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Sauro Cardinali – Il pasto delle farfalle
Le dieci opere del 2005 che Sauro Cardinali espone allo Studio Morbiducci sono una sintesi di scultura e pittura
Comunicato stampa
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Le dieci opere del 2005 che Sauro Cardinali espone allo Studio Morbiducci sono una sintesi di scultura e pittura. Ogni lavoro è il risultato di una divisione: ossia del taglio della forma in terracotta, inizialmente integra ma cava all’interno, dentro la quale sono state versate resine colorate che si sono indurite creando una sorta di stratificazione geologica.
Spiega Cardinali: «Per me la bellezza è frutto di una frattura, di una separazione, di uno sdoppiamento. Inoltre, ho operato in qualche modo al buio poiché il risultato delle stratificazioni di colore mi è apparso solo al momento del taglio della terracotta. In questo caso ho voluto creare una sorta di ‘geologia della genealogia’ del mio nome».
I bozzoli che costituiscono Il pasto della farfalle sono infatti l’ultima tappa della riflessione che l’artista umbro ha iniziato circa dodici anni fa intorno alla forma del nome. Nelle opere di Cardinali il nome prende letteralmente corpo attraverso la sovrapposizione delle lettere, l’una sull’altra, durante la firma (come accade nella scrittura con lo stilo in plastica sullo schermo dei computer palmari); e della successiva saturazione con il colore di tutti gli spazi interni non coperti dal segno, conservando solo il perimetro esterno.
Le dieci sculture divise in due del Pasto delle farfalle («Ho scelto questo titolo per la forma divisa delle farfalle, per la loro bellezza, per il loro volo rotto, spezzato, e perché si cibano dell’essenza dei fiori» spiega Cardinali) partono quindi da un disegno intorno al cui perimetro l’artista ha addensato la creta fino a dare tridimensionalità alla firma/disegno di partenza.
Tali forme ricordano in qualche modo gli organi del corpo, quali quelli che gli aruspici etruschi impiegavano per le loro divinazioni; e bene si intonano ai gessi per gli studi anatomici d’arte, appartenuti allo scultore Publio Morbiducci e ancora presenti nel suo atelier ora trasformato in spazio espositivo.
La forma di scrittura inventata e impiegata da Cardinali si è manifestata inizialmente (nel 1994) attraverso il ritratto e la scultura; quindi è stata elaborata tramite la trasposizione grafica del proprio nome (Sauro) affidata al colore e alla pittura: al primo gruppo appartiene il “Ritratto di famiglia”, i quattro bassorilievi monocromi in terracotta esposti nel 1994 alla XXII Biennale della Scultura di Gubbio e riproposti quest’estate nella mostra riepilogativa della rassegna; al secondo gruppo appartengono i dipinti di grandi dimensioni della serie “Peripezie del nome”, proposti per la prima volta nella personale allestita nel 2000 nel Museo Virgiliano a Virgilio (Mantova), quindi nella collettiva “Delle cose mute” alla Temple Gallery di Roma nel 2001, fino alla personale del novembre 2004 alla galleria Marina Miranda di Madrid.
Sauro Cardinali è nato nel 1951 a Spina, in provincia di Perugia, dove vive. E’ titolare della cattedra di pittura all’Accademia Pietro Vannucci di Perugia.
Tra le sue opere più recenti, la scultura in bronzo “Divina matrice” del 2001 e l’installazione in ceramica del 2004 “Tra alba e notte”, realizzate rispettivamente per la Biblioteca comunale di Foligno e nel parcheggio “Il Campo” di Siena, dove si conservano.
Il suo lavoro è documentato, tra l’altro, dal catalogo della mostra allestita nel 1991 alla Galleria comunale d’arte contemporanea di Arezzo (“Sauro Cardinali fra 1984 e 1990”; Mazzotta editore, a cura di Viviana Gravano, testi di Enrico Crispolti e Francesco Poli); e dal libro di Aldo Iori “Sauro Cardinali, la denominazione diviene spazio, opere dal 1991 al 2001”, edito nel 2002 nella collana di Filippo Fettucciari Arte di Perugia.
Spiega Cardinali: «Per me la bellezza è frutto di una frattura, di una separazione, di uno sdoppiamento. Inoltre, ho operato in qualche modo al buio poiché il risultato delle stratificazioni di colore mi è apparso solo al momento del taglio della terracotta. In questo caso ho voluto creare una sorta di ‘geologia della genealogia’ del mio nome».
I bozzoli che costituiscono Il pasto della farfalle sono infatti l’ultima tappa della riflessione che l’artista umbro ha iniziato circa dodici anni fa intorno alla forma del nome. Nelle opere di Cardinali il nome prende letteralmente corpo attraverso la sovrapposizione delle lettere, l’una sull’altra, durante la firma (come accade nella scrittura con lo stilo in plastica sullo schermo dei computer palmari); e della successiva saturazione con il colore di tutti gli spazi interni non coperti dal segno, conservando solo il perimetro esterno.
Le dieci sculture divise in due del Pasto delle farfalle («Ho scelto questo titolo per la forma divisa delle farfalle, per la loro bellezza, per il loro volo rotto, spezzato, e perché si cibano dell’essenza dei fiori» spiega Cardinali) partono quindi da un disegno intorno al cui perimetro l’artista ha addensato la creta fino a dare tridimensionalità alla firma/disegno di partenza.
Tali forme ricordano in qualche modo gli organi del corpo, quali quelli che gli aruspici etruschi impiegavano per le loro divinazioni; e bene si intonano ai gessi per gli studi anatomici d’arte, appartenuti allo scultore Publio Morbiducci e ancora presenti nel suo atelier ora trasformato in spazio espositivo.
La forma di scrittura inventata e impiegata da Cardinali si è manifestata inizialmente (nel 1994) attraverso il ritratto e la scultura; quindi è stata elaborata tramite la trasposizione grafica del proprio nome (Sauro) affidata al colore e alla pittura: al primo gruppo appartiene il “Ritratto di famiglia”, i quattro bassorilievi monocromi in terracotta esposti nel 1994 alla XXII Biennale della Scultura di Gubbio e riproposti quest’estate nella mostra riepilogativa della rassegna; al secondo gruppo appartengono i dipinti di grandi dimensioni della serie “Peripezie del nome”, proposti per la prima volta nella personale allestita nel 2000 nel Museo Virgiliano a Virgilio (Mantova), quindi nella collettiva “Delle cose mute” alla Temple Gallery di Roma nel 2001, fino alla personale del novembre 2004 alla galleria Marina Miranda di Madrid.
Sauro Cardinali è nato nel 1951 a Spina, in provincia di Perugia, dove vive. E’ titolare della cattedra di pittura all’Accademia Pietro Vannucci di Perugia.
Tra le sue opere più recenti, la scultura in bronzo “Divina matrice” del 2001 e l’installazione in ceramica del 2004 “Tra alba e notte”, realizzate rispettivamente per la Biblioteca comunale di Foligno e nel parcheggio “Il Campo” di Siena, dove si conservano.
Il suo lavoro è documentato, tra l’altro, dal catalogo della mostra allestita nel 1991 alla Galleria comunale d’arte contemporanea di Arezzo (“Sauro Cardinali fra 1984 e 1990”; Mazzotta editore, a cura di Viviana Gravano, testi di Enrico Crispolti e Francesco Poli); e dal libro di Aldo Iori “Sauro Cardinali, la denominazione diviene spazio, opere dal 1991 al 2001”, edito nel 2002 nella collana di Filippo Fettucciari Arte di Perugia.
05
maggio 2006
Sauro Cardinali – Il pasto delle farfalle
Dal 05 al 25 maggio 2006
arte contemporanea
Location
STUDIO MORBIDUCCI
Roma, Via Giovanni Battista Bodoni, 83, (Roma)
Roma, Via Giovanni Battista Bodoni, 83, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 18-20 e per appuntamento
Vernissage
5 Maggio 2006, ore 18
Autore