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Gaetano Pesce – L’Italia in Croce
Un’inedita interpretazione di Gaetano Pesce sull’Italia contemporanea
Comunicato stampa
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Una croce alta, nera, incombente e, inchiodata, l’Italia ferita e sanguinante. Un’installazione urlo. Opera dirompente di Gaetano Pesce, geniale e irriverente architetto, artista e designer, in mostra alla Triennale di Milano in contemporanea al Salone del Mobile 2011.
Un progetto che già in passato era più volte affiorato nella mente del suo autore Gaetano Pesce che oggi ha potuto realizzarlo e proporlo al pubblico grazie anche all’atteggiamento di profonda apertura di Davide Rampello e Silvana Annichiarico, che insieme imprimono alla Fondazione Triennale un orientamento coraggioso e impegnato, quale è anche il senso dell’installazione.
Un invito forte, gridato a tutti gli italiani, ad agire e reagire. Un invito al risveglio, in un mondo in cui ogni giorno le persone e la società civile si mettono in gioco per avere un presente e un futuro migliore. Il progetto parla con decisione a tutti, anche al mondo politico e istituzionale: “Quello che mi aspetto da questa installazione è che essa sia capace di sollevare un dibattito tra personalità sane della vita pubblica italiana e non, cercando di evitare la partecipazione dei mediocri, dei parolai e dei vecchi combattenti di partito, dei conformisti e di tutti quelli che con la loro inattività, egoismo e conservatorismo hanno messo in Croce il nostro Paese” - spiega Gaetano Pesce.
L'Italia in Croce è un progetto di installazione dei lontani anni ‘70. “Fu Ugo la Pietra – prosegue Gaetano Pesce - che in forza di non so più quale incarico alla Triennale, mi chiese il progetto in questione. Erano gli anni nei quali l'Italia attraversava un fragile momento per la sua democrazia a causa dell'irresponsabilità della classe parlamentare italiana e della violenza di quella extraparlamentare. Proposi a La Pietra di realizzare una crocifissione nella quale il corpo appeso alla croce era quello dell'Italia. Questa doveva sorgere da un mucchio di pietre e la forma di alcune di esse avrebbero ricordato gli stemmi o i simboli dei partiti politici o dei movimenti sindacali. L'installazione allora non fu realizzata probabilmente a causa del bollore della vita sociale e pubblica di quel momento”
“Mesi fa quel progetto mi è ritornato alla mente – continua Pesce- per la sua realizzazione ho pensato alla stessa istituzione culturale di allora, con la differenza che la Triennale di oggi vanta una direzione coraggiosa e impegnata, non paragonabile a quella dogmatica e conservatrice, conformista e autoritaria di allora. Parlandone con Davide Rampello e Silvana Annichiarico, senza neanche mostrare loro delle immagini, ho subito percepito il loro interesse e la loro complicità. Per fortuna con gli estremismi e la violenza verso le istituzioni di allora, l'Italia di oggi ha poca rassomiglianza. Penso però che un certo mondo politico ha lo stesso disimpegno e ama passare il proprio tempo a spendere una immensa quantità di parole invece che proporre progetti utili al nostro Paese e consentirgli di avanzare nel futuro e far fronte con vantaggio all'enorme competizione che gli altri paesi del mondo rappresentano. L'Italia, a mio parere, ha bisogno di una classe politica attiva, giovane, attenta ai cambiamenti che il tempo in costante divenire ci sottopone. Una classe politica che onori il valore della creatività e del lavoro. Un mondo politico che smetta di esaurire le proprie energie in sterili reciproci attacchi. Un mondo politico capace di proporre grandi progetti e che li sappia realizzare, dando al Paese il benessere che merita e ai giovani il lavoro di cui hanno diritto. Un mondo politico che sappia rinnovare la scuola italiana e renderla strumento per dare ai giovani la conoscenza necessaria per consentire loro di inserirsi nella complessità del nostro tempo”.
Gaetano Pesce, gennaio 2011.
Un progetto che già in passato era più volte affiorato nella mente del suo autore Gaetano Pesce che oggi ha potuto realizzarlo e proporlo al pubblico grazie anche all’atteggiamento di profonda apertura di Davide Rampello e Silvana Annichiarico, che insieme imprimono alla Fondazione Triennale un orientamento coraggioso e impegnato, quale è anche il senso dell’installazione.
Un invito forte, gridato a tutti gli italiani, ad agire e reagire. Un invito al risveglio, in un mondo in cui ogni giorno le persone e la società civile si mettono in gioco per avere un presente e un futuro migliore. Il progetto parla con decisione a tutti, anche al mondo politico e istituzionale: “Quello che mi aspetto da questa installazione è che essa sia capace di sollevare un dibattito tra personalità sane della vita pubblica italiana e non, cercando di evitare la partecipazione dei mediocri, dei parolai e dei vecchi combattenti di partito, dei conformisti e di tutti quelli che con la loro inattività, egoismo e conservatorismo hanno messo in Croce il nostro Paese” - spiega Gaetano Pesce.
L'Italia in Croce è un progetto di installazione dei lontani anni ‘70. “Fu Ugo la Pietra – prosegue Gaetano Pesce - che in forza di non so più quale incarico alla Triennale, mi chiese il progetto in questione. Erano gli anni nei quali l'Italia attraversava un fragile momento per la sua democrazia a causa dell'irresponsabilità della classe parlamentare italiana e della violenza di quella extraparlamentare. Proposi a La Pietra di realizzare una crocifissione nella quale il corpo appeso alla croce era quello dell'Italia. Questa doveva sorgere da un mucchio di pietre e la forma di alcune di esse avrebbero ricordato gli stemmi o i simboli dei partiti politici o dei movimenti sindacali. L'installazione allora non fu realizzata probabilmente a causa del bollore della vita sociale e pubblica di quel momento”
“Mesi fa quel progetto mi è ritornato alla mente – continua Pesce- per la sua realizzazione ho pensato alla stessa istituzione culturale di allora, con la differenza che la Triennale di oggi vanta una direzione coraggiosa e impegnata, non paragonabile a quella dogmatica e conservatrice, conformista e autoritaria di allora. Parlandone con Davide Rampello e Silvana Annichiarico, senza neanche mostrare loro delle immagini, ho subito percepito il loro interesse e la loro complicità. Per fortuna con gli estremismi e la violenza verso le istituzioni di allora, l'Italia di oggi ha poca rassomiglianza. Penso però che un certo mondo politico ha lo stesso disimpegno e ama passare il proprio tempo a spendere una immensa quantità di parole invece che proporre progetti utili al nostro Paese e consentirgli di avanzare nel futuro e far fronte con vantaggio all'enorme competizione che gli altri paesi del mondo rappresentano. L'Italia, a mio parere, ha bisogno di una classe politica attiva, giovane, attenta ai cambiamenti che il tempo in costante divenire ci sottopone. Una classe politica che onori il valore della creatività e del lavoro. Un mondo politico che smetta di esaurire le proprie energie in sterili reciproci attacchi. Un mondo politico capace di proporre grandi progetti e che li sappia realizzare, dando al Paese il benessere che merita e ai giovani il lavoro di cui hanno diritto. Un mondo politico che sappia rinnovare la scuola italiana e renderla strumento per dare ai giovani la conoscenza necessaria per consentire loro di inserirsi nella complessità del nostro tempo”.
Gaetano Pesce, gennaio 2011.
12
aprile 2011
Gaetano Pesce – L’Italia in Croce
Dal 12 aprile al primo maggio 2011
design
Location
TRIENNALE – PALAZZO DELL’ARTE
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Orario di apertura
Martedì 12 aprile – domenica 17 aprile, ore10.30 – 22.00
Dal 17 aprile martedì – domenica ore 10.30-20.30, giovedì e venerdì 10.30 – 23.00, lunedì chiuso
Vernissage
12 Aprile 2011, ore 19
Ufficio stampa
SEC
Autore