In un’epoca in cui la “politica” spesso domina il discorso estetico, si è scelto di non subordinare questa rassegna né a un tema dominante né a un unico genere artistico, e di resistere a ogni tentativo di categorizzazione diretta. Piuttosto si è puntato ad uno spazio condiviso ma libero da ogni confine topografico, nel quale i criteri di valutazione e le condizioni della produzione artistica sono in continuo mutamento. Il significato di Clandestini si muove su livelli multipli, rinviando di volta in volta sia allo spettatore, sia all’opera d’arte, sia all’artista stesso. Il filo conduttore che unisce gli artisti di questa rassegna è la loro disponibilità a superare i limiti del mondo reale e del discorso artistico proponendo soluzioni alternative che sfidano ogni aspettativa. Le opere selezionate per Clandestini sono dichiarazioni personali che contemporaneamente rispecchiano la condizione umana. Esse riflettono una grande varietà di scelta nei temi e nei mezzi espressivi, pur mantenendo l’integrità e il carattere distintivo di ogni individuale processo di ricerca. Questi artisti si confrontano con temi via via personali, sociali, politici o artistici con una visione complessiva che però elude ogni tipo di classificazione formale.