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Gabriele Di Matteo / Andrea Facco – Lo strano caso di Joan Mitchell
Da molti anni ormai questo
dilemma affligge la città di Lissone ed è
inutile continuare a sperare di poter far luce
sullo strano caso di Joan Mitchell.
A questo proposito è stato
chiesto a Gabriele Di Matteo e Andrea Facco
di “colmare il vuoto” creatosi nella collezione
permanente del MAC
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Museo d’Arte Contemporanea
Viale Padania 6
20851 Lissone - MB
www.museolissone.it
museo@comune.lissone.mb.it
tel. 039 7397368 – 039 2145174
Martedì, Mercoledì, Venerdì h 15-19
Giovedì h 15-23
Sabato e Domenica h 10-12 / 15-19
LO STRANO CASO DI
JOAN MITCHELL
MEDIA PARTNER
Palazzo del Mobile di Lissone, 29 ottobre
1961. Alla presenza di Ungaretti si inaugura
l’esposizione del XII Premio Lissone. È la
quinta edizione a carattere internazionale e la
prima ad configurarsi come una mostra vera
e propria. Articolato in cinque diverse sezioni
tematiche, il Premio riconferma le partecipazioni
Europee e Giapponesi, estendendo
l’invito anche all’America. Nella sezione “Valori
rappresentativi” partecipano De Kooning,
Francis, Kline, Mathieu, Pollock, Riopelle,
Rothko e Tobey, mentre nella “Rassegna
della pittura internazionale” vi figurano Bluhm,
Frankenthaler, Gottlieb, Jenkins, Johns, Mitchell,
Morris, Noland, Rauschenberg. Sotto
l’egida di Guido Le Noci, allora segretario del
premio, la manifestazione verrà ricordata
come la più importante tra tutte quelle organizzate
nell’arco di un ventennio.
Quando nel 1995 Roberta Cloe Piccoli cura il
catalogo della collezione del Premio, non
viene fatto cenno ai premi conferiti nel 1961,
eccetto quello assegnato a Mario Schifano (i
premi acquisto di quell’anno comprendono
anche Dufrêne, Brüning, Bellegarde, Nikos e
Scanavino; altri premi, dello stesso importo,
vengono assegnati a Barré, Bertini, Downing,
Frankenthaler e Hains). Nel 1996 la Piccoli
torna sull’argomento pubblicando il volume
“Una straordinaria avventura” in cui vengono
raccolti documenti inerenti il Premio, ma anche
in quell’occasione si sorvola sul Gran
Premio Internazionale del 1961 che ammontava
a un milione di lire. Lo stesso accade
nelle tante altre pubblicazioni dedicate allo
storico Premio Lissone. È solo dal verbale
della giuria che è possibile far luce sul vincitore
della XII edizione; come si apprende dal
documento, la commissione presieduta da
Argan era formata da Brandi, Gamzu, Haftmann,
Leymarie, Restany, Spiteris e Valsecchi,
i quali restringono la rosa dei candidati a
Gottlieb, Mitchell, Moreni, Scialoja, Twombly.
Dopo ulteriori esami, il premio viene conteso
tra Mitchell e Twombly, infine, con uno scarto
di un solo voto, vince la giovane Mitchell. Del
verdetto dà notizia Marco Valsecchi sul quotidiano
“Tempo” del 25 novembre 1961: «per i
premi l’attenzione della giuria si fermò alla
fine sui dipinti di Moreni, Twombly, Mitchell,
tutti e tre di un fervore inventivo, variamente
emozionato sul limite appassionato dell’esistenza;
[…] nell’ultima selezione è emersa
l’americana Joan Mitchell col suo dipinto che
si ricollega, con spirito moderno, ai grandi
Giardini di Monet, dell’ultimo prodigioso Monet
del periodo di Giverny». Meno lusinghiero
è l’articolo che Dino Buzzati firma in data 2/3
novembre 1961 sulle pagine del Corriere
dell’informazione: «La scelta è caduta sulla
americana, per un quadro nel suo genere
solido, ma direi piuttosto anonimo». Difficile
dire se lo scrittore avesse torto o ragione,
perché di quell’opera non c’è traccia alcuna
nelle collezioni del MAC di Lissone. Cosa
ancor più strana, nel catalogo del 1961 la
Mitchell è citata soltanto nell’elenco dei partecipanti,
non esiste infatti nessuna riproduzione
fotografica dell’opera, né alcuna dicitura
che ne riporti il titolo, la tecnica e le
misure. Neppure negli archivi del comune, né
in quelli della biblioteca civica e della Famiglia
Artistica Lissonese esistono materiali o
informazioni in merito. Diversamente da tutte
le altre opere che si sono aggiudicate il Gran
Premio Internazionale, e che oggi si trovano
nel caveau del museo, nessuno ha saputo
dare spiegazioni sull’assenza del dipinto di
Joan Mitchell. Da molti anni ormai questo
dilemma affligge la città di Lissone ed è
inutile continuare a sperare di poter far luce
sullo strano caso di Joan Mitchell.
Walter Benjamin diceva che «le copie sono
memorie», ma com’è possibile tramandare ai
posteri una replica se si è perso ogni indizio
dell’originale? A questo proposito è stato
chiesto a Gabriele Di Matteo e Andrea Facco
di “colmare il vuoto” creatosi nella collezione
permanente del MAC, offrendo allo spettatore
la possibilità di addentrarsi in questo mistero.
PIANTERRENO
1 febbraio - 30 luglio 2014
INGRESSO LIBERO
LO STRANO CASO DI JOAN MITCHELL
GABRIELE DI MATTEO & ANDREA FACCO
A CURA DI ALBERTO ZANCHETTA
INAUGURAZIONE
sabato 1 febbraio
ore 18:00
Viale Padania 6
20851 Lissone - MB
www.museolissone.it
museo@comune.lissone.mb.it
tel. 039 7397368 – 039 2145174
Martedì, Mercoledì, Venerdì h 15-19
Giovedì h 15-23
Sabato e Domenica h 10-12 / 15-19
LO STRANO CASO DI
JOAN MITCHELL
MEDIA PARTNER
Palazzo del Mobile di Lissone, 29 ottobre
1961. Alla presenza di Ungaretti si inaugura
l’esposizione del XII Premio Lissone. È la
quinta edizione a carattere internazionale e la
prima ad configurarsi come una mostra vera
e propria. Articolato in cinque diverse sezioni
tematiche, il Premio riconferma le partecipazioni
Europee e Giapponesi, estendendo
l’invito anche all’America. Nella sezione “Valori
rappresentativi” partecipano De Kooning,
Francis, Kline, Mathieu, Pollock, Riopelle,
Rothko e Tobey, mentre nella “Rassegna
della pittura internazionale” vi figurano Bluhm,
Frankenthaler, Gottlieb, Jenkins, Johns, Mitchell,
Morris, Noland, Rauschenberg. Sotto
l’egida di Guido Le Noci, allora segretario del
premio, la manifestazione verrà ricordata
come la più importante tra tutte quelle organizzate
nell’arco di un ventennio.
Quando nel 1995 Roberta Cloe Piccoli cura il
catalogo della collezione del Premio, non
viene fatto cenno ai premi conferiti nel 1961,
eccetto quello assegnato a Mario Schifano (i
premi acquisto di quell’anno comprendono
anche Dufrêne, Brüning, Bellegarde, Nikos e
Scanavino; altri premi, dello stesso importo,
vengono assegnati a Barré, Bertini, Downing,
Frankenthaler e Hains). Nel 1996 la Piccoli
torna sull’argomento pubblicando il volume
“Una straordinaria avventura” in cui vengono
raccolti documenti inerenti il Premio, ma anche
in quell’occasione si sorvola sul Gran
Premio Internazionale del 1961 che ammontava
a un milione di lire. Lo stesso accade
nelle tante altre pubblicazioni dedicate allo
storico Premio Lissone. È solo dal verbale
della giuria che è possibile far luce sul vincitore
della XII edizione; come si apprende dal
documento, la commissione presieduta da
Argan era formata da Brandi, Gamzu, Haftmann,
Leymarie, Restany, Spiteris e Valsecchi,
i quali restringono la rosa dei candidati a
Gottlieb, Mitchell, Moreni, Scialoja, Twombly.
Dopo ulteriori esami, il premio viene conteso
tra Mitchell e Twombly, infine, con uno scarto
di un solo voto, vince la giovane Mitchell. Del
verdetto dà notizia Marco Valsecchi sul quotidiano
“Tempo” del 25 novembre 1961: «per i
premi l’attenzione della giuria si fermò alla
fine sui dipinti di Moreni, Twombly, Mitchell,
tutti e tre di un fervore inventivo, variamente
emozionato sul limite appassionato dell’esistenza;
[…] nell’ultima selezione è emersa
l’americana Joan Mitchell col suo dipinto che
si ricollega, con spirito moderno, ai grandi
Giardini di Monet, dell’ultimo prodigioso Monet
del periodo di Giverny». Meno lusinghiero
è l’articolo che Dino Buzzati firma in data 2/3
novembre 1961 sulle pagine del Corriere
dell’informazione: «La scelta è caduta sulla
americana, per un quadro nel suo genere
solido, ma direi piuttosto anonimo». Difficile
dire se lo scrittore avesse torto o ragione,
perché di quell’opera non c’è traccia alcuna
nelle collezioni del MAC di Lissone. Cosa
ancor più strana, nel catalogo del 1961 la
Mitchell è citata soltanto nell’elenco dei partecipanti,
non esiste infatti nessuna riproduzione
fotografica dell’opera, né alcuna dicitura
che ne riporti il titolo, la tecnica e le
misure. Neppure negli archivi del comune, né
in quelli della biblioteca civica e della Famiglia
Artistica Lissonese esistono materiali o
informazioni in merito. Diversamente da tutte
le altre opere che si sono aggiudicate il Gran
Premio Internazionale, e che oggi si trovano
nel caveau del museo, nessuno ha saputo
dare spiegazioni sull’assenza del dipinto di
Joan Mitchell. Da molti anni ormai questo
dilemma affligge la città di Lissone ed è
inutile continuare a sperare di poter far luce
sullo strano caso di Joan Mitchell.
Walter Benjamin diceva che «le copie sono
memorie», ma com’è possibile tramandare ai
posteri una replica se si è perso ogni indizio
dell’originale? A questo proposito è stato
chiesto a Gabriele Di Matteo e Andrea Facco
di “colmare il vuoto” creatosi nella collezione
permanente del MAC, offrendo allo spettatore
la possibilità di addentrarsi in questo mistero.
PIANTERRENO
1 febbraio - 30 luglio 2014
INGRESSO LIBERO
LO STRANO CASO DI JOAN MITCHELL
GABRIELE DI MATTEO & ANDREA FACCO
A CURA DI ALBERTO ZANCHETTA
INAUGURAZIONE
sabato 1 febbraio
ore 18:00
01
febbraio 2014
Gabriele Di Matteo / Andrea Facco – Lo strano caso di Joan Mitchell
Dal primo febbraio al 30 luglio 2014
arte contemporanea
Location
MAC – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI LISSONE
Lissone, Viale Elisa Ancona, 6, (Monza E Brianza)
Lissone, Viale Elisa Ancona, 6, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
Martedì, Mercoledì, Venerdì h 15-19
Giovedì h 15-23
Sabato e Domenica h 10-12 / 15-19
Vernissage
1 Febbraio 2014, h 18.00
Autore