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Paolo Grassino – Senza Nome
Ciò che caratterizza l’opera di Grassino è l’utilizzo di un materiale industriale
come il pvc schiumato. La tradizionale maglia in spugna sintetica che si
usa per i tappetini del bagno qui viene scomposta come fosse un gomitolo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La seconda mostra della galleria v.m.21 arte contemporanea diretta da Micol
Veller e Maurizio Minuti ospita la prima personale romana dell'artista
torinese
Paolo Grassino dal titolo senza nome. Tra le opere esposte Grassino presenta
una video-installazione, i miei vicini di casa, già proposto a Torino,
a
maggio scorso, nell'ex fabbrica Nebiolo in occasione della mostra fresh
kills
(prodotta dalla galleria Giorgio Persano), e una grande scultura, il rottame
di un'automobile nera abitata da un branco di cani neri, senza orecchie
né
bocca.
Ciò che caratterizza l'opera di Grassino è l'utilizzo di un materiale industriale
come il pvc schiumato. La tradizionale maglia in spugna sintetica che si
usa per i tappetini del bagno qui viene scomposta come fosse un gomitolo
per essere ritessuta in un lavoro di pazienza certosina, e forse un po'
ossessiva,
filo su filo a ricoprire lo scheletro delle forme costruite. La morbidezza
e la leggerezza del materiale spugnoso, che copre le sagome costruite in
polistirolo, è in assoluto contrasto con la durezza delle immagini create
rese ancor più aspre dai toni del nero su nero.
Le pareti della prima sala della galleria saranno ricoperte dalla stessa
maglia in pvc bianca dove poggiano tre sculture a parete, vassoi che contengono
forme zoomorfe, difficilmente riconoscibili, pronte per imbandire il tavolo
di un banchetto di caccia. Il filo rosso che lega il video i miei vicini
di casa e le sculture è una metafora sulla trasformazione continua nella
vita delle persone, degli animali, delle cose attraverso il tempo. I miei
vicini di casa sono extra-comunitari, clandestini che abitano un'ex officina
in demolizione per il recupero urbano dell'area, e che si pagano la pigione
con i costosi mattoni di antica fattura che ogni giorno smontano da quelle
stesse pareti.
I cani che abitano la carcassa dell'auto non sono più i migliori amici
dell'uomo,
creature docili e domestiche, ma cacciatori, clandestini in cerca di preda
per sfamare il branco. Per entrambi, animali o uomini, la vita è una lotta
quotidiana per la sopravvivenza.
Grassino spiega così il tema della sua mostra senza nome: "la mancanza
d'identità,
crea sodalizio tra individui che nell'ombra vivono oltre i margini possibili,
creando territori paralleli in quei luoghi in attesa di conversione o usati
normalmente per i rifiuti e gli scarti. Le loro case non hanno finestre
né
acqua, né riscaldamento, nulla di ciò che per un cittadino normale è indispensabile.
Eppure resistono stoicamente al disagio, alle umiliazioni allo sfruttamento,
vivendo in un limbo urbano lontano dal facile paradiso che si aspettavano.
Sono lì oltre il muro di cinta delle nostre abitazioni, non su di uno schermo
sordo che si possa osservare con indifferenza, si mimetizzano con la polvere
per l'illegalità, hanno le mani nere e i denti rotti, aspettano il loro
turno
pazientemente."
Veller e Maurizio Minuti ospita la prima personale romana dell'artista
torinese
Paolo Grassino dal titolo senza nome. Tra le opere esposte Grassino presenta
una video-installazione, i miei vicini di casa, già proposto a Torino,
a
maggio scorso, nell'ex fabbrica Nebiolo in occasione della mostra fresh
kills
(prodotta dalla galleria Giorgio Persano), e una grande scultura, il rottame
di un'automobile nera abitata da un branco di cani neri, senza orecchie
né
bocca.
Ciò che caratterizza l'opera di Grassino è l'utilizzo di un materiale industriale
come il pvc schiumato. La tradizionale maglia in spugna sintetica che si
usa per i tappetini del bagno qui viene scomposta come fosse un gomitolo
per essere ritessuta in un lavoro di pazienza certosina, e forse un po'
ossessiva,
filo su filo a ricoprire lo scheletro delle forme costruite. La morbidezza
e la leggerezza del materiale spugnoso, che copre le sagome costruite in
polistirolo, è in assoluto contrasto con la durezza delle immagini create
rese ancor più aspre dai toni del nero su nero.
Le pareti della prima sala della galleria saranno ricoperte dalla stessa
maglia in pvc bianca dove poggiano tre sculture a parete, vassoi che contengono
forme zoomorfe, difficilmente riconoscibili, pronte per imbandire il tavolo
di un banchetto di caccia. Il filo rosso che lega il video i miei vicini
di casa e le sculture è una metafora sulla trasformazione continua nella
vita delle persone, degli animali, delle cose attraverso il tempo. I miei
vicini di casa sono extra-comunitari, clandestini che abitano un'ex officina
in demolizione per il recupero urbano dell'area, e che si pagano la pigione
con i costosi mattoni di antica fattura che ogni giorno smontano da quelle
stesse pareti.
I cani che abitano la carcassa dell'auto non sono più i migliori amici
dell'uomo,
creature docili e domestiche, ma cacciatori, clandestini in cerca di preda
per sfamare il branco. Per entrambi, animali o uomini, la vita è una lotta
quotidiana per la sopravvivenza.
Grassino spiega così il tema della sua mostra senza nome: "la mancanza
d'identità,
crea sodalizio tra individui che nell'ombra vivono oltre i margini possibili,
creando territori paralleli in quei luoghi in attesa di conversione o usati
normalmente per i rifiuti e gli scarti. Le loro case non hanno finestre
né
acqua, né riscaldamento, nulla di ciò che per un cittadino normale è indispensabile.
Eppure resistono stoicamente al disagio, alle umiliazioni allo sfruttamento,
vivendo in un limbo urbano lontano dal facile paradiso che si aspettavano.
Sono lì oltre il muro di cinta delle nostre abitazioni, non su di uno schermo
sordo che si possa osservare con indifferenza, si mimetizzano con la polvere
per l'illegalità, hanno le mani nere e i denti rotti, aspettano il loro
turno
pazientemente."
28
settembre 2004
Paolo Grassino – Senza Nome
Dal 28 settembre al 15 novembre 2004
arte contemporanea
Location
VM21ARTECONTEMPORANEA
Roma, Via Della Vetrina, 21, (Roma)
Roma, Via Della Vetrina, 21, (Roma)
Orario di apertura
lunedì/venerdì 10.30/19.30
Vernissage
28 Settembre 2004, ORE 19.00