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Francesco Balsamo – Opere su carta
Sono una festa per gli occhi le bizzarre nature morte di piante carnivore e gli interni di sapore tardo ottocentesco del catanese Francesco Balsamo
Comunicato stampa
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Sono una festa per gli occhi le bizzarre nature morte di piante carnivore e gli interni di sapore tardo ottocentesco che il catanese Francesco Balsamo esporrà da giovedì 20 ottobre presso la Galleria Ricerca d’Arte di Via Giulia.
Catturano l’attenzione con l’esca di una perizia esecutiva straordinaria, col fascino mai spento del lenticolarismo fiammingo, ma sono trappole. Trappole che dietro alla lusinga di godibili immagini concepite come al tempo in cui la pittura camminava a braccetto con la tecnica e con l’estetica, nascondono le insidie dell’ambiguità e dell’inquietudine proprie dell’arte contemporanea.
Per illustrare i suoi dipinti dalla doppia natura – comprensibili/enigmatici, rasserenanti/spiazzanti, démodé/moderni – il pittore Balsamo parte dalla definizione che di un genere letterario, la favola, dava la scrittrice Cristina Campo: “La fiaba è l’ago dell’invisibile”. “Cioè” – spiega Balsamo – “attraverso di essa l’invisibile trova il modo di rivelarsi. Esattamente quel che voglio fare con le mie pitture, che sono favole dipinte, racconti”. Racconti criptici, però, la cui decifrazione richiede curiosità e caparbietà da enigmisti. A chi si affaccia sulla soglia dei suoi interni d’epoca, Balsamo propone rebus da sciogliere, segnalati dall’incongruità di dettagli del tutto fuori posto, presenze inserite per scompaginare l’ordine e le meticolose simmetrie che, apparentemente, governano ogni sua composizione. Così succede che ad abitare la scena di un’Annunciazione ambientata in camera da letto non ci siano né angeli né madonne, ma solo un pesce di notevole stazza (forse in procinto di immergersi nel sonno?); e che, nell’Immacolata, sia il piede di un’ poltrona a schiacciare la coda di un gigantesco rettile inaspettatamente spuntata dal letto a baldacchino di una alcova. Già, perché la figura umana è bandita dai teatrini in cui Balsamo allestisce le sue arcane, ma spesso anche giocose, rappresentazioni. Ci sono gli animali, però. “Vicini al mistero più di quanto lo siano gli uomini” – precisa il pittore – strumenti ideali di quell’operazione di contrabbando dell’abnorme nella norma (così Guido Giuffrè in catalogo) che è una delle cifre della sua arte. Soprattutto se il bestiario messo a passeggiare in salotto è costituito da scheletri, ora rappresentati con scientifica aderenza al vero, ora lievemente modificati, in modo da dar vita a creature fantastiche.
La doppiezza presente in ogni particolare dei suoi lavori caratterizza curiosamente anche la sua personalità d’artista. Il giovane siciliano, infatti, percorre con pari talento due carriere: la pittura e la poesia.
Il pittore, convinto che per liberarsi della tecnica bisogna arrivare a padroneggiarla pienamente, si è concesso un lungo periodo di formazione accademica (è stato, fra l’altro, allievo dell’Accademia di Brera), senza però sottrarsi alle esperienze dell’informale e delle installazioni. Dal gusto per la ricerca e la sperimentazione su tutti i fronti nascono le straordinarie tecniche miste su carta che oggi sono gli strumenti di cui si serve per rivelare la tensione poetica delle cose: “Quella sorta di sospensione magica che a volte scatta quando guardi un oggetto, che lo trasfigura sotto i tuoi occhi, azzerandone la funzione e la storia, rivelandone la magia, certi echi insospettati e profondi del banale quotidiano”.
Il poeta, laureato in Lettere all’Università di Catania, è una promessa della poesia italiana, come dimostrano i premi e i riconoscimenti sin qui raccolti. Balsamo sostiene che fra le sue due vite artistiche non vi siano punti di tangenza: “Perché combinare parole e costruire immagini sono due operazioni diverse, in cui lavori con materiali diversi e metti in gioco sentimenti diversi”. Eppure qualche interferenza deve pur esserci stata se nei suoi quadri c’è sempre la larva di un racconto e nelle sue poesie si procede per immagini…
Catturano l’attenzione con l’esca di una perizia esecutiva straordinaria, col fascino mai spento del lenticolarismo fiammingo, ma sono trappole. Trappole che dietro alla lusinga di godibili immagini concepite come al tempo in cui la pittura camminava a braccetto con la tecnica e con l’estetica, nascondono le insidie dell’ambiguità e dell’inquietudine proprie dell’arte contemporanea.
Per illustrare i suoi dipinti dalla doppia natura – comprensibili/enigmatici, rasserenanti/spiazzanti, démodé/moderni – il pittore Balsamo parte dalla definizione che di un genere letterario, la favola, dava la scrittrice Cristina Campo: “La fiaba è l’ago dell’invisibile”. “Cioè” – spiega Balsamo – “attraverso di essa l’invisibile trova il modo di rivelarsi. Esattamente quel che voglio fare con le mie pitture, che sono favole dipinte, racconti”. Racconti criptici, però, la cui decifrazione richiede curiosità e caparbietà da enigmisti. A chi si affaccia sulla soglia dei suoi interni d’epoca, Balsamo propone rebus da sciogliere, segnalati dall’incongruità di dettagli del tutto fuori posto, presenze inserite per scompaginare l’ordine e le meticolose simmetrie che, apparentemente, governano ogni sua composizione. Così succede che ad abitare la scena di un’Annunciazione ambientata in camera da letto non ci siano né angeli né madonne, ma solo un pesce di notevole stazza (forse in procinto di immergersi nel sonno?); e che, nell’Immacolata, sia il piede di un’ poltrona a schiacciare la coda di un gigantesco rettile inaspettatamente spuntata dal letto a baldacchino di una alcova. Già, perché la figura umana è bandita dai teatrini in cui Balsamo allestisce le sue arcane, ma spesso anche giocose, rappresentazioni. Ci sono gli animali, però. “Vicini al mistero più di quanto lo siano gli uomini” – precisa il pittore – strumenti ideali di quell’operazione di contrabbando dell’abnorme nella norma (così Guido Giuffrè in catalogo) che è una delle cifre della sua arte. Soprattutto se il bestiario messo a passeggiare in salotto è costituito da scheletri, ora rappresentati con scientifica aderenza al vero, ora lievemente modificati, in modo da dar vita a creature fantastiche.
La doppiezza presente in ogni particolare dei suoi lavori caratterizza curiosamente anche la sua personalità d’artista. Il giovane siciliano, infatti, percorre con pari talento due carriere: la pittura e la poesia.
Il pittore, convinto che per liberarsi della tecnica bisogna arrivare a padroneggiarla pienamente, si è concesso un lungo periodo di formazione accademica (è stato, fra l’altro, allievo dell’Accademia di Brera), senza però sottrarsi alle esperienze dell’informale e delle installazioni. Dal gusto per la ricerca e la sperimentazione su tutti i fronti nascono le straordinarie tecniche miste su carta che oggi sono gli strumenti di cui si serve per rivelare la tensione poetica delle cose: “Quella sorta di sospensione magica che a volte scatta quando guardi un oggetto, che lo trasfigura sotto i tuoi occhi, azzerandone la funzione e la storia, rivelandone la magia, certi echi insospettati e profondi del banale quotidiano”.
Il poeta, laureato in Lettere all’Università di Catania, è una promessa della poesia italiana, come dimostrano i premi e i riconoscimenti sin qui raccolti. Balsamo sostiene che fra le sue due vite artistiche non vi siano punti di tangenza: “Perché combinare parole e costruire immagini sono due operazioni diverse, in cui lavori con materiali diversi e metti in gioco sentimenti diversi”. Eppure qualche interferenza deve pur esserci stata se nei suoi quadri c’è sempre la larva di un racconto e nelle sue poesie si procede per immagini…
20
ottobre 2005
Francesco Balsamo – Opere su carta
Dal 20 ottobre al 25 novembre 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA RICERCA D’ARTE
Roma, Via Di Monserrato, 121/a, (Roma)
Roma, Via Di Monserrato, 121/a, (Roma)
Orario di apertura
11-13 e 16.30–20. Chiuso domenica e lunedì
Vernissage
20 Ottobre 2005, ore 18.30
Ufficio stampa
SCARLETT MATASSI
Autore