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Cesare Galluzzo / Arturo Vermi
Leo Galleries inaugura la sua sede di Lugano presentando nei suoi spazi una doppia mostra personale che mette in dialogo e confronto due artisti dalle esperienze e storie differenti, ma congruenti nella lettura della ricerca artistica.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
COMUNICATO STAMPA-INVITO
Inaugurazione Domenica 28 Novembre 2010 ore 17.00
CESARE GALLUZZO
PRESENZA NUDA
A cura di Simona Bartolena
LEO GALLERIES
via Losanna 4, Lugano (Svizzera)
29 Novembre 2010 - 30 Gennaio 2011
Leo Galleries inaugura la sua sede di Lugano presentando nei suoi spazi una doppia mostra personale che mette in dialogo e confronto due artisti dalle esperienze e storie differenti, ma congruenti nella lettura della ricerca artistica. Secondo un orientamento che caratterizzerà lo spazio della sua sede svizzera, Leo Galleries proporrà l’analisi di un maestro per osservare e studiare una ricerca maturata nel tempo mettendole in relazione con le ultime tendenze e proposte della giovane arte, mentre, dal punto di vita del giovane, il raffronto consente di collocare criticamente un lavoro in divenire trovando rapporti, radici di senso, condivisioni poetiche, ma mai dipendenze o filiazioni, con percorsi consolidati nella storia.
La personale di Cesare Galluzzo presenta un gruppo di opere recenti, alcune delle quali realizzate appositamente per quest’occasione, che ne riassumono il recente lavoro incentrato su una resa lirica, musicale e poetica di segni e scritture minimali e concise, in cui viene dominata e controllata la forza espressiva dei materiali utilizzati. Cementi, bitumi e altre sostanze anti-artistiche sono i mezzi con cui Galluzzo muove le sue velature leggere, scrive i tratti cadenzati musicalmente, compone piccole installazioni ritmiche dal modulo ripetuto in un’alterazione corrispondente. In mostra, accanto ai lavori in cui il cemento viene utilizzato come un colore e si propone in consistenze particolarissime, si pongono altre opere che invece denunciano una geometrizzazione piu accentuata e, per certi versi, invasiva. Qui il tono e la ricerca assumono un vigore più aspro e duro: punte, guglie, spuntoni definiscono, sempre in misura minimale, le carte e i legni, incidendole, aprendole, spezzandole nello spazio. Queste opere, quasi armi, consolidando la potenza visiva del lavoro di Galluzzo, costringono a puntare lo sguardo in una direzione precisa. Non mancano in questo giovane artista riferimenti alla storia, alla musica, alla letteratura, al teatro, ma nei suoi lavori non diventano mai citazioni ridondanti ma si contengono come possibilità di lettura, come riferimento storico, punto di partenza dal quale generare una visione e una poetica del tutto nuove e assolutamente originali e personali.
“Fin da un primo sguardo, anche il più frettoloso e superficiale, le opere di Cesare Galluzzo colpiscono per la loro straordinaria pulizia formale: una pulizia che è frutto di un accurato e ponderato lavoro di sintesi, di una riflessione profonda sul gesto che sottende alla realizzazione del segno e sulle sue possibili implicazioni simboliche ed estetiche. Fin da questo primo approccio le opere di Galluzzo ci raccontano di un artista già cosciente di sé, lucido nelle scelte e capace di una severa autocritica. […] Lo percepiamo da come racconta il proprio percorso e la propria ricerca, ma anche osservando quei piccoli segni che compongono i suoi lavori, quei segni rigorosi e calibratissimi, eppure mai forzati, mai sterili. […] Manuale di armonia, ispirato dal celebre trattato del musicista (e pittore) Arnold Schönberg. Come in un immaginario spartito, Galluzzo traspone il linguaggio musicale in piccoli segni tracciati con sette matite di differente durezza, giocando su un’affascinante gamma di grigi e, soprattutto, proponendo una nuova chiave di lettura alla storica riflessione sulle consonanze tra musica e pittura, tra nota e segno grafico, tra pausa e vuoto. […] Percorso (possibile e logica evoluzione del Manuale di Armonia), in cui i segni grafici si fanno materia, spostando la riflessione anche sul piano della sensazione tattile e della percezione visiva dinamica, trasformando il pensiero di origine in un’opera molto coinvolgente dal punto di vista sensoriale. Il concetto del Percorso, tra l’altro, è molto frequente nell’estetica di Galluzzo, che ha condotto una lunga e motivata riflessione in merito. Percorsi della mente dell’artista e dello sguardo di chi osserva la sua opera, percorsi fisici e percorsi percettivi, certamente percorsi di scoperta, sperimentazione e rivelazione, che nascono dal segno e dalla materia e subito se ne allontanano per sfuggire in nuovi territori, suggestivi mondi-altri, inesplorati eppure stranamente famigliari. […] La sua è una scrittura autoreferenziale, ricca di scatti inaspettati, […] che procede per pieni e vuoti, contrapposizioni materiche e impercepibili scarti cromatici, come sequenze di note, per l’appunto, come componimenti sonori. […] il ciclo dedicato alla pioggia o, potremmo meglio dire, al concetto e al ritmo della pioggia: l’idea della goccia e del suo cadenzato ticchettio, sintetizzato in un segno grafico, efficacissimo, di disarmante semplicità ed evidenza. […] Il tratto semplificato è certamente il più evidente tra gli elementi che rendono possibile e particolarmente stimolante il dialogo, proposto negli spazi della Leo Galleries di Lugano, tra le opere del giovanissimo Galluzzo e quelle del grande Arturo Vermi, indiscusso maestro di una poetica del segno di cristallina purezza formale. Con questo parallelo, sia chiaro, non vogliamo tracciare ipotetiche eredità stilistiche o possibili alunnati, nel caso specifico del tutto fuorvianti, ma piuttosto sottolineare un comune sentire tra due artisti di diversa generazione, lontani per formazione ma sorprendentemente vicini nelle attitudini, entrambi fautori di un’arte tanto rigorosa e concettuale quanto inaspettatamente lirica, emozionale ed emozionante.
[…]”*
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue italiano-inglese: la monografia contiene il saggio critico di Simona Bartolena, curatore della mostra, la riproduzione di tutte le opere in mostra, una selezione di altri lavori e un aggiornato apparato biografico.
CESARE GALLUZZO è nato a Milano nel 1987. Conseguito il Diploma di Maturità Artistica al Liceo Statale “Umberto Boccioni” di Milano, dal 2007 frequenta il Corso di Laurea in Architettura Ambientale al Politecnico di Milano. Nel 2008 lavora come assistente alla scenografia per lo spettacolo Il volo (an)negato della Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” presentato al Piccolo Teatro e al Teatro dell’Elfo di Milano. Espone in mostre personali e collettive dal 2005. Vive e lavora a Milano.
* dal testo critico pubblicato in catalogo
Contemporaneamente Leo Galleries presenta:
ARTURO VERMI. LA FELICITÀ DEL SEGNO #1
A cura di Simona Bartolena e Anna Vermi
29 Novembre 2010 – 30 Gennaio 2011
CON CORTESE PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE E DIFFUSIONE
SCHEDA MOSTRA:
Titolo: Cesare Galluzzo. Presenza nuda
Artisti: Cesare Galluzzo
A cura di: Simona Bartolena
Catalogo: Bilingue italiano-inglese
Testo critico di: Simona Bartolena
Inaugurazione: Domenica 28 Novembre 2010 ore 17.00
Periodo espositivo: 29 Novembre 2010 – 30 Gennaio 2011
Orari: Da Martedì a Venerdì 11.00-18.00
Sabato su appuntamento
Sede: Via Losanna 4, CH – 0069 Lugano; telefono +393334143303
Didascalia opere allegate: Cesare Galluzzo, Benben, 2010, legno dipinto, 256 x 11 x 9 cm
Cesare Galluzzo, Percorso per occhi, 2010, cemento e legno, 121 elementi da 10x10 cm, spessore variabile
Cesare Galluzzo, Chiasma, 2010, cemento su carta incisa e piegata, 32.3 x 50 cm
In contemporanea: Arturo Vermi. La felicità del segno #1
A cura di Simona Bartolena
28 Novembre 2010 – 30 Gennaio 2011
ULTERIORI INFORMAZIONI E IMMAGINI SONO DIS
Inaugurazione Domenica 28 Novembre 2010 ore 17.00
CESARE GALLUZZO
PRESENZA NUDA
A cura di Simona Bartolena
LEO GALLERIES
via Losanna 4, Lugano (Svizzera)
29 Novembre 2010 - 30 Gennaio 2011
Leo Galleries inaugura la sua sede di Lugano presentando nei suoi spazi una doppia mostra personale che mette in dialogo e confronto due artisti dalle esperienze e storie differenti, ma congruenti nella lettura della ricerca artistica. Secondo un orientamento che caratterizzerà lo spazio della sua sede svizzera, Leo Galleries proporrà l’analisi di un maestro per osservare e studiare una ricerca maturata nel tempo mettendole in relazione con le ultime tendenze e proposte della giovane arte, mentre, dal punto di vita del giovane, il raffronto consente di collocare criticamente un lavoro in divenire trovando rapporti, radici di senso, condivisioni poetiche, ma mai dipendenze o filiazioni, con percorsi consolidati nella storia.
La personale di Cesare Galluzzo presenta un gruppo di opere recenti, alcune delle quali realizzate appositamente per quest’occasione, che ne riassumono il recente lavoro incentrato su una resa lirica, musicale e poetica di segni e scritture minimali e concise, in cui viene dominata e controllata la forza espressiva dei materiali utilizzati. Cementi, bitumi e altre sostanze anti-artistiche sono i mezzi con cui Galluzzo muove le sue velature leggere, scrive i tratti cadenzati musicalmente, compone piccole installazioni ritmiche dal modulo ripetuto in un’alterazione corrispondente. In mostra, accanto ai lavori in cui il cemento viene utilizzato come un colore e si propone in consistenze particolarissime, si pongono altre opere che invece denunciano una geometrizzazione piu accentuata e, per certi versi, invasiva. Qui il tono e la ricerca assumono un vigore più aspro e duro: punte, guglie, spuntoni definiscono, sempre in misura minimale, le carte e i legni, incidendole, aprendole, spezzandole nello spazio. Queste opere, quasi armi, consolidando la potenza visiva del lavoro di Galluzzo, costringono a puntare lo sguardo in una direzione precisa. Non mancano in questo giovane artista riferimenti alla storia, alla musica, alla letteratura, al teatro, ma nei suoi lavori non diventano mai citazioni ridondanti ma si contengono come possibilità di lettura, come riferimento storico, punto di partenza dal quale generare una visione e una poetica del tutto nuove e assolutamente originali e personali.
“Fin da un primo sguardo, anche il più frettoloso e superficiale, le opere di Cesare Galluzzo colpiscono per la loro straordinaria pulizia formale: una pulizia che è frutto di un accurato e ponderato lavoro di sintesi, di una riflessione profonda sul gesto che sottende alla realizzazione del segno e sulle sue possibili implicazioni simboliche ed estetiche. Fin da questo primo approccio le opere di Galluzzo ci raccontano di un artista già cosciente di sé, lucido nelle scelte e capace di una severa autocritica. […] Lo percepiamo da come racconta il proprio percorso e la propria ricerca, ma anche osservando quei piccoli segni che compongono i suoi lavori, quei segni rigorosi e calibratissimi, eppure mai forzati, mai sterili. […] Manuale di armonia, ispirato dal celebre trattato del musicista (e pittore) Arnold Schönberg. Come in un immaginario spartito, Galluzzo traspone il linguaggio musicale in piccoli segni tracciati con sette matite di differente durezza, giocando su un’affascinante gamma di grigi e, soprattutto, proponendo una nuova chiave di lettura alla storica riflessione sulle consonanze tra musica e pittura, tra nota e segno grafico, tra pausa e vuoto. […] Percorso (possibile e logica evoluzione del Manuale di Armonia), in cui i segni grafici si fanno materia, spostando la riflessione anche sul piano della sensazione tattile e della percezione visiva dinamica, trasformando il pensiero di origine in un’opera molto coinvolgente dal punto di vista sensoriale. Il concetto del Percorso, tra l’altro, è molto frequente nell’estetica di Galluzzo, che ha condotto una lunga e motivata riflessione in merito. Percorsi della mente dell’artista e dello sguardo di chi osserva la sua opera, percorsi fisici e percorsi percettivi, certamente percorsi di scoperta, sperimentazione e rivelazione, che nascono dal segno e dalla materia e subito se ne allontanano per sfuggire in nuovi territori, suggestivi mondi-altri, inesplorati eppure stranamente famigliari. […] La sua è una scrittura autoreferenziale, ricca di scatti inaspettati, […] che procede per pieni e vuoti, contrapposizioni materiche e impercepibili scarti cromatici, come sequenze di note, per l’appunto, come componimenti sonori. […] il ciclo dedicato alla pioggia o, potremmo meglio dire, al concetto e al ritmo della pioggia: l’idea della goccia e del suo cadenzato ticchettio, sintetizzato in un segno grafico, efficacissimo, di disarmante semplicità ed evidenza. […] Il tratto semplificato è certamente il più evidente tra gli elementi che rendono possibile e particolarmente stimolante il dialogo, proposto negli spazi della Leo Galleries di Lugano, tra le opere del giovanissimo Galluzzo e quelle del grande Arturo Vermi, indiscusso maestro di una poetica del segno di cristallina purezza formale. Con questo parallelo, sia chiaro, non vogliamo tracciare ipotetiche eredità stilistiche o possibili alunnati, nel caso specifico del tutto fuorvianti, ma piuttosto sottolineare un comune sentire tra due artisti di diversa generazione, lontani per formazione ma sorprendentemente vicini nelle attitudini, entrambi fautori di un’arte tanto rigorosa e concettuale quanto inaspettatamente lirica, emozionale ed emozionante.
[…]”*
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue italiano-inglese: la monografia contiene il saggio critico di Simona Bartolena, curatore della mostra, la riproduzione di tutte le opere in mostra, una selezione di altri lavori e un aggiornato apparato biografico.
CESARE GALLUZZO è nato a Milano nel 1987. Conseguito il Diploma di Maturità Artistica al Liceo Statale “Umberto Boccioni” di Milano, dal 2007 frequenta il Corso di Laurea in Architettura Ambientale al Politecnico di Milano. Nel 2008 lavora come assistente alla scenografia per lo spettacolo Il volo (an)negato della Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” presentato al Piccolo Teatro e al Teatro dell’Elfo di Milano. Espone in mostre personali e collettive dal 2005. Vive e lavora a Milano.
* dal testo critico pubblicato in catalogo
Contemporaneamente Leo Galleries presenta:
ARTURO VERMI. LA FELICITÀ DEL SEGNO #1
A cura di Simona Bartolena e Anna Vermi
29 Novembre 2010 – 30 Gennaio 2011
CON CORTESE PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE E DIFFUSIONE
SCHEDA MOSTRA:
Titolo: Cesare Galluzzo. Presenza nuda
Artisti: Cesare Galluzzo
A cura di: Simona Bartolena
Catalogo: Bilingue italiano-inglese
Testo critico di: Simona Bartolena
Inaugurazione: Domenica 28 Novembre 2010 ore 17.00
Periodo espositivo: 29 Novembre 2010 – 30 Gennaio 2011
Orari: Da Martedì a Venerdì 11.00-18.00
Sabato su appuntamento
Sede: Via Losanna 4, CH – 0069 Lugano; telefono +393334143303
Didascalia opere allegate: Cesare Galluzzo, Benben, 2010, legno dipinto, 256 x 11 x 9 cm
Cesare Galluzzo, Percorso per occhi, 2010, cemento e legno, 121 elementi da 10x10 cm, spessore variabile
Cesare Galluzzo, Chiasma, 2010, cemento su carta incisa e piegata, 32.3 x 50 cm
In contemporanea: Arturo Vermi. La felicità del segno #1
A cura di Simona Bartolena
28 Novembre 2010 – 30 Gennaio 2011
ULTERIORI INFORMAZIONI E IMMAGINI SONO DIS
28
novembre 2010
Cesare Galluzzo / Arturo Vermi
Dal 28 novembre 2010 al 30 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
LEOGALLERIES
Lugano, Via Losanna, 4, (Lugano)
Lugano, Via Losanna, 4, (Lugano)
Vernissage
28 Novembre 2010, ore 17
Autore
Curatore