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Mafonso – Città ad ovest di una stella
una selezionata scelta di opere inedite realizzate dall’artista campano Mafonso a partire dalla fine del 2002
Comunicato stampa
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Il 20 Maggio alle ore 18.00, alla presenza dell’artista, la Galleria Varart di Firenze, presenta una selezionata scelta di opere inedite realizzate dall’artista campano Mafonso a partire dalla fine del 2002. Quest’ultimo ciclo di lavori, circa una cinquantina di cui venticinque saranno presenti in mostra, ha per titolo: Città ad Ovest di una stella. La mostra sarà visitabile sino al 30 Luglio con i seguenti orari: 10.00 12.30 – 16.00 19.30 esclusi lunedì e festivi.
Città ad ovest di una stella sono epifanie mentali di luoghi senza tempo e senza spazio in cui un’umanità assente è appena ricordata nella essenza mitologica di arcaiche sagome proto-antropomorfiche. Un’anabasi nella pittura, la pittura di Mafonso, attraverso la invenzione/ripetizione classica e mai anacronistica dei suoi trentennali Segni/Simboli ed il loro annullamento caotico nel mare magnum di strutturazione informale che ha sempre caratterizzato e distinto la maggior parte dei suoi cicli di opere a partire da quel lontano gruppo di lavori dal titolo emblematico e preveggente “Alla maniera degli Altri” del 1972-74. Acrilici su tela e su carta: preziosi, raffinati ma anche inquietanti nella loro monocromia appena violata da lampi laminati di lieve colore che vanno respirati con lo sguardo e guardati attraverso lo pneuma dell’animo affinchè si possa intraprendere quel viaggio mentale attraverso cui Mafonso ricorda l’archetipo che, nella sua funzione mnemonica, viene riportato al limite estremo del tempo così come suggerito dall’artista stesso attraverso una sua brevissima nota che accompagna ed introduce l’esposizione: “E chiusi gli occhi. L’onda alfa-encefalica iniziò il lungo viaggio nell’infinito della mente. Ho attraversato la dimensione totale del non-tempo rincorso dal fotone di luce primordiale. L’ho potuto guardare in faccia mentre illuminava città senza mura. Non era ancora il tempo dell’uomo. Il rumore del silenzio infinito del groviglio neuronale è rimasto d’improvviso annichilito dalla corsa terminata del battito delle palpebre. Ho viaggiato ad ovest di una stella per scoprirvi mistiche città di improbabili Dei.”
Città ad ovest di una stella sono epifanie mentali di luoghi senza tempo e senza spazio in cui un’umanità assente è appena ricordata nella essenza mitologica di arcaiche sagome proto-antropomorfiche. Un’anabasi nella pittura, la pittura di Mafonso, attraverso la invenzione/ripetizione classica e mai anacronistica dei suoi trentennali Segni/Simboli ed il loro annullamento caotico nel mare magnum di strutturazione informale che ha sempre caratterizzato e distinto la maggior parte dei suoi cicli di opere a partire da quel lontano gruppo di lavori dal titolo emblematico e preveggente “Alla maniera degli Altri” del 1972-74. Acrilici su tela e su carta: preziosi, raffinati ma anche inquietanti nella loro monocromia appena violata da lampi laminati di lieve colore che vanno respirati con lo sguardo e guardati attraverso lo pneuma dell’animo affinchè si possa intraprendere quel viaggio mentale attraverso cui Mafonso ricorda l’archetipo che, nella sua funzione mnemonica, viene riportato al limite estremo del tempo così come suggerito dall’artista stesso attraverso una sua brevissima nota che accompagna ed introduce l’esposizione: “E chiusi gli occhi. L’onda alfa-encefalica iniziò il lungo viaggio nell’infinito della mente. Ho attraversato la dimensione totale del non-tempo rincorso dal fotone di luce primordiale. L’ho potuto guardare in faccia mentre illuminava città senza mura. Non era ancora il tempo dell’uomo. Il rumore del silenzio infinito del groviglio neuronale è rimasto d’improvviso annichilito dalla corsa terminata del battito delle palpebre. Ho viaggiato ad ovest di una stella per scoprirvi mistiche città di improbabili Dei.”