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Giovanni Boldini – Capolavori e Opere inedite dall’Atelier dell’artista
In mostra saranno esposti alcuni fra i più importanti capolavori dell’indiscusso maestro del ritratto nonché opere totalmente inedite provenienti dall’Atelier dell’artista, autenticate e catalogate dalla moglie Emilia Cardona.
Comunicato stampa
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La Galleria Bottegantica, con il patrocinio della Provincia di Milano, apre la nuova stagione espositiva 2011 con una grande mostra dedicata a Giovanni Boldini; saranno esposti alcuni fra i più importanti capolavori dell’indiscusso maestro del ritratto nonché opere totalmente inedite provenienti dall’Atelier dell’artista, autenticate e catalogate dalla moglie Emilia Cardona. Nel catalogo della mostra saranno inoltre pubblicate alcune fotografie inedite che documentano l’allestimento della storica retrospettiva su Boldini tenutasi nel 1963 presso il Musée Jacquemart-André di Parigi.
Saranno una sessantina le opere esposte, fra le quali gli incantevoli ritratti di Irene Catlin, della marchesa Franzoni, della contessa de Rasty allo scrittoio, della Principessa C. d’Isemburg-Birstein, dell’attrice Jane Renouardt, della moglie Emilia Cardona e di Mrs. Lydig; oltre ai celebri The summer stroll, La Lettera, La visita e Al parco, tutti eseguiti fra il 1872 e il 1874.
Solo pochi tratti, ma intrisi di dinamica essenza, lasciano l’indiscutibile e fascinoso segno di un artista che ha saputo essere unico, nelle opere inedite che la Galleria Bottegantica presenta in anteprima: un Autoritratto, Le amiche al cabaret, Signora in abito lungo (studio preparatorio per il Ritratto di Donna Franca Florio), Al «Vestiaire», Prove d’orchestra, Conversazione al caffè (Parigi), che sul retro riporta un ulteriore disegno a matita, le Figure sedute al caffè, Folla a teatro, le Gondole a Venezia e un ulteriore piccolo gioiello, come le Gondole in laguna, oltre a Nudo sdraiato, Studio per Spettatori di un teatrino ambulante e Il letto, solo per citare alcuni fra gli inediti.
La danza vertiginosa del pennello sulla tela, incomparabile tecnica del maestro ferrarese, che ha tracciato aristocratici e raffinatissimi ritratti delle donne più belle dell’alta società e borghesia internazionale dell’800, è la stessa che Boldini fa compiere alla matita e ai pastelli sulla carta. La straordinarietà di quel vortice artistico e gestuale che racchiude figure, paesaggi e oggetti non manca di stupire e crea grande ammirazione per questi disegni, che dopo la mostra di Milano verranno esposti a Parigi.
Giovanni Boldini, breve ritratto storico-critico
(abstract dal saggio in catalogo di Stefano Bosi e di Enzo Savoia)
Uomo allegro e curioso, Boldini (1842-1931) raccolse nella sua casa-atelier di boulevard Berthier le immagini della Parigi della Belle Epoque, le carrozze con i loro cavalli in corsa, la pioggia e la neve sui boulevards, tutti i segni di una borghesia indaffarata e felice, scene di genere di piccole dimensioni e ampie viste sulla città, brillanti paesaggi suburbani, e rappresentazioni informali di musicisti, artisti, e frequentatori dei caffè.
Boldini iniziò la sua formazione artistica in tenera età, imparando soprattutto dal padre Antonio, pittore e restauratore di una certa fama a Ferrara. Il giovane Boldini non ebbe una formazione accademica regolare e dopo aver ereditato una cospicua somma di denaro dal prozio, decise di trasferirsi a Firenze nei primi mesi del 1864. A quel tempo, Firenze era sede di una comunità di giovani artisti, i cosiddetti Macchiaioli, con i quali Boldini fece presto amicizia e dai quali fu ispirato e, probabilmente, aiutato a rinnovare il proprio repertorio iconografico.
Boldini fece il suo primo viaggio a Parigi nel maggio 1867, e in una lettera scritta subito dopo il suo ritorno a Firenze affermò: “tutto il mio pensiero finché starò qui sarà quello di pensare per andare a stabilirmi a Parigi”. Nell’ottobre 1871 lasciò Firenze senza rimpianti, conservando tuttavia alcune amicizie e ritornando talvolta a respirare l’aria delle colline toscane nella villa di Collegigliato, presso Pistoia, degli amici inglesi Falconer, villa che poi acquisterà dandole il nome di Falconiera. AscoltaTrascrizione fonetica Dizionario - Errore. Riferimento a collegamento ipertestuale non valido.Come a Firenze Boldini aveva accolto il messaggio naturalista dei Macchiaioli, così a Parigi, richiamato dal prestigio cosmopolita della capitale francese dove risiedevano i grandi mercanti d’arte quali Adolphe Goupil, si era accostato al sorgere dell’Impressionismo. A Parigi strinse una forte amicizia con Degas con il quale condivise l’uso di tecniche artistiche allora inconsuete, come il disegno, l’incisione e soprattutto il pastello, medium antico ma “rilanciato” proprio dall’artista francese nei primi anni Settanta, adatto agli abbozzi, studi e rapidi schizzi della vita moderna amati da impressionisti e pittori alla moda.
Su questa scia Boldini sperimentò inquadrature e soluzioni formali inedite che poi tradusse sulla tela con straordinaria spontaneità. Lo testimoniano bene le sue piazze animate, i suoi giardini freschi di rugiada, le slanciate apparizioni femminili, le vedute veneziane fasciate di luna e i suoi disegni col guizzo del genio, come pure i suoi ritratti che lo resero celebre in tutto il mondo.
Alla fine del XIX secolo i dipinti del maestro ferrarese erano diventati ormai tra le icone più significative della Belle Epoque, oggetti del desiderio di coloro che aspiravano a provare quelle sensazioni non encore éprouvées. Con l’aprirsi del nuovo secolo Boldini, geniale come sempre, ebbe il coraggio di rinnovare la propria arte, dedicandosi a composizioni più audaci, animate da uno straordinario dinamismo e da segni astratti: specchio di una tensione artistica profonda, di un desiderio di superamento dei propri limiti che generò spesso malcontento e ansia nel pittore. Una insoddisfazione rivolta prima di tutto alla propria opera che, pur portando a sperimentazioni inedite con risultati per certi versi affini a quelli della contemporanea avanguardia futurista, continuò tuttavia a trarre fondamento da quel sapiente virtuosismo tecnico che aveva garantito a Boldini fama e successo in tutto il mondo fin dall’inizio della sua carriera.
Saranno una sessantina le opere esposte, fra le quali gli incantevoli ritratti di Irene Catlin, della marchesa Franzoni, della contessa de Rasty allo scrittoio, della Principessa C. d’Isemburg-Birstein, dell’attrice Jane Renouardt, della moglie Emilia Cardona e di Mrs. Lydig; oltre ai celebri The summer stroll, La Lettera, La visita e Al parco, tutti eseguiti fra il 1872 e il 1874.
Solo pochi tratti, ma intrisi di dinamica essenza, lasciano l’indiscutibile e fascinoso segno di un artista che ha saputo essere unico, nelle opere inedite che la Galleria Bottegantica presenta in anteprima: un Autoritratto, Le amiche al cabaret, Signora in abito lungo (studio preparatorio per il Ritratto di Donna Franca Florio), Al «Vestiaire», Prove d’orchestra, Conversazione al caffè (Parigi), che sul retro riporta un ulteriore disegno a matita, le Figure sedute al caffè, Folla a teatro, le Gondole a Venezia e un ulteriore piccolo gioiello, come le Gondole in laguna, oltre a Nudo sdraiato, Studio per Spettatori di un teatrino ambulante e Il letto, solo per citare alcuni fra gli inediti.
La danza vertiginosa del pennello sulla tela, incomparabile tecnica del maestro ferrarese, che ha tracciato aristocratici e raffinatissimi ritratti delle donne più belle dell’alta società e borghesia internazionale dell’800, è la stessa che Boldini fa compiere alla matita e ai pastelli sulla carta. La straordinarietà di quel vortice artistico e gestuale che racchiude figure, paesaggi e oggetti non manca di stupire e crea grande ammirazione per questi disegni, che dopo la mostra di Milano verranno esposti a Parigi.
Giovanni Boldini, breve ritratto storico-critico
(abstract dal saggio in catalogo di Stefano Bosi e di Enzo Savoia)
Uomo allegro e curioso, Boldini (1842-1931) raccolse nella sua casa-atelier di boulevard Berthier le immagini della Parigi della Belle Epoque, le carrozze con i loro cavalli in corsa, la pioggia e la neve sui boulevards, tutti i segni di una borghesia indaffarata e felice, scene di genere di piccole dimensioni e ampie viste sulla città, brillanti paesaggi suburbani, e rappresentazioni informali di musicisti, artisti, e frequentatori dei caffè.
Boldini iniziò la sua formazione artistica in tenera età, imparando soprattutto dal padre Antonio, pittore e restauratore di una certa fama a Ferrara. Il giovane Boldini non ebbe una formazione accademica regolare e dopo aver ereditato una cospicua somma di denaro dal prozio, decise di trasferirsi a Firenze nei primi mesi del 1864. A quel tempo, Firenze era sede di una comunità di giovani artisti, i cosiddetti Macchiaioli, con i quali Boldini fece presto amicizia e dai quali fu ispirato e, probabilmente, aiutato a rinnovare il proprio repertorio iconografico.
Boldini fece il suo primo viaggio a Parigi nel maggio 1867, e in una lettera scritta subito dopo il suo ritorno a Firenze affermò: “tutto il mio pensiero finché starò qui sarà quello di pensare per andare a stabilirmi a Parigi”. Nell’ottobre 1871 lasciò Firenze senza rimpianti, conservando tuttavia alcune amicizie e ritornando talvolta a respirare l’aria delle colline toscane nella villa di Collegigliato, presso Pistoia, degli amici inglesi Falconer, villa che poi acquisterà dandole il nome di Falconiera. AscoltaTrascrizione fonetica Dizionario - Errore. Riferimento a collegamento ipertestuale non valido.Come a Firenze Boldini aveva accolto il messaggio naturalista dei Macchiaioli, così a Parigi, richiamato dal prestigio cosmopolita della capitale francese dove risiedevano i grandi mercanti d’arte quali Adolphe Goupil, si era accostato al sorgere dell’Impressionismo. A Parigi strinse una forte amicizia con Degas con il quale condivise l’uso di tecniche artistiche allora inconsuete, come il disegno, l’incisione e soprattutto il pastello, medium antico ma “rilanciato” proprio dall’artista francese nei primi anni Settanta, adatto agli abbozzi, studi e rapidi schizzi della vita moderna amati da impressionisti e pittori alla moda.
Su questa scia Boldini sperimentò inquadrature e soluzioni formali inedite che poi tradusse sulla tela con straordinaria spontaneità. Lo testimoniano bene le sue piazze animate, i suoi giardini freschi di rugiada, le slanciate apparizioni femminili, le vedute veneziane fasciate di luna e i suoi disegni col guizzo del genio, come pure i suoi ritratti che lo resero celebre in tutto il mondo.
Alla fine del XIX secolo i dipinti del maestro ferrarese erano diventati ormai tra le icone più significative della Belle Epoque, oggetti del desiderio di coloro che aspiravano a provare quelle sensazioni non encore éprouvées. Con l’aprirsi del nuovo secolo Boldini, geniale come sempre, ebbe il coraggio di rinnovare la propria arte, dedicandosi a composizioni più audaci, animate da uno straordinario dinamismo e da segni astratti: specchio di una tensione artistica profonda, di un desiderio di superamento dei propri limiti che generò spesso malcontento e ansia nel pittore. Una insoddisfazione rivolta prima di tutto alla propria opera che, pur portando a sperimentazioni inedite con risultati per certi versi affini a quelli della contemporanea avanguardia futurista, continuò tuttavia a trarre fondamento da quel sapiente virtuosismo tecnico che aveva garantito a Boldini fama e successo in tutto il mondo fin dall’inizio della sua carriera.
25
febbraio 2011
Giovanni Boldini – Capolavori e Opere inedite dall’Atelier dell’artista
Dal 25 febbraio al 30 aprile 2011
arte moderna
Location
BOTTEGANTICA
Milano, Via Alessandro Manzoni, 45, (Milano)
Milano, Via Alessandro Manzoni, 45, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 9-13 / 15-19
Giorni di chiusura: domenica e lunedì
Visite private su appuntamento
Vernissage
25 Febbraio 2011, ore 17
Ufficio stampa
ROSI FONTANA
Autore
Curatore