Nelle insolite icone l'opera di Raciti si scosta nettamente dai colori forti usati finora per rivivere quel sorriso e quella quiete anelati da sempre....ogni forma, fisionomia dell'essere, inerte, ma, al contempo, dominata e consapevole, convinta della propria identità deviata rimane cristallizzata, immobile quasi a volersi interrogare se chi sta guardando coglie ciò che vuole trasmettere.

Il sorriso non riesce ad affiorare dall'impietrito ma in verità, forse non vuole proprio che chi guarda capisca cio' che vuole esprimere.

Come lo stesso Leiris diceva: 'questi ritratti sono l'effettiva messa a confronto dello spettatore e dei personaggi rappresentati cosi che la presenza suscitata è non tanto quella delle cose come gli si presentano, ma piuttosto la sua personale, come egli si presenta cercando di rappresentarle'.

Il mistero permea tutte le composizioni, il medesimo motivo si moltiplica si dirama in altre espressioni laceranti e viscerali di quell'essere primordiale che, avulso dallo spazio, vuole sdrammatizzare una condizione palese che si confida possa non avere soluzioni di continuità.

Il nero si stempera fino a diventare bianco attraversando quelle fasi alterne che simboleggiano i moti lancinanti dell'anima del soggetto, il grigio e il lacca di garanza dei fondi rivela quell'identità astratta vissuta nel labirinto del quadrato che racchiude le composizioni.

I tre grandi autoritratti rivelano la fondamentale trilogica di questi dipinti, ovvero è il loro modo di avvicinarsi al senso di quegli archetipi che l'autore stesso ha sempre voluto esprimere, anche a seguito della sua formazione universitaria.

L'architettura delle composizioni dà maggiore spinta ai significati insiti nei segni del volto ora lacerato dal tempo ora segnato dalle avide esperienze dell'io.

Contrastano le dodici composizioni (suddivise in 4 cicli di tre opere) per il carattere forte della forma volutamente diretta e, nello stesso tempo distorta. in particolare nelle due fasi presentate in cui il punto focale è visivamente molteplice, ma psicologicamente UNICO: Da essi si è investiti dal personaggio come in un ossessionante caleidoscopio di sensazioni.
(di Carlo Ottavio Ottaviani)