09 gennaio 2002

Walter Sickert accusato di essere Jack lo Squartatore

 
Dopo 113 anni ancora il mistero dell'identità di Jack Lo Squartatore seduce scrittori e amanti del giallo. L'ultima in ordine di tempo è Patricia Cornwell, che accusa il defunto Walter Sickert di essere l'omicida più famoso dei tempi...

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La notizia è intrigante sotto diversi punti di vista: dopo più di un secolo si sarebbe scoperta la reale identità di Jack lo Squartatore, uno dei più famosi e peggiori serial killer che la storia ricordi. La scrittrice Patricia Cornwell, famosa per i suoi romanzi gialli, sostiene di aver trovato prove inconfutabili che accuserebbero il pittore inglese Walter Richard Sickert. Artista profilico e poliedrico, scrittore, attore e pittore, Sickert (1860 – 1942) è stato uno dei rappresentanti inglesi dell’Impressionismo, fondatore nel 1911 del gruppo di Camden Town. Muovendosi dalle premesse impressioniste, Sickert era attirato dal mondo vario, e spesso perso, degli ambigui locali notturni che frequentava egli stesso. La sua pittura veloce indugiava sulle le persone, con tagli di luce impietosi, crudi, riportando sulla tela le bellezze e bruttezze dall’animo umano.
L’annuncio della presunta colpevolezza è stato dato dalla stessa Cornwell durante una intervista televisiva alla ABC News. La scrittrice, che si è dichiarata ossessionata da questo mistero insoluto, e decisa a far giustizia per le 5 donne uccise, avrebbe speso alcuni miliardi per portare avanti le indagini condotte secondo i metodi della moderna polizia scientifica, cosa che non si fece allora. Così, come la protagonista dei suoi romanzi, la patologa legale Kay Scarpetta, ha cercato le prove analizzando le antiche fotografie delle vittime, ha fatto eseguire indagini grafologiche e di DNA sulle presunte lettere di Jack lo Squartatore conservate al Public Record Office, ha addirittura acquistato la scrivania e 32 dipinti di Sickert e ne ha fatto a pezzi uno per cercare la prova definita, un elemento che potesse essere affiancato, tramite DNA alle lettere. Nonostante però il tempo, i soldi, e la squadra di tecnici ingaggiata per questo lavoro, la prova definita non è stata trovata. Ma la scrittrice si dice sicura comunque della colpevolezza di Sickert in base ad una analisi, se possiamo dire così, iconografica. Infatti intorno al 1900 Sickert realizzò una serie di dipinti intitolati Camden Town murder , e dedicati appunto agli omicidi di Jack the Ripper. In questi sarebbero stati raffigurati elementi precisi degli omicidi, tali che non si sarebbero potuti immaginare. Uno di questi dipinti raffigura una donna uccisa sdraiata sul letto e accanto a lei un uomo vestito. La posizione della donna sarebbe quella esatta in cui fu trovata Mary Kally, a cui fu strappato il cuore, mai ritrovato. Ritrovata il 9 novembre 1888, fu la quinta e ultima vittima accertata di Jack lo Squartatore. Poi vi sarebbe la somiglianza di un volto femminile sfregiato dipinto da Sickert, con le ferite inferte a Catharine Eddowes (la quarta vittima, uccisa appena tre quarti d’ora dopo l’omicidio della terza vittima, il 30 settembre 1888), e la scoperta che la carta utilizzata da Sickert e quella delle lettere analizzate hanno lo stesso marchio. Inoltre il fatto che Sickert avesse familiarità con il mondo delle prostitute, che utilizzava come modelle, e che possedesse tre studi segreti nella zona dove furono compiuti gli omicidi, grazie ai quali avrebbe potuto nascondersi con facilità e velocità, rafforza le convinzioni della Cornwell, che si dichiara pronta a giocarsi la reputazione sulle sue accuse.
Ma le sue dichiarazioni, per quanto sensazionali possano apparirci, sono state accolte molto freddamente in Inghilterrra, per vari motivi. Innanzitutto la distruzione di un dipinto, per quanto di legittima proprietà, è un atto assolutamente discutibile e deprecato dalla stessa Fine Arts Society che ha venduto alla Cornwell i dipinti. Inoltre la pista Sickert non è assolutamente nuova nella storia delle indagini relative a questi omicidi, compiuti tra l’agosto e novembre del 1888. Infatti il nome di Sickert è già apparso diverse volte. Riassumendo una storia abbastanza complicata, Sickert è stato sospettato, post mortem, di essere coinvolto tramite legami massonici in una cospirazione per salvare la reputazione dell’allora Duca di Clarence, nipote della regina Vittoria. Ma questa di Sickert e del Duca di Clarence è solo una delle tante ipotesi che sino ad oggi si sono seguito sin qui. Solo che tra i vari autori che si sono misurati con questo mistero, probabilmente la Cornwell è quella che ha saputo dare più risalto alla storia, pubblicizzando così in anticipo la sua ultima fatica letteraria : L’Affare Sickert

Silvia Giabbani

[exibart]

5 Commenti

  1. sono assolutamente convinta che sia lui Jack Lo Squartatore…non credo che la Cornwell abbia bisogno di questo tipo di pubblicità per vendere i suoi libri…

  2. Ma voi l’avete letto il libro? Se non è lui… praticamente per ogni delitto ci sono decine e decine di indizi che portano a Sickert. Certo prove non ce n’è, ma dopo più di 100 anni è un po’ difficile!

  3. la Cornwell ha colpito il bersaglio: Sickert era psicopatico; atteggiamenti psicopatici lo hanno accompagnato per tutta la vita; non poteva avere rapporti sessuali completi a causa di 3 interventi chirurgici subiti da bambino (la sua più grande frustrazione); la sua calligrafia era identica a quella di moltissime lettere firmate Jack the Ripper; i disegni fatti dallo stesso avevano l’identico stile di quello di Sickert; diversi amici del pittore hanno testimoniato che aveva spesso atteggiamenti minacciosi; gli psicopatici non sono dei pazzi da manicomio come Ostrog, Kosminski e tanti altri identificati dalle autorità di scotland yard come il vero squartatore; i serial killer hanno una doppia personalità e, dunque, possono anche essere sposati o avere figli o esercitare una nobile professione senza destare sospetti; molte lettere dello squartatore contenevano parole in latino, come mathematicus o scrotus e altre, e Sickert conosceva il latino; il proprietario di un bilocale concesso in affitto a un giovane ha sempre avuto sospetti che il suo conduttore fosse il vero squartatore: durante un’assenza prolungata di questi entrò nelle stanze e scoprì che le tomaie erano macchiate di sangue, dichiarò inoltre che rientrava spesso tardi la notte e che parlava in tedesco: Sickert conosceva bene il tedesco in quanto suo padre era tedesco-danese; molti dipinti di sickert rappresentano donne nude sul letto con in piedi un uomo; molti visi da lui dipinti non sono ben definiti, come se un occhio fosse mancante o il naso non bene delineato (delle figure davvero morbose)o evidenziano una linea orizzontale all’altezza del collo; molti titoli dati alle sue opere richiamano gli omicidi commessi dallo squartatore (ovvio che lo facesse a distanza di molto tempo dalla realizzazione dei 5 omicidi del 1888); Sickert si dilettava nello scrivere lettere ai giornali, con lo steso entusiasmo con cui lo squartatore metteva al corrente le autorità di avere appena ammazzato una prostituta o che ne avrebbe ammazzato un’altra; il colore rosso usato per scrivere le lettere inviate alla polizia o alle testate dei giornali, così cole il viola o altri colori ancora, è la prova (non schiacciante)che il mittente, firmatosi jack the ripper, fosse un pittore. Sickert conosceva bene il quartiere di Whitechapel o Spitalfield: vi passeggiava spesso di giorno e di notte e spesso da solo fino all’alba con quasi sempre una borsa gladstone, la stessa vista da alcuni testimoni illustri di alcune vittime canoniche dello squartatore; sickert ripeteva frequentemente di avere affittato più di un locale a whitechapel adibito ad uso studio (cosa che gli avrebbe impedito di fare molta strada per nascondersi dopo aver commesso un delitto); alcuni testi riferiscono di avere visto un uomo sospetto con cappello da Sharlock Holmes o con vestito sale e pepe o a quadrettini: Sickert possedeva entrambi i prodotti ed era abile nel travestimento tanto che fin da ragazzo si divertiva travestendosi in modo da non farsi riconoscere neanche da chi lo conosceva bene; “possiedo otto abiti, otto paia di stivali e otto cappelli” scriveva lo squartatore e Sickert, a detta di chi lo conosceva bene, usciva ogni sera con un abito e un cappello diverso; molte lettere dello squartatore contengono citazioni di opere di shakespeare e Sickert era innamorato di tale autore, al punto che ne recitava dei brani anche mentre dipingeva; il famoso “ha ha” riportato spesso nelle lettere dello squartatore, ereditato da sickert durante il tirocicio presso lo studio del suo maestro americano Whistler, aggiungono un altro tassello ai numerosi indizi contro di lui. Marjorie Lilli, un’amica di sickert, riferì che una sera tardi fu da lui invitata a fare un’escursione a whitechapel senza addurre alcun motivo, passeggiata durante la quale lei ebbe molta paura a causa degli atteggiamenti stranissimi e minacciosi dell’amico maestro; in altra occasione Marjorie Lilli vide Sickert rientrare nello studio, quello di Fitzroy Street, con la borsetta gladstone recante a un lato la scritta: “la sterpaglia”. Sickert, prima di diventare pittore, frequentava la compagnia teatrale di Henry Irving facendosi chiamare Mister Nemo, lo stesso pseudomino che compare in una o forse più lettere firmate jack lo suqrtatore. Sickert, una sera, si vide rifiutare un dipinto dall’attrice Queenie Lawrence, episodio che cagionò al pittore un forte dispiacere, dato che lei dichiarò che non lo avrebbe utilizzato neanche per ripararsi dagli spifferi: è strano che l’attrice, di lì a poco, sia scomparsa completamente dalla circolazione (mi viene in mente il torso scoperto a Pinchin Street senza testa e con le sole braccia). Questi sono solo alcuni dei tanti indizi da patricia raccolti prima di scrivere il libro tanto contestato. In realtà, nessuno prima di lei aveva spesso 6 milioni di dollari per una ricerca così approfondita, ed è forse proprio ciò che fa sorgere un pò d’invidia. Dice l’esperto dei profili psicologici della F.b.i. Ed Sulzbach: “dire che una coincidenza dopo l’altra e dopo l’altra ancora sono solo coincidenze è una idiozia.” Che uomo astuto e intelligente che era lo squartatore, proprio come lo era Walter Sickert allo stesso modo nella vita privata. Il suo modo di parlare con amici, parenti e quanti lo conoscevano era ammantato della stessa ironia e presunzione utilizzata per prendere in giro i poliziotti nelle lettere di rivendicazione.

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