Spaziografico realizza una mostra di dieci autori che hanno accettato di aderire a una visione innovativa della fotografia, con la quale rompere il filo col passato.
Se cercate le foto in cornice qui non le trovate. Qui le foto sono state scelte non tanto per la sola perfezione tecnica, quanto per l’impatto visivo e di significato; sono state riprodotte e rielaborate con la fotocopiatrice; l’opera finale è fatta d’immagini ripetute, sovrapposte, accostate con un gesto quasi istintivo e comunque con un intento non più legato al “bello” in sé, piuttosto all’efficacia della composizione complessiva.
Il risultato? Sono opere che si possono senz’altro ritenere libere dagli schemi tradizionali, quelli che definiscono la fotografia come “classica” e che, appunto per questo, propongono un Neo-classicismo dell’immagine fotografica, più aderente al sentire attuale e nello stesso tempo vicino alla pittura.
La libertà della pittura che incontra la libertà della visione fermata in uno scatto, l’innovazione nella composizione dell’immagine: ecco quello che trovate in questa mostra, grazie all’inventiva, alla trasgressione creativa e, perché no, anche al coraggio di Andrea Anselmi, Federico Balotti, Paolo Buccianti, Claudio Carnesecchi, Sandra Stella Gimigliano, Fernanda Guidi, Luca Pratelli, Valerio Radi, Fabio Sartori, Erika Sili