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Giuseppe Ingegneri – In cima alla vita
In mostra le opere del pittore italiano che ci ha ormai lasciato un patrimonio figurale di straordinaria ricchezza e varietà, per cui paesaggi, nudi, squarci di vita e di società africana, sono l’elemento perniante che ritroviamo in tutta la sua produzione.
Comunicato stampa
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“Scenari” si campiona ad essere, in una città come Firenze, lo specchio di un’arte di frontiera, assolutamente in movimento, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere l’arte nuova e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi in un clima di saccheggiamento della realtà, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Finestre sul mondo è un punto di partenza. Con “Scenari” si troveranno ad essere coinvolti, ogni volta, sei artisti con sei mostre personali. I sei di questo capitolo sono Natale Addamiano, Andrea Bonfini, Giuseppe Ingegneri, Marco Melodia, Lorenzo Scarabelli, Marisa Settembrini.
Scrive Carlo Franza nel testo: “ Una intera vita dedicata all'arte, tanto da arrivare in cima alla vita con i risultati raggiunti per spessore, composizione, liricità, storia, e colori di febbrile poesia. Così Giuseppe Ingegneri artista italiano in giro per il mondo, che ha trascorso decenni nell'Africa Orientale, lo potremmo anche definire pittore etnografico che ci ha ormai lasciato un patrimonio figurale di straordinaria ricchezza e varietà, per cui paesaggi, nudi, squarci di vita e di società africana, sono l'elemento perniante che ritroviamo in tutta la sua produzione. Ingegneri ha avuto diversi periodi, tra cui anche quello africano, e tutti lasciano individuare la maestria e la passione che il maestro italiano ha avuto in tutta la sua esistenza, la grande capacità di disegnare dal vero, mai cogliendone la semplice forma, anzi l'anima di ogni cosa, l'appassionata vitalità romantica che tiene in vita soggetto e colore. Popolarità e tradizione, classicità e ricerca di una perduta armonia, folclore e civiltà pura e incorrotta, tutto si svolge all'insegna della versione moderna del buon selvaggio rousseauiano, tutto si apparenta in lezione che, dai fiamminghi agli olandesi, si porta verso le scuole regionali italiane, facendone un maestro di sensibile caratura, di raffinata poetica, di storia e società, di costume e culture extraeuropee. La lezione di Giuseppe Ingegneri si fa stringente e mirata quando dell'immagine, della figura e del nudo ne fa un capitolo assoluto, talmente alto da significarlo maestro capace di rigorose formule, di elegante rigore e di monumentalità delle forme pure e decantate che traducono la bellezza interna di sguardi e mistica orientaleggiante”.
Biografia dell'artista
Giuseppe Ingegneri è nato ad Adria nel 1913. Nel ’35 parte volontario per l’Africa. Il continente nero, le sue donne, l’intera poesia africana gli danno il mal d’Africa e quindi, terminata la guerra, decide di rimanere: saranno trent’anni di vita e di avventure prima di ritornare in Italia. Nel 1939 espone alla prima Collettiva d’Arte di Addis Abeba. Nel 1940 esegue sculture per la Casa Cattolica di Addis Abeba. Poi, dopo tre anni di prigionia, tra insegnamento e mostre personali. Fino al 1964 rimane in Eritrea. E’ in questo periodo che la stampa di Asmara pubblica recensioni e note critiche. Lo Storico dell'Arte Prof. Carlo Franza così giudica il pittore e le sue opere: Ingegneri lavora scartando le vane immagini, il divenire delle superfici, mentre deposita le immagini pesanti, centrali, plastiche, intime della materia, e come figura e come elemento cosmogonico”. Ha così creato un grande poema africano, insieme realistico e fantastico che si sente palpitare attraverso la respirazione tranquilla di questo mondo con il suo spessore fisico, il suo senso di peso, la sua oscura densità, ricco insomma di quelle forze interne che si condensano in eros. Si pensi e si ammirano i densi paesaggi, le bagnanti e le ragazze etiopico-eritree che diventano il punto in cui l’immagine erotica e l’immagine terrestre coincidono; i cactus e i maestosi baobab che si oscurano e si induriscono in una verde roccia; i cieli carichi di pulsanti alternative tra il giorno e la notte; la luce libera e il groviglio oscuro e denso della pelle delle ragazze africane; la calma ondeggiante delle carovane di cammelli; gli aggregati sociali evidenti dai tucul nel bassopiano etiopico o le città di Adigrat, Massaua e Asmara”. Dopo la morte si sono tenute antologiche a Firenze e a Roma e insignito, alla memoria, del Premio delle Arti Premio della Cultura edizione 2011 al Circolo della Stampa di Milano.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Modena e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008.
Scrive Carlo Franza nel testo: “ Una intera vita dedicata all'arte, tanto da arrivare in cima alla vita con i risultati raggiunti per spessore, composizione, liricità, storia, e colori di febbrile poesia. Così Giuseppe Ingegneri artista italiano in giro per il mondo, che ha trascorso decenni nell'Africa Orientale, lo potremmo anche definire pittore etnografico che ci ha ormai lasciato un patrimonio figurale di straordinaria ricchezza e varietà, per cui paesaggi, nudi, squarci di vita e di società africana, sono l'elemento perniante che ritroviamo in tutta la sua produzione. Ingegneri ha avuto diversi periodi, tra cui anche quello africano, e tutti lasciano individuare la maestria e la passione che il maestro italiano ha avuto in tutta la sua esistenza, la grande capacità di disegnare dal vero, mai cogliendone la semplice forma, anzi l'anima di ogni cosa, l'appassionata vitalità romantica che tiene in vita soggetto e colore. Popolarità e tradizione, classicità e ricerca di una perduta armonia, folclore e civiltà pura e incorrotta, tutto si svolge all'insegna della versione moderna del buon selvaggio rousseauiano, tutto si apparenta in lezione che, dai fiamminghi agli olandesi, si porta verso le scuole regionali italiane, facendone un maestro di sensibile caratura, di raffinata poetica, di storia e società, di costume e culture extraeuropee. La lezione di Giuseppe Ingegneri si fa stringente e mirata quando dell'immagine, della figura e del nudo ne fa un capitolo assoluto, talmente alto da significarlo maestro capace di rigorose formule, di elegante rigore e di monumentalità delle forme pure e decantate che traducono la bellezza interna di sguardi e mistica orientaleggiante”.
Biografia dell'artista
Giuseppe Ingegneri è nato ad Adria nel 1913. Nel ’35 parte volontario per l’Africa. Il continente nero, le sue donne, l’intera poesia africana gli danno il mal d’Africa e quindi, terminata la guerra, decide di rimanere: saranno trent’anni di vita e di avventure prima di ritornare in Italia. Nel 1939 espone alla prima Collettiva d’Arte di Addis Abeba. Nel 1940 esegue sculture per la Casa Cattolica di Addis Abeba. Poi, dopo tre anni di prigionia, tra insegnamento e mostre personali. Fino al 1964 rimane in Eritrea. E’ in questo periodo che la stampa di Asmara pubblica recensioni e note critiche. Lo Storico dell'Arte Prof. Carlo Franza così giudica il pittore e le sue opere: Ingegneri lavora scartando le vane immagini, il divenire delle superfici, mentre deposita le immagini pesanti, centrali, plastiche, intime della materia, e come figura e come elemento cosmogonico”. Ha così creato un grande poema africano, insieme realistico e fantastico che si sente palpitare attraverso la respirazione tranquilla di questo mondo con il suo spessore fisico, il suo senso di peso, la sua oscura densità, ricco insomma di quelle forze interne che si condensano in eros. Si pensi e si ammirano i densi paesaggi, le bagnanti e le ragazze etiopico-eritree che diventano il punto in cui l’immagine erotica e l’immagine terrestre coincidono; i cactus e i maestosi baobab che si oscurano e si induriscono in una verde roccia; i cieli carichi di pulsanti alternative tra il giorno e la notte; la luce libera e il groviglio oscuro e denso della pelle delle ragazze africane; la calma ondeggiante delle carovane di cammelli; gli aggregati sociali evidenti dai tucul nel bassopiano etiopico o le città di Adigrat, Massaua e Asmara”. Dopo la morte si sono tenute antologiche a Firenze e a Roma e insignito, alla memoria, del Premio delle Arti Premio della Cultura edizione 2011 al Circolo della Stampa di Milano.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Modena e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008.
14
aprile 2012
Giuseppe Ingegneri – In cima alla vita
Dal 14 aprile al 18 ottobre 2012
arte contemporanea
Location
PLUS FLORENCE
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Orario di apertura
da lunedì a domenica su appuntamento
Vernissage
14 Aprile 2012, ore 18.00
Autore
Curatore