Il circo come ambientazione del suo mondo, Valentina Zummo ci porta nel luogo dove la fantasia non ha confini. Dove la magia si incontra con le emozioni, e i suoi personaggi inconfondibili ci conducono in una ingenua ma raffinata surrealtà. Un circo dell'animo umano apparentemente semplice ma sottilmente sofisticato, che evoca il mondo dell'inconscio tra dolci donnine sparate dal cannone e mostri della laguna.
Circo magico dove peraltro albergano tutte le metafore di un femminile che appare deprivato della gioia di esistere, le sue donnine “senza sorriso”, le facce stanche e segnate da un destino beffardo che le ricaccia ai confini del mondo, sponde di contenimento e soddisfazione di pulsioni altrui. La domatrice, la veggente, la strega, la donna dimezzata, dal mondo interiore ricco ma confinato in territori troppo angusti in cui perfino l’acrobata azzurra sembra non essere appagata neppure dai suoi voli.
Gli animali, o meglio le creature fantastiche sfuggite al pennello della Zummo, la fanno da padrone. Prima fra tutte il gatto, icona cara all’artista quanto all’umana, si ripropone più volte come musa prediletta e detiene la chiave, ma anche il lucchetto, della sua fervida ma a tratti misteriosa e arcana immaginazione; fido compagno di viaggio di una sconsolata e attonita Alice che, come la domatrice bionda sparata dal cannone, sembra essere stata catapultata suo malgrado nella vita.
Le opere di Valentina Zummo sono dipinte in acrilico sia su carta che su legno. La tecnica usata richiama quella del diorama, ossia l’ assemblaggio su più livelli.