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Andrea Caretto / Raffaella Spagna – Domesticazioni
La relazione selvatico – domesticato, lo spostamento bidirezionale da una condizione all’altra ed il loro legame con le scelte primigenie compiute dal genere umano, attraversano ed informano i tre progetti presentati presso Fabio Paris Art Gallery di Brescia
Comunicato stampa
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selvatico / domesticato
raccoglitore / agricoltore
nomade / sedentario
spazio continuo / spazio recintato
tempo fluido / tempo scandito (lavoro vs riposo)
La domesticazione è quel processo per cui una specie, vegetale o animale, viene trasferita da una situazione naturale ad una situazione che prevede il controllo e l'intervento da parte dell'uomo su alcune funzioni fisiologiche, in particolare nutrizione e riproduzione. Per una specie vegetale quindi, il processo di domesticazione può dirsi concluso quando questa non è più in grado di crescere in condizioni spontanee, ma solo se coltivata (Lorenzetti et al., 1994).
Scopo della domesticazione è far subire ad una specie quelle trasformazioni che la rendano sempre più adatta a soddisfare le esigenze dell'uomo. (Diamond, 1998).
La relazione selvatico - domesticato, lo spostamento bidirezionale da una condizione all’altra ed il loro legame con le scelte primigenie compiute dal genere umano, attraversano ed informano i tre progetti presentati presso Fabio Paris Art Gallery di Brescia. L’esposizione si pone come tappa di un percorso di ricerca più ampio, avviato dai due autori nel 2002, riguardante il rapporto ancestrale Essere umano - Organismi vegetali – Ambiente fisico, iniziato con il progetto ESCULENTA - azione di raccolta e consumo alimentare di materiali naturali. L’operazione di spostamento - attraverso il dispositivo dell’azione artistica - del confine dall’uno all’altro degli estremi della coppia dicotomica, è condotta tentando di mantenere un atteggiamento non antropocentrico che si rivolge verso entrambi i soggetti in gioco (organismi vegetali - genere umano) con lo stesso grado di attenzione.
Tale operazione di spostamento - simile all’atto di colui che cerca la giusta distanza di una lente per un’ottimale messa a fuoco dell’oggetto indagato - permette di far emergere e distinguere con maggior chiarezza i caratteri base ed i significati originari della relazione tra i due soggetti e consente di collocare i diversi elementi, che man mano emergono, “al loro giusto posto”.
Un’operazione di doppia messa a fuoco che, nel porre attenzione al significato di alcune scelte umane e alle infinite conseguenze da esse scaturite, tenta di avvicinarsi sia al “soggetto vegetale” inteso come organismo vivente animato da un proprio e complesso ciclo vitale, sia alla comprensione di alcuni aspetti profondi dell’essere umano.
Il progetto M.P. Sativa – 1. Cerealia (2005) indaga, attraverso installazioni, performances e raccolte di documenti, il mondo dei cereali – probabilmente i primi organismi vegetali domesticati dall’uomo – e le relazioni fondamentali e di varia natura (di sostentamento, simboliche, sociali, di uso del territorio, ecc.) esistenti tra essi e il genere umano. In quest’occasione è presentata una vasca di coltivazione contenente tre specie di cereali in fase di crescita (Triticum monococcum - farro piccolo, Triticum dicoccum - farro medio, Hordeum vulgare - orzo) ritenute le prime tre specie di cereali domesticate dall’uomo in età Neolitica.
M.P. Fibrae_Urtica dioica (2005) – azione di raccolta e trasformazione di piante selvatiche da fibra. L’ortica, considerata sovente un’erba molesta e infestante, è dotata di un fusto ricoperto da una lunga e robusta fibra utilizzata dall’uomo fin dalla preistoria per soddisfare l’esigenza primaria di difesa e protezione del corpo dall’ambiente esterno. Il progetto Fibrae comporta il coinvolgimento fisico diretto dei due autori i quali, dopo avere proceduto alla raccolta in natura di steli adulti di ortica, danno il via alla trasformazione della Materia Prima attraverso le successive fasi di essiccazione, macerazione, stigliatura e filatura.
Il progetto ESCULENTA Lazzaro – azione di rivitalizzazione di organismi vegetali coltivati (dal 2003), prende vita da un'istintiva necessità di conoscere e rivelare la vitalità latente di alcuni materiali commestibili quotidianamente consumati: ortaggi e frutta.
Il punto di vista dal quale l'indagine prende spunto lascia da parte il consueto modo di considerare i prodotti ortofrutticoli come oggetto-merce e/o alimenti da consumare, per rivolgere completamente l'attenzione al “soggetto vegetale” inteso come organismo vivente, animato da un proprio ciclo vitale.
La sottrazione del prodotto ortofrutticolo dal circuito commerciale della piccola e grande distribuzione, dà il via allo studio del soggetto vegetale attraverso la riattivazione della sua vitalità sospesa, sbloccando il limite alla crescita imposto dalle necessità alimentari umane e permettendo il manifestarsi delle successive fasi del suo ciclo vitale: crescita, fioritura, produzione dei semi e morte.
Il video presentato presso Fabio Paris Art Gallery mostra l’operazione di riattivazione della vitalità latente di uno spicchio di Allium sativum, messa in moto dall’azione di rivitalizzazione.
Andrea Caretto Raffaella Spagna - 2005
Il tema della Domesticazione informa anche il progetto Esculenta Lazzaro
esposto alla mostra T1 Torino Triennale Tremusei ‘La sindrome di Pantagruel’
a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Francesco Bonami.
Castello di Rivoli, Museo d’arte contemporanea
dal 10 novembre 2005 - 19marzo 2006
26
novembre 2005
Andrea Caretto / Raffaella Spagna – Domesticazioni
Dal 26 novembre al 24 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
FABIO PARIS ART GALLERY
Brescia, Via Alessandro Monti, 13, (Brescia)
Brescia, Via Alessandro Monti, 13, (Brescia)
Orario di apertura
dal lunedi al sabato 15-19. Festivi su appuntamento
Vernissage
26 Novembre 2005, ore 18
Autore