06 marzo 2003

fino al 22.III.2003 Sabine Delafon – Fabrizio Orsi – Attilio Solzi Torino, Es Arte Contemporanea

 
L’universo femminile indagato da tre giovani fotografi italiani. Tra fisicità immediata, sperimentazione e critica alla società dello spettacolo. Una galleria di ritratti che coglie i mille volti della quotidianità…

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L’esposizione riunisce l’opera di tre giovani artisti, presentando uno dei possibili percorsi della nuova fotografia italiana: Sabine Delafon, Fabrizio Orsi, Attilio Solzi. Protagonista è l’universo femminile, con la sua nuda fisicità, il suo porsi in modo immediato, contro-modello dello stereotipo esasperato che domina pubblicità e mass media in genere. I tre artisti lavorano su un tipoAttilio Solzi di scatto puro, senza manipolazioni digitali (o almeno non evidenti), privilegiando l’immediatezza della realtà e lavorando sulla caratteristica principe della fotografia: la sua capacità di cogliere l’istante e restituirlo in tutta la sua freschezza. È questo il caso di Sabine Delafon (Grenoble, 1975) che, arrivata alla fotografia dopo avere utilizzato il disegno e la pittura. Utilizza “la macchina fotografica come un attrezzo femminile di investigazione della sua propria identità” , in un lento processo di autocoscienza e scoperta. La Delafon è concentrata su se stessa e si pone in gioco di fronte all’obiettivo in una continua sperimentazione e ricerca artistica.
La donna continua a essere protagonista nei dittici di Attilio Solzi (Soresina, Cremona, 1963), reporter collaboratore di Médecins Sans Frontières , che presenta il lavoro Flat land. Sono grotteschi dittici composti da ritratti di donne colte in una dimensione privata e quotidiana. Sono donne sole, in bilico tra l’essere casalinga e i modelli della società dei consumi a cui pateticamente tendono, tra nudità e grembiuli domestici, a confronto con i luoghi della solitudine e dell’alienazione del nostro contemporaneo: supermercati isolati in grandi parcheggi deserti, anonimi appartamenti metropolitani. E’ il diario fotografico di donne il cui corpo è agli antipodi dei modelli massmediali, fatte posare in ambienti domestici, come il salotto di casa o il tinello, seminude e in atteggiamenti dimessi. Una realtà frustrante che inghiotte e troppo spesso viene considerata “normalità”.
Attilio SolziIl lavoro di Fabrizio Orsi (Reggio Emilia, 1961) è invece una vera e propria raccolta di volti, espressioni, sguardi di ordinary women: ognuna resa fascinosa e misteriosa dal suo porsi con estrema spontaneità e immediatezza. Come donna reale contraddistinta dalla sua unicità in un universo che la vuole sempre più omologata a uno standard di bellezza “televisivo”, appiattito e ridotto a pura merce da consumare in fretta. I ritratti di Orsi restituiscono una bellezza che non ha bisogno di maquillage: quasi una catarsi o una visione che restituisce dignità e rispetto. Con i suoi capelli in disordine, le occhiaie, un certo sguardo stanco ma sereno, l’universo femminile di Orsi celebra l’autenticità di queste donne e porge un omaggio del tutto poetico alla loro peculiare unicità. Si tratta di immagini delicate, che si oppongono alla volgarità esasperata di quelle che ci provengono dalla società dello spettacolo, da cui diventa sempre più difficile difendersi. Il corpo torna così a essere scrigno inviolabile e spazio privato.

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karin gavassa
mostra visitata il 25 febbraio 2003


Sabine Delafon – Fabrizio Orsi – Attilio Solzi. a cura di Luca Beatrice. Durante la mostra verrà presentato il volume di Attilio Solzi, Flat Land, Silvana Editoriale, Milano 2003 contenente un testo critico di Luca Beatrice. Orari: martedì – sabato 16.00 – 19.30 . Es via San Domenico 5, Torino. tel/fax 011 5213475

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