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Valerio Murri – Le facoltà di una vita immobile
L’artista prosegue in questa occasione la sua ricerca, creando una specie di stress test in cui lo strumento pittorico viene indagato nelle sue possibilità anche attraverso l’interazione e la contaminazione con altri mezzi espressivi.
Comunicato stampa
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Tecnicamente si tratta di nature morte, giocatori staccati dalla plancia di un vecchio calciobalilla e fotografati in studio dall’artista con un telefono cellulare. Le immagini così ottenute sono state stampate, poi ingrandite e contemporaneamente ridotte a bassa definizione con una fotocopiatrice, infine dipinte in dimensioni diverse ma ogni volta larger than life.
Interrompono la serie un quadro di piccolo formato con un motivo floreale, come di tappezzeria, e un altro, trasposizione pittorica di un collage, che ritrae una folla ripresa nell’atto di guardare verso un punto indefinito fuori dalla superficie della tela. Da una parte quindi un dipinto che sembra confermare lo status di natura morta (still life in inglese, Stilleben in tedesco; in entrambe le espressioni si allude all’assenza di suono o, appunto, di movimento) del motivo principale della mostra, dall’altra uno che sembra giocare con gli inevitabili rimandi suggeriti dalle figurine inanimate, replicabili all’infinito e prive di connotazione specifica proprio come gli individui che compongono una folla. In questo modo si crea una sorta di corto circuito percettivo e psicologico: per quale motivo si sono riunite queste persone, e che cosa stanno guardando? E questi due, tre, quattro reperti salvati da un giocattolo rotto e disposti in vario modo sulle tele sono sdraiati, appesi, stanno dormendo, sono svenuti o forse addirittura morti? Poi questi interrogativi si dissolvono nella loro stessa assurdità, dal momento che di fronte abbiamo semplicemente immagini, anzi immagini di immagini.
L’artista prosegue in questa occasione la sua ricerca, creando una specie di stress test in cui lo strumento pittorico viene indagato nelle sue possibilità anche attraverso l’interazione e la contaminazione con altri mezzi espressivi. Completano la mostra, infatti, alcuni disegni e collage, una serie di polaroid e una scultura installata su un tappeto di fotocopie colorate che replicano un motivo floreale, sorta di Morte di Ofelia in cui l’eroina di Shakespeare (dipinta fra gli altri anche da John Millais) è stata sostituita da una presenza (il consueto giocatore del calciobalilla) straniante, quasi aliena, a seconda dei punti di vista primitiva o futuribile.
In un momento in cui la pratica del dipingere può apparire per certi versi impossibile, la ricerca di Valerio Murri è volta ad affermarne, invece, la necessità attraverso la creazione di un’opera che abbia in sé la propria ragion d’essere ma non cada nell’autoreferenzialità e nel formalismo. Murri non lavora per sottrazione. Piuttosto, intende sottrarsi in primo luogo alle facili categorizzazioni, paradossalmente sfidando i generi pittorici sul loro stesso terreno. Forse è solo in questo modo che oggi è realizzabile una qualche forma non velleitaria di corrispondenza fra vita e arte.
Principali mostre personali
2008 Friendly Fire, Galleria Nicola Ricci, Pietrasanta;
2004 Mancare il reale, Galleria Nicola Ricci, Pietrasanta (a cura di Luca Beatrice);
2003 Movie (Never Made), Galleria Nicola Ricci, Pietrasanta (a cura di Davide Ferri);
2002 Pieno di vuoto, Galleria Antonio Battaglia, Milano (a cura di Maria Cristina Strati).
Principali mostre collettive
2009 Riflettono di pittura, Galleria Nicola Ricci, Carrara
2008 Illusi di illudere, Chiesa del Suffragio, Carrara;
2006 MiArt, Milano;
2005 Senza lavoro, lavoro senza, Ex Ospedale San Giacomo, Carrara (a cura di Angelo Capasso);
2005 Attenzione: non gettate quadri dai finestrini, Studio 2F, Milano;
2005 Senza titolo, Galleria Nicola Ricci, Pietrasanta;
2005 Bologna Flash Art Show, Hotel Sofitel, Bologna;
2003 Artissima, Torino;
2002 Tre passi, Galleria Nicola Ricci, Pietrasanta (a cura di Davide Ferri);
2002 MiArt, Milano;
2001 A nudo, Galleria Antonio Battaglia, Milano (a cura di Francesca D’Antona);
2001 Premio Arte Mondadori, La Posteria, Milano (targa d’argento);
2001 Artissima, Torino.
Interrompono la serie un quadro di piccolo formato con un motivo floreale, come di tappezzeria, e un altro, trasposizione pittorica di un collage, che ritrae una folla ripresa nell’atto di guardare verso un punto indefinito fuori dalla superficie della tela. Da una parte quindi un dipinto che sembra confermare lo status di natura morta (still life in inglese, Stilleben in tedesco; in entrambe le espressioni si allude all’assenza di suono o, appunto, di movimento) del motivo principale della mostra, dall’altra uno che sembra giocare con gli inevitabili rimandi suggeriti dalle figurine inanimate, replicabili all’infinito e prive di connotazione specifica proprio come gli individui che compongono una folla. In questo modo si crea una sorta di corto circuito percettivo e psicologico: per quale motivo si sono riunite queste persone, e che cosa stanno guardando? E questi due, tre, quattro reperti salvati da un giocattolo rotto e disposti in vario modo sulle tele sono sdraiati, appesi, stanno dormendo, sono svenuti o forse addirittura morti? Poi questi interrogativi si dissolvono nella loro stessa assurdità, dal momento che di fronte abbiamo semplicemente immagini, anzi immagini di immagini.
L’artista prosegue in questa occasione la sua ricerca, creando una specie di stress test in cui lo strumento pittorico viene indagato nelle sue possibilità anche attraverso l’interazione e la contaminazione con altri mezzi espressivi. Completano la mostra, infatti, alcuni disegni e collage, una serie di polaroid e una scultura installata su un tappeto di fotocopie colorate che replicano un motivo floreale, sorta di Morte di Ofelia in cui l’eroina di Shakespeare (dipinta fra gli altri anche da John Millais) è stata sostituita da una presenza (il consueto giocatore del calciobalilla) straniante, quasi aliena, a seconda dei punti di vista primitiva o futuribile.
In un momento in cui la pratica del dipingere può apparire per certi versi impossibile, la ricerca di Valerio Murri è volta ad affermarne, invece, la necessità attraverso la creazione di un’opera che abbia in sé la propria ragion d’essere ma non cada nell’autoreferenzialità e nel formalismo. Murri non lavora per sottrazione. Piuttosto, intende sottrarsi in primo luogo alle facili categorizzazioni, paradossalmente sfidando i generi pittorici sul loro stesso terreno. Forse è solo in questo modo che oggi è realizzabile una qualche forma non velleitaria di corrispondenza fra vita e arte.
Principali mostre personali
2008 Friendly Fire, Galleria Nicola Ricci, Pietrasanta;
2004 Mancare il reale, Galleria Nicola Ricci, Pietrasanta (a cura di Luca Beatrice);
2003 Movie (Never Made), Galleria Nicola Ricci, Pietrasanta (a cura di Davide Ferri);
2002 Pieno di vuoto, Galleria Antonio Battaglia, Milano (a cura di Maria Cristina Strati).
Principali mostre collettive
2009 Riflettono di pittura, Galleria Nicola Ricci, Carrara
2008 Illusi di illudere, Chiesa del Suffragio, Carrara;
2006 MiArt, Milano;
2005 Senza lavoro, lavoro senza, Ex Ospedale San Giacomo, Carrara (a cura di Angelo Capasso);
2005 Attenzione: non gettate quadri dai finestrini, Studio 2F, Milano;
2005 Senza titolo, Galleria Nicola Ricci, Pietrasanta;
2005 Bologna Flash Art Show, Hotel Sofitel, Bologna;
2003 Artissima, Torino;
2002 Tre passi, Galleria Nicola Ricci, Pietrasanta (a cura di Davide Ferri);
2002 MiArt, Milano;
2001 A nudo, Galleria Antonio Battaglia, Milano (a cura di Francesca D’Antona);
2001 Premio Arte Mondadori, La Posteria, Milano (targa d’argento);
2001 Artissima, Torino.
09
aprile 2011
Valerio Murri – Le facoltà di una vita immobile
Dal 09 aprile al 10 maggio 2011
arte contemporanea
Location
BLU CORNER RICCI FERRAMENTA ARTE CONTEMPORANEA
Carrara, Piazza Alberica, (Massa-carrara)
Carrara, Piazza Alberica, (Massa-carrara)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-13/15.30-19.30
Vernissage
9 Aprile 2011, ore 17.00
Ufficio stampa
MONICA ZANFINI
Autore