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Marisa Settembrini – Verso l’Infinito e oltre. Omaggio a Leopardi
L’Artista legge esteticamente e pittoricamente il mondo che è forma e colore, e la vita stessa che scorre in superficie, e la transitorietà del tempo che riduce tutto a un frammento, a un simbolo, a quell’infinito che espone la natura alla vita e alla morte.
Comunicato stampa
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“Scenari” si campiona ad essere, in una città come Firenze, lo specchio di un’arte di frontiera, assolutamente in movimento, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere l’arte nuova e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi in un clima di saccheggiamento della realtà, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Finestre sul mondo è un punto di partenza. Con “Scenari” si troveranno ad essere coinvolti, ogni volta, sei artisti con sei mostre personali. I sei di questo capitolo sono Andy Ceausu, Andrea Felice, Loi di Campi, Marisa Settembrini, Eugenia Serafini, La Scuola di Fotografia dell’Accademia di Brera (Roberto Rosso, Alessia Tagliabue, Giulia Galazzi, Giulia De Luca, Luana Abbruzzese, Yunes Calore, Gabriele Marrosu, Maila Bidoli).
Scrive Carlo Franza nel testo: “Due secoli d’infinito, anzi due secoli dalla stesura de “l’Infinito” di Giacomo Leopardi, poeta e filosofo, come amo ricordarlo, mi portano a fare una riflessione sull’infinitezza nel mondo dell’arte, e a leggere quei tratti estetici e quelle poetiche che hanno indagato attraverso scritti, parole, dipinti e opere d’arte in genere, l’infinito legato al sentire dell’individuo. E badate bene che dal Romanticismo al Duemila sono stati tanti gli artisti che hanno trovato in questo concetto la vera visione del mondo. Duecento anni orsono, nella “tormentata quiete” di Recanati, Giacomo Leopardi (Recanati, 1798 ‒Napoli, 1837) scrisse L’infinito, un idillio d’ineffabile bellezza che indagava sulla potenza immaginativa del pensiero umano ( “e quel profondo infinito seren…”), sulla capacità di spingersi oltre le siepi e i muri, ovvero oltre quel limite d’orizzonte, per esplorare regioni sconosciute dove proiettare la propria anima e lasciare traccia di sé e della propria esistenza. Quel pensiero “ove per poco il cor non si spaura”, più che richiamo alla selva dantesca, lascia pensare al clima d’angoscia di Nietzsche. Tuttavia Leopardi, poeta e filosofo del dolore, ma anche fiero assertore del potenziale dell’umanità in lotta contro la natura, affronta l’immensità con stoico coraggio. E, ispirata da lui, anche l’arte ha guardato e guarda oltre la siepe. Da questi concetti, da queste icone, l’orizzonte, il bosco e la siepe, il muro, la natura e altro ancora, muove Marisa Settembrini per rendere con un corposo suo lavoro concettuale e installativo di teleri sequenziali un senso alle apparenze, l’invisibile che si nasconde al visibile, l’insondabile che si nasconde nel sondabile, di leggere le apparenze negli sguardi, in un fiore, nei volti, nel paesaggio, nel mare, di leggere gioia e tristezza, inquietudine e angoscia, nostalgia e disperazione. Rainer Maria Rilke in “Vento e destino” lascia osservare l’infinità di chiaro e di scuro, di luci e di ombre, di segreto e misterioso che germoglia nella vita e nel silenzio delle tempeste del cuore e nelle inquietudini dell’anima. Così Marisa Settembrini attraverso questi corpi-cosa, di scenari ossificati avvolti da un silenzio divorativo, legge esteticamente e pittoricamente il mondo che è forma e colore, e la vita stessa che scorre in superficie, e la transitorietà del tempo che riduce tutto a un frammento, a un simbolo, a quell’infinito che espone la natura alla vita e alla morte, e in quanto così esposta -osserva Benjamin- è “allegoria da sempre”.
Biografia dell'artista
Marisa Settembrini è nata a Gagliano del Capo (Lecce) nel 1955. Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera e la Kunst Akademie di Monaco di Baviera, oggi è titolare della cattedra di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico di Brera, a Milano, città dove vive e che alterna con i riposi nella cittadina salentina di Alessano. La sua attività parte dal 1976 con l’invito alla mostra “La nuova figurazione italiana” al Palazzo dei Congressi di Roma, per conto della Quadriennale Romana. Numerose le mostre personali e le installazioni in Italia (Roma, Firenze, Alcamo, Lecce, Todi, Milano, Erice, San Vito Lo Capo, Pavia, Brescia, Sondrio, Loreto, Teglio, ecc.) e all’estero (New York, Monaco di Baviera, Berlino, Dusseldorf), e le partecipazioni a importanti rassegne. Nel 2011 viene invitata da Vittorio Sgarbi a partecipare alla 54ma edizione della Biennale di Venezia. E’ presente in vari Musei stranieri (Berlino, Montreal, New York) e italiani. Ha inoltre elaborato in coedizione con alcuni scrittori varie cartelle di grafica. E’ stata segnalata da Jean Pierre Jouvet nel Catalogo Comanducci n. 14 e da Domenico Montalto nel n. 27.Ha vinto importanti premi, tra cui il Premio delle Arti- Premio della Cultura al Circolo della Stampa di Milano, nel 2017 il Premium International Florence Seven Stars- Grand Prix Absolute a Firenze, nel 2018 a Roma-Sala Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per la Docenza a Brera e l’Arte.
Della sua arte hanno scritto critici e scrittori italiani e stranieri, da Argan a Carluccio, da A. Del Guercio a Fabiani, da Ferguson, a Carlo Franza, da Armando Ginesi a Virgilio Guzzi e a D. Montalto, dalla E. Muritti a N. Ponente, da F. Russoli a R. Sanesi, da Evelina Schatz a Walter Schonenberg, da Fulvio Papi a Marco Valsecchi.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora krisiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero fondato e diretto da Vittorio Feltri. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte. Nel 2016 ha vinto a Roma nella Biblioteca Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per il Giornalismo, la Docenza Universitaria e la Critica d’Arte.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Due secoli d’infinito, anzi due secoli dalla stesura de “l’Infinito” di Giacomo Leopardi, poeta e filosofo, come amo ricordarlo, mi portano a fare una riflessione sull’infinitezza nel mondo dell’arte, e a leggere quei tratti estetici e quelle poetiche che hanno indagato attraverso scritti, parole, dipinti e opere d’arte in genere, l’infinito legato al sentire dell’individuo. E badate bene che dal Romanticismo al Duemila sono stati tanti gli artisti che hanno trovato in questo concetto la vera visione del mondo. Duecento anni orsono, nella “tormentata quiete” di Recanati, Giacomo Leopardi (Recanati, 1798 ‒Napoli, 1837) scrisse L’infinito, un idillio d’ineffabile bellezza che indagava sulla potenza immaginativa del pensiero umano ( “e quel profondo infinito seren…”), sulla capacità di spingersi oltre le siepi e i muri, ovvero oltre quel limite d’orizzonte, per esplorare regioni sconosciute dove proiettare la propria anima e lasciare traccia di sé e della propria esistenza. Quel pensiero “ove per poco il cor non si spaura”, più che richiamo alla selva dantesca, lascia pensare al clima d’angoscia di Nietzsche. Tuttavia Leopardi, poeta e filosofo del dolore, ma anche fiero assertore del potenziale dell’umanità in lotta contro la natura, affronta l’immensità con stoico coraggio. E, ispirata da lui, anche l’arte ha guardato e guarda oltre la siepe. Da questi concetti, da queste icone, l’orizzonte, il bosco e la siepe, il muro, la natura e altro ancora, muove Marisa Settembrini per rendere con un corposo suo lavoro concettuale e installativo di teleri sequenziali un senso alle apparenze, l’invisibile che si nasconde al visibile, l’insondabile che si nasconde nel sondabile, di leggere le apparenze negli sguardi, in un fiore, nei volti, nel paesaggio, nel mare, di leggere gioia e tristezza, inquietudine e angoscia, nostalgia e disperazione. Rainer Maria Rilke in “Vento e destino” lascia osservare l’infinità di chiaro e di scuro, di luci e di ombre, di segreto e misterioso che germoglia nella vita e nel silenzio delle tempeste del cuore e nelle inquietudini dell’anima. Così Marisa Settembrini attraverso questi corpi-cosa, di scenari ossificati avvolti da un silenzio divorativo, legge esteticamente e pittoricamente il mondo che è forma e colore, e la vita stessa che scorre in superficie, e la transitorietà del tempo che riduce tutto a un frammento, a un simbolo, a quell’infinito che espone la natura alla vita e alla morte, e in quanto così esposta -osserva Benjamin- è “allegoria da sempre”.
Biografia dell'artista
Marisa Settembrini è nata a Gagliano del Capo (Lecce) nel 1955. Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera e la Kunst Akademie di Monaco di Baviera, oggi è titolare della cattedra di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico di Brera, a Milano, città dove vive e che alterna con i riposi nella cittadina salentina di Alessano. La sua attività parte dal 1976 con l’invito alla mostra “La nuova figurazione italiana” al Palazzo dei Congressi di Roma, per conto della Quadriennale Romana. Numerose le mostre personali e le installazioni in Italia (Roma, Firenze, Alcamo, Lecce, Todi, Milano, Erice, San Vito Lo Capo, Pavia, Brescia, Sondrio, Loreto, Teglio, ecc.) e all’estero (New York, Monaco di Baviera, Berlino, Dusseldorf), e le partecipazioni a importanti rassegne. Nel 2011 viene invitata da Vittorio Sgarbi a partecipare alla 54ma edizione della Biennale di Venezia. E’ presente in vari Musei stranieri (Berlino, Montreal, New York) e italiani. Ha inoltre elaborato in coedizione con alcuni scrittori varie cartelle di grafica. E’ stata segnalata da Jean Pierre Jouvet nel Catalogo Comanducci n. 14 e da Domenico Montalto nel n. 27.Ha vinto importanti premi, tra cui il Premio delle Arti- Premio della Cultura al Circolo della Stampa di Milano, nel 2017 il Premium International Florence Seven Stars- Grand Prix Absolute a Firenze, nel 2018 a Roma-Sala Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per la Docenza a Brera e l’Arte.
Della sua arte hanno scritto critici e scrittori italiani e stranieri, da Argan a Carluccio, da A. Del Guercio a Fabiani, da Ferguson, a Carlo Franza, da Armando Ginesi a Virgilio Guzzi e a D. Montalto, dalla E. Muritti a N. Ponente, da F. Russoli a R. Sanesi, da Evelina Schatz a Walter Schonenberg, da Fulvio Papi a Marco Valsecchi.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora krisiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero fondato e diretto da Vittorio Feltri. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte. Nel 2016 ha vinto a Roma nella Biblioteca Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per il Giornalismo, la Docenza Universitaria e la Critica d’Arte.
30
marzo 2019
Marisa Settembrini – Verso l’Infinito e oltre. Omaggio a Leopardi
Dal 30 marzo al 17 ottobre 2019
arte contemporanea
Location
PLUS FLORENCE
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Orario di apertura
Da lunedì a domenica su appuntamento.
Vernissage
30 Marzo 2019, ore 18.00
Autore
Curatore