fliri - Early one morning with time to waste
Una moderna Zattera della Medusa che riuscirà a condurlo verso un approdo agognato che sembra trovarsi proprio in quella solitudine cercata in mezzo al mare, sottolineata nel video dal semplice atto di accendere un fumogeno. È il gesto di un naufrago che cerca di attirare l’attenzione, di chiedere aiuto. Fliri lo trasforma in quello dell’uomo-artista che, al contrario, in quella nebbia cerca definitivamente di perdersi per poi, forse, ritrovarsi. Il video termina con un’improbabile ancora, fatta anch’essa di bottiglie vuote, che viene gettata in acqua e che in modo imprevedibile pian piano si riempie e va verso il fondo, alla ricerca di un appiglio stabile.
Il resto allo spettatore non è dato di vederlo. Potrà solo immaginare la fine di questa narrazione lasciata volutamente in sospeso. Così da generare quel senso di smarrimento che diviene il silenzioso portavoce del messaggio sotteso all’opera: un inesauribile desiderio di conoscenza , del mondo esterno ma soprattutto di sé, alimentato a costo di trasformare la propria esistenza in una ricerca ulissiana senza fine. Poiché il senso più profondo spesso non sta nel trovare delle risposte, quanto nel continuare a porsi delle domande.

sara vannacci
mostra visitata il 6 febbraio 2007


Michael Fliri – Early one morning with time to waste – A cura di Marinella Paderni – Galleria Enrico Fornello, via Paolini 27 – 59100, Prato
Tel. +39 0574 462719 – Fax. +39 0574 471869
www.enricofornello.itinfo@enricofornello.it
orario: martedì-sabato 11:00-13:00 / 15:00-20:00
ingresso gratuito


[exibart]

5 Commenti

  1. come lo vuoi chiamare un gallerista,
    perte’ cosa lo definisci fare il gallerista”
    di certo il vero gallerista non lo puoi definire commerciante ,neanche o battitore.
    il vero gallerista e’un psicologo dell’arte visiva che sa rispondere alle tante alternative
    di tanti pittori o scultori che si affacciano al grande mondo.che sappia con pazienza portare le opere affidate alla ribalda del successo,portroppo invece il gallerista si trova sempre meno difronte veri artisti ma solo degli illusi sete di soldi ed ipocreti illusi . gallerista G.A.M di piacentini roberto

  2. ma che c’entrano i galleristi milanesi?! e che c’entra la provincia?! si tratta semplicemente del fatto che ci sono persone che hanno la stoffa per fare determinate cose e altre no. non basta avere i soldi di papà per essere un buon gallerista.
    amore, passione, sensibilità…cose che questo gallerista non conosce. tutto qui. ci sono gallerie che con meno soldi e meno spinte fanno dei progetti decismente migliori.

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