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Marco Porta – Scegliere l’acqua sopra cui camminare
Il pianeta poetico di Marco Porta, nasce negli anni ‘90 da una precisa ricerca multimediale che coniuga scienza e arte
Comunicato stampa
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Il pianeta poetico di Marco Porta, nasce negli anni ‘90 da una precisa ricerca multimediale che coniuga scienza e arte. E’ un punto immaginario della galassia animato da creature silenziose e mutevoli, dipinte o scolpite in bronzo, acciaio, resine e sale. I suoi personaggi emblematici rappresentano la visione di un mondo contemporaneo complesso, ambiguo e denso di interrogativi esistenziali.
La galleria Silvy Bassanese, presenta 8 lavori di grandi dimensioni, le opere più recenti dell'artista piemontese, legate a un progetto dove l'uomo, la geometria e la natura giocano il ruolo di protagonisti assoluti.
Estratto da:
NATURALE/ARTIFICIALE Appunti sulla ricerca di Marco Porta
Testo in catalogo di Angela Madesani
Uno degli aspetti più affascinanti e originali della ricerca di Marco Porta è la commistione continua tra arte e scienza.
Personalità singolare. La sua non è una formazione canonica: è arrivato all’arte dopo essersi laureato in matematica e dopo essersi dedicato a problemi di autoreferenzialità e decidibilità in questo ambito. I suoi primi sono lavori matematici trasposti con il linguaggio dell’arte. L’uso di una forma espressiva come la pittura o l’installazione, ovviamente anomale in ambito matematico, poteva avere una notevole immediatezza.
...
Porta è artista defilato, autonomo rispetto alle facili categorizzazioni, ai gruppi, alle consorterie. Osservatore attento in grado di ricavarsi uno spazio a cui bisogna prestare attenzione.
Il suo è un cammino coerente in cui è possibile percorrere lo stesso sentiero lungo il corso del tempo. Così da potere rintracciare due filoni portanti, presenti chiaramente anche nei lavori qui in mostra. Uno naturale e l’altro perlopiù di ambito geometrico.
In realtà poi i due filoni sono strettamente legati alla presenza più o meno forte dell’uomo. La geometria è un connotato fortemente umano. Mentre il naturale, per ricorrere a Giovan Battista Vico, può essere in sé o un prodotto di Dio. Porta sottolinea la distinzione netta fra l’organicità della natura e la geometria, artificiale per eccellenza, che è un dato certo della mente, della presenza, del pensiero dell’uomo.
In un’intervista di qualche anno fa Marco Porta dichiarava: «Penso con Vico che l’arte, come la poesia, non sia l’espressione attraverso immagini di una verità già conosciuta razionalmente, quanto piuttosto un modo distinto, un processo autonomo, prelogico o alogico, di intendere e comunicare la realtà. […]. Un ruolo fondamentale dei lavori è svolto dalla geometria che è assunta come ruolo distintivo della capacità di astrazione dell’uomo. La precisione della forma geometrica ne fa un prodotto dell’uomo subito percepito come tale, distintamente rispetto agli “organici” prodotti della natura» .
La tensione è verso la rappresentazione di questi due diversi momenti attraverso il linguaggio dell’arte. Il naturale attraverso l’utilizzo di processi fisici, chimici oppure con forme che in qualche modo sono mimetiche rispetto alla natura.
In tutto questo è anche la volontà di spiazzare le sicurezze di chi guarda. Le sue sculture sono poste, il più delle volte, in un punto di vista innaturale. Si viene così a creare un’apparente confusione dei dati: altrimenti tutto sarebbe prevedibile. Ma questo è lo scarto, la possibilità che ci viene offerta dall’arte. Il dubbio è una delle costanti dell’epoca nostra che non può essere tralasciata.
La galleria Silvy Bassanese, presenta 8 lavori di grandi dimensioni, le opere più recenti dell'artista piemontese, legate a un progetto dove l'uomo, la geometria e la natura giocano il ruolo di protagonisti assoluti.
Estratto da:
NATURALE/ARTIFICIALE Appunti sulla ricerca di Marco Porta
Testo in catalogo di Angela Madesani
Uno degli aspetti più affascinanti e originali della ricerca di Marco Porta è la commistione continua tra arte e scienza.
Personalità singolare. La sua non è una formazione canonica: è arrivato all’arte dopo essersi laureato in matematica e dopo essersi dedicato a problemi di autoreferenzialità e decidibilità in questo ambito. I suoi primi sono lavori matematici trasposti con il linguaggio dell’arte. L’uso di una forma espressiva come la pittura o l’installazione, ovviamente anomale in ambito matematico, poteva avere una notevole immediatezza.
...
Porta è artista defilato, autonomo rispetto alle facili categorizzazioni, ai gruppi, alle consorterie. Osservatore attento in grado di ricavarsi uno spazio a cui bisogna prestare attenzione.
Il suo è un cammino coerente in cui è possibile percorrere lo stesso sentiero lungo il corso del tempo. Così da potere rintracciare due filoni portanti, presenti chiaramente anche nei lavori qui in mostra. Uno naturale e l’altro perlopiù di ambito geometrico.
In realtà poi i due filoni sono strettamente legati alla presenza più o meno forte dell’uomo. La geometria è un connotato fortemente umano. Mentre il naturale, per ricorrere a Giovan Battista Vico, può essere in sé o un prodotto di Dio. Porta sottolinea la distinzione netta fra l’organicità della natura e la geometria, artificiale per eccellenza, che è un dato certo della mente, della presenza, del pensiero dell’uomo.
In un’intervista di qualche anno fa Marco Porta dichiarava: «Penso con Vico che l’arte, come la poesia, non sia l’espressione attraverso immagini di una verità già conosciuta razionalmente, quanto piuttosto un modo distinto, un processo autonomo, prelogico o alogico, di intendere e comunicare la realtà. […]. Un ruolo fondamentale dei lavori è svolto dalla geometria che è assunta come ruolo distintivo della capacità di astrazione dell’uomo. La precisione della forma geometrica ne fa un prodotto dell’uomo subito percepito come tale, distintamente rispetto agli “organici” prodotti della natura» .
La tensione è verso la rappresentazione di questi due diversi momenti attraverso il linguaggio dell’arte. Il naturale attraverso l’utilizzo di processi fisici, chimici oppure con forme che in qualche modo sono mimetiche rispetto alla natura.
In tutto questo è anche la volontà di spiazzare le sicurezze di chi guarda. Le sue sculture sono poste, il più delle volte, in un punto di vista innaturale. Si viene così a creare un’apparente confusione dei dati: altrimenti tutto sarebbe prevedibile. Ma questo è lo scarto, la possibilità che ci viene offerta dall’arte. Il dubbio è una delle costanti dell’epoca nostra che non può essere tralasciata.
03
dicembre 2005
Marco Porta – Scegliere l’acqua sopra cui camminare
Dal 03 dicembre 2005 al 12 febbraio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA SILVY BASSANESE
Biella, Via Galileo Galilei, 45, (Biella)
Biella, Via Galileo Galilei, 45, (Biella)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 16.30 – 19.00 (sabato e festivi su appuntamento)
Vernissage
3 Dicembre 2005, ore 18
Autore