24 settembre 2010

fino al 9.X.2010 Carlo Romiti Firenze, Museo Marino Marini

 
Pittura ancestrale che si fa colore. La terra disegna forme primordiali a cui la gestualità imprime il movimento. Cavalli selvaggi sfumano nei pensieri. Seguendo il vento della libertà...

di

Quando si entra
nella cripta del Museo Marino Marini, si ha quasi la sensazione di ritrovarsi
in un’antica caverna. Risaltano dalle pareti le figure ataviche dei cavalli,
animali simbolo che Carlo Romiti (Castelfiorentino, Firenze, 1953; vive a Gambiassi Terme,
Firenze) delinea con una tecnica del tutto personale.

Si accede alla location
allestita per la mostra scendendo le scale del grande edificio fiorentino, un
tempo Chiesa di San Pancrazio, trasformata negli anni in magazzino industriale
e deposito per i tabacchi, fino ad essere adibita a museo. E ci si trova tra le
volte basse della cripta, attraversata sul pavimento da una figura non definita
fatta da cumuli di terra disposti in scala cromatica.

L’ambiente naturale
dell’artista toscano, che vive in una casa colonica tra San Gimignano e
Volterra, è infatti origine e riflessione per la creazione. La terra è la
materia prima, il suo oggetto di ricerca, che recupera dal luogo natio per
farne strumento artistico. La lavora con le mani, macinandola e setacciandola,
la mescola con l’acqua, l’uovo o altri collanti naturali, e la trasforma in
materiale pittorico, analizzandone la cromaticità.

Carlo Romiti - Maggio - 2010 - pittura su tela - courtesy Museo Marino Marini, Firenze
Dall’essenza della
terra che sfuma dal marrone al rosso, fino al grigio roccia e al giallo sabbia,
nasce Ippios,
pitture che delineano immagini indefinite di cavalli o paesaggi illimitati dove
sembra quasi di vedere l’elegante animale libero al galoppo. Animali in
movimento, senza briglie né cavaliere, di cui a volte Romiti traccia solo
alcune parti del corpo, esprimono tutta la forza della loro natura, l’essere
indomabili e allo stesso tempo complici dell’artista. Le forme si sciolgono
davanti allo sguardo affascinato dello spettatore, dando la sensazione di
un’essenza inafferrabile. Così il volto di un cavallo in bianco e nero svanisce
tra la pittura gocciolante, come se si stesse dileguando sotto la pioggia. Un
altro sbarra l’occhio attento, irrequieto. E l’ambiente fa da sfondo a uno
stile quasi preistorico, suggestivo.

È come un viaggio
indietro nel tempo, in armonica simbiosi con la natura, fonte di ispirazione e
spazio vitale in cui immergersi. La mostra, composta da venti opere pittoriche
su vari supporti di tela, è accompagnata da un video di Enrico Belli e Marco
Tini, un percorso visivo nel rapporto tra i cavalli e la natura.

Carlo Romiti - Bajo - 2010 - pittura su tela - courtesy Museo Marino Marini, Firenze
Carlo Romiti studia
da anni l’immagine del cavallo, le sue caratteristiche di animale libero e il
mondo semplice e selvaggio che lo circonda. La sua tecnica pittorica si nutre
della ricerca del colore, dell’attimo in cui prende tra le mani la terra e la
manipola senza contaminarla con materiali artificiali, lasciandola brillare
della sua luminosità.

L’artista espone in
Italia e all’estero, è regista e sceneggiatore, oltre a dirigere il Laboratorio
Teatrale del Centro Arti Visive del Comune di Certaldo e a tenere corsi sulle
tecniche pittoriche per la sezione didattica degli Uffizi e al Museo di
Preistoria di Firenze.

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17 settembre 2010


dal
9 settembre al 9 ottobre 2010

Carlo
Romiti – Ippios. I cavalli e la terra

Museo Marino
Marini

Piazza San
Pancrazio – 50123 Firenze

Orario: lunedì
e da mercoledì a sabato ore 10-17

Ingresso:
intero € 4; ridotto € 2

Info: tel. +39
055219432; fax +39 055289510;
info@museomarinomarini.it; www.museomarinomarini.it

[exibart]

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