Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Esther Stocker – Destino comune
Sfidando i limiti e le possibilità della percezione, Esther Stocker crea per il MACRO una fitta struttura composta da lunghi segni di scotch nero, che percorrendo l’architettura della sala ne marcano l’andamento dei volumi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nella sala di congiunzione tra l’edificio storico e la nuova ala realizzata da Odile Decq, MACRO
presenta “Destino comune”, un’installazione di Esther Stocker, progettata appositamente per il
Museo e prodotta in collaborazione con Oredaria Arti Contemporanee.
Sfidando i limiti e le possibilità della percezione, Esther Stocker crea per il MACRO una fitta struttura
composta da lunghi segni di scotch nero, che percorrendo l'architettura della sala ne marcano l'andamento
dei volumi. Nell'attraversare lo spazio trasformato dall’artista, lo spettatore entra in una dimensione nuova
e non pienamente ri-conoscibile: sono gli “errori” stessi infatti che offrono nuove coordinate e catturano
l’attenzione. In questo modo, l'individuo, divenendo parte dell’imprecisione creata dall’artista, dovrà
codificare un sistema di regole nuove e non più definite.
Il punto di partenza nel lavoro dell'artista è sempre un sistema lineare regolare, questo viene
successivamente scosso nella sua esattezza attraverso l'inserimento di opportuni "errori". Nelle installazioni,
così come nelle pitture, nei video e nelle fotografie, Stocker ricerca il "danno del sistema”: quello che mi
affascina di più - dice l'artista – “sono i paradossi formali, la logica della contraddizione. Che una struttura
possa essere ordinata e disordinata allo stesso tempo”.
Sin dalle prime opere su tela, l’artista manifesta una fiducia nella verità della geometria, così come negli
aspetti sconosciuti che si possono trovare negli spostamenti, nei cambiamenti di forma, nella mancanza
e nel vuoto. Confrontandosi con il grado zero della percezione, le astrazioni di Esther Stocker offrono una
conoscenza puramente visiva, anteriore ad ogni tipo di esperienza o tentativo di rappresentazione della
realtà, introducendo interferenze ed elementi di disturbo che ne scardinano la logica fondante. “Mi affascina
il fatto che una piccola deviazione formale (di una linea all’interno di una griglia, per esempio) può causare
disorientamento. Questo disorientamento non è solo visivo, è cognitivo: qualcosa di conosciuto non è più
riconoscibile, un senso di fiducia è perso. Anche se di solito non lo sappiamo, abbiamo aspettative nei
confronti delle forme, aspettiamo che si comportino in modo prevedibile. Personalmente, sono affascinata
dal modo in cui riconosciamo queste aspettative solo quando non sono soddisfatte”.
La ricerca di Esther Stocker muove da un interesse particolare nei confronti della Psicologia della Gestalt e
dei suoi risvolti in ambito percettivo, sociale e comportamentale; lo stesso titolo dell’intervento al MACRO,
Destino comune, cita una delle otto regole principali che sottendono l’organizzazione dei dati sensibili: se
gli elementi sono in movimento, quelli con uno spostamento coerente vengono raggruppati e interpretati in
maniera unitaria.
Con Destino comune, Esther Stocker reinterpreta le dimensioni e le dinamiche spaziali di un punto
nevralgico nella nuova architettura del Museo, creando una geometria disorientante che invita il pubblico a
ulteriori riflessioni sulla percezione della realtà.
Esther Stocker è nata a Silandro (Bolzano) nel 1974, attualmente vive e lavora a Vienna (Austria). Dopo i diplomi presso
l'Accademia di Belle Arti di Vienna e l'Accademia di Brera di Milano, ha proseguito gli studi all'Art Center College of
Design di Pasadena (California, USA). Vincitrice del Preis der Stadt Wien nel 2009 e dell'Otto-Mauer-Preis nel 2004,
i suoi lavori sono stati esposti in numerose gallerie tra Europa e Stati Uniti. Tra le mostre più recenti si segnalano le
personali del 2010 "La solitudine dell?opera (Blanchot)" alla Galleria Studio 44 di Genova, le esposizioni presso la
Galerie Krobath di Vienna e Berlino e la Wannieck Gallery di Brno, e le collettive "Abstraction/Quotidien" presso il Centre
d'art Passerelle di Brest (2011), "Originalfunktional. Zeitgenössisches KünstlerInnenmobiliar aus der Wiener Werk-
Stadt" alla Wiener Art Foundation di Vienna (2010) e "Cella. Strutture di emarginazione e disciplinamento" al Complesso
Monumentale di San Michele a Ripa Grande, Roma (2009). Esther Stocker ha preso parte a numerose collettive
presso importanti spazi istituzionali internazionali, tra i quali ricordiamo il Center for Contemporary Non-Objective Art di
Brussels, il MUMOK - "Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien" di Vienna, la Wiener Art Foundation di Vienna,
il Museion di Bolzano, l'IVAM - "Institut Valencià d'Art Modern" di Valencia, il Vasarely Múzeum di Budapest, l'Essel
Museum di Klosterneuburg, l'SCA - "Sydney College of the Arts" di Sydney, la Galleria Civica di Arte Contemporanea di
Trento, il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, il Künstlerhaus Palais Thurn und Taxis di Bregenz e il
Victorian Arts Center di Melbourne.
La mostra “Esther Stocker. Destino comune” è promossa da Roma Capitale, Assessorato alle
Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali.
Si ringrazia il British Institute of Rome per la collaborazione alla traduzione in inglese dei testi
presenta “Destino comune”, un’installazione di Esther Stocker, progettata appositamente per il
Museo e prodotta in collaborazione con Oredaria Arti Contemporanee.
Sfidando i limiti e le possibilità della percezione, Esther Stocker crea per il MACRO una fitta struttura
composta da lunghi segni di scotch nero, che percorrendo l'architettura della sala ne marcano l'andamento
dei volumi. Nell'attraversare lo spazio trasformato dall’artista, lo spettatore entra in una dimensione nuova
e non pienamente ri-conoscibile: sono gli “errori” stessi infatti che offrono nuove coordinate e catturano
l’attenzione. In questo modo, l'individuo, divenendo parte dell’imprecisione creata dall’artista, dovrà
codificare un sistema di regole nuove e non più definite.
Il punto di partenza nel lavoro dell'artista è sempre un sistema lineare regolare, questo viene
successivamente scosso nella sua esattezza attraverso l'inserimento di opportuni "errori". Nelle installazioni,
così come nelle pitture, nei video e nelle fotografie, Stocker ricerca il "danno del sistema”: quello che mi
affascina di più - dice l'artista – “sono i paradossi formali, la logica della contraddizione. Che una struttura
possa essere ordinata e disordinata allo stesso tempo”.
Sin dalle prime opere su tela, l’artista manifesta una fiducia nella verità della geometria, così come negli
aspetti sconosciuti che si possono trovare negli spostamenti, nei cambiamenti di forma, nella mancanza
e nel vuoto. Confrontandosi con il grado zero della percezione, le astrazioni di Esther Stocker offrono una
conoscenza puramente visiva, anteriore ad ogni tipo di esperienza o tentativo di rappresentazione della
realtà, introducendo interferenze ed elementi di disturbo che ne scardinano la logica fondante. “Mi affascina
il fatto che una piccola deviazione formale (di una linea all’interno di una griglia, per esempio) può causare
disorientamento. Questo disorientamento non è solo visivo, è cognitivo: qualcosa di conosciuto non è più
riconoscibile, un senso di fiducia è perso. Anche se di solito non lo sappiamo, abbiamo aspettative nei
confronti delle forme, aspettiamo che si comportino in modo prevedibile. Personalmente, sono affascinata
dal modo in cui riconosciamo queste aspettative solo quando non sono soddisfatte”.
La ricerca di Esther Stocker muove da un interesse particolare nei confronti della Psicologia della Gestalt e
dei suoi risvolti in ambito percettivo, sociale e comportamentale; lo stesso titolo dell’intervento al MACRO,
Destino comune, cita una delle otto regole principali che sottendono l’organizzazione dei dati sensibili: se
gli elementi sono in movimento, quelli con uno spostamento coerente vengono raggruppati e interpretati in
maniera unitaria.
Con Destino comune, Esther Stocker reinterpreta le dimensioni e le dinamiche spaziali di un punto
nevralgico nella nuova architettura del Museo, creando una geometria disorientante che invita il pubblico a
ulteriori riflessioni sulla percezione della realtà.
Esther Stocker è nata a Silandro (Bolzano) nel 1974, attualmente vive e lavora a Vienna (Austria). Dopo i diplomi presso
l'Accademia di Belle Arti di Vienna e l'Accademia di Brera di Milano, ha proseguito gli studi all'Art Center College of
Design di Pasadena (California, USA). Vincitrice del Preis der Stadt Wien nel 2009 e dell'Otto-Mauer-Preis nel 2004,
i suoi lavori sono stati esposti in numerose gallerie tra Europa e Stati Uniti. Tra le mostre più recenti si segnalano le
personali del 2010 "La solitudine dell?opera (Blanchot)" alla Galleria Studio 44 di Genova, le esposizioni presso la
Galerie Krobath di Vienna e Berlino e la Wannieck Gallery di Brno, e le collettive "Abstraction/Quotidien" presso il Centre
d'art Passerelle di Brest (2011), "Originalfunktional. Zeitgenössisches KünstlerInnenmobiliar aus der Wiener Werk-
Stadt" alla Wiener Art Foundation di Vienna (2010) e "Cella. Strutture di emarginazione e disciplinamento" al Complesso
Monumentale di San Michele a Ripa Grande, Roma (2009). Esther Stocker ha preso parte a numerose collettive
presso importanti spazi istituzionali internazionali, tra i quali ricordiamo il Center for Contemporary Non-Objective Art di
Brussels, il MUMOK - "Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien" di Vienna, la Wiener Art Foundation di Vienna,
il Museion di Bolzano, l'IVAM - "Institut Valencià d'Art Modern" di Valencia, il Vasarely Múzeum di Budapest, l'Essel
Museum di Klosterneuburg, l'SCA - "Sydney College of the Arts" di Sydney, la Galleria Civica di Arte Contemporanea di
Trento, il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, il Künstlerhaus Palais Thurn und Taxis di Bregenz e il
Victorian Arts Center di Melbourne.
La mostra “Esther Stocker. Destino comune” è promossa da Roma Capitale, Assessorato alle
Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali.
Si ringrazia il British Institute of Rome per la collaborazione alla traduzione in inglese dei testi
24
giugno 2011
Esther Stocker – Destino comune
Dal 24 giugno al 30 ottobre 2011
arte contemporanea
Location
MACRO – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI ROMA
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Biglietti
Biglietto: MACROTICKET: MACRO + MACROTestaccio, Intero: € 11,00; Ridotto: € 9,00. Valido 7 giorni (acquistando il biglietto al MACRO si ha la possibilità di visitare anche il MACRO TESTACCIO nell'arco di 7 giorni). Per i cittadini residenti nel Comune di Roma: Intero € 10,00; Ridotto € 8,00
Orario di apertura
martedì - domenica 11-22 (la biglietteria chiude alle 21) Chiuso il lunedì
Vernissage
24 Giugno 2011, ore 19
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore
Curatore