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Mark Kostabi – Angeli e Androidi
Trenta dipinti di Mark Kostabi in mostra alla galleria ModenArte, un viaggio nella fabbrica della creatività per capire dove finisce il mondo reale e dove inizia la fiction
Comunicato stampa
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Il labile confine che separa fiction e reale è il tema, vasto e sempre attualissimo, della mostra che la galleria ModenArte dedica all’artista-manager americano Mark Kostabi, eroe e simbolo controverso di questi nostri anni improbabili, dominati dalle ideologie del business e dalle tecnologie globalizzanti della comunicazione, e tuttavia più che mai incerti se essere o ben essere, se ubbidire alle suggestioni del passato o alle promesse del futuro.
Si tratta di 31 dipinti di diverso soggetto e dimensione, ovvero altrettante variazioni sul tema dell’uomo-manichino caro a Kostabi, che il curatore Maurizio Vanni ha assemblato e sintetizzato sotto il titolo intelligente Angeli e Androidi (13 – 31 Gennaio 2006, www.modenarte.com, catalogo e libro Carlo Cambi Editore).
Le opere sono per lo più prodotte dal 2003 al 2005 e alcune sono già famose e famosissime. Come lo straordinario remake dell’affresco di Masaccio Expulsion from Paradise, con Adamo piangente che si trascina dietro le presunte ricchezze dell’Eden a noi contemporaneo, fatte di telefoni, televisori, computer, registratori di cassa. O come le escursioni in ambienti De Chirico (Statue of Imitation), Picasso (Riffin on Picasso), Magritte (Stoned) e molti altri.
E’ un universo che abbraccia sapientemente i cosiddetti maestri del colore, dal rinascimento, al barocco, all’Ottocento fino ai nostri giorni informali, concettuali, post moderni (Alien Annunciation, The first and best Time, La festa segreta, Intimate Commodities, Trapped, The Shape of Things to come, In a Dark a Lonely Place, Unbridled Ambition, L’alfabeto della pittura, Brioche, La sfida, etc.).
Attraverso un particolare allestimento (accanto ai dipinti una serie di figure che rappresentano angeli reali, angeli virtuali e angeli aneroidi), Vanni riproduce l’atmosfera del processo creativo di Kostabi, con una doppia immersione nella fiction, in un contesto in cui ciascuno dei 31 dipinti rappresenta un segnale, un’indicazione, un messaggio da leggere e interpretare. Vanni prosegue così un suo percorso critico sull’arte come linea di confine tra dimensioni contigue e categorie conflittuali: realtà e sogno, verità e finzione, istinto e artificio. “Figli della tecnologia e del virtuale”, spiega, “angeli e androidi di Kostabi sono mediatori tra questi mondi opposti, esseri senza volto in cerca di verità problematiche e sfuggenti”.
Quanto all’uomo Mark Kostabi, alla sua musa ispiratrice e alla sua officina dell’arte è stato ormai raccontato tutto in mille libri e interviste che coltivano la saga post capitalista del self made artist, geniale manager delle idee, del pennello e di se medesimo.
Americano di origini lituane, 45 anni, pittore e musicista con solide radici culturali europee e altrettanto solide motivazioni yankee, ha in effetti fatto del suo Kostabi World newyorkese un centro di produzione d’eccellenza, dove ha imposto un metodo di lavoro d’equipe del tutto singolare. Che si richiama alle botteghe rinascimentali, introduce nel processo creativo insoliti elementi democratici, ma senza dimenticare di celebrare ogni asset della moderna impresa. In altri termini: i temi dei dipinti (e i titoli) sono decisi in assemblea e ognuno può partecipare alla fattura (Kostabi poi perfeziona e firma). Tutto ciò, però, in una dimensione iper-organizzata dove ordine, pianificazione, marketing, orari, comunicazione hanno un ruolo determinante.
Che c’entra il marketing con l’arte e con l’artista? Il tributo reso a Kostabi dalla critica e dai grandi musei e gallerie del mondo conferma che il gioco vale la candela. “Nel senso”, ricorda Vanni, “che il modo di produrre kostabiano è in fondo speculare al modo di produrre del capitalismo d’oggidì. Ne restituisce il modello, appunto dalla creatività al marketing. E operando in termini di fiction, paradossalmente svela i reali contenuti della fiction in cui tutti viviamo. Oltre l’apparenza di queste opere c’è insomma l’essenza della verità”.
Si tratta di 31 dipinti di diverso soggetto e dimensione, ovvero altrettante variazioni sul tema dell’uomo-manichino caro a Kostabi, che il curatore Maurizio Vanni ha assemblato e sintetizzato sotto il titolo intelligente Angeli e Androidi (13 – 31 Gennaio 2006, www.modenarte.com, catalogo e libro Carlo Cambi Editore).
Le opere sono per lo più prodotte dal 2003 al 2005 e alcune sono già famose e famosissime. Come lo straordinario remake dell’affresco di Masaccio Expulsion from Paradise, con Adamo piangente che si trascina dietro le presunte ricchezze dell’Eden a noi contemporaneo, fatte di telefoni, televisori, computer, registratori di cassa. O come le escursioni in ambienti De Chirico (Statue of Imitation), Picasso (Riffin on Picasso), Magritte (Stoned) e molti altri.
E’ un universo che abbraccia sapientemente i cosiddetti maestri del colore, dal rinascimento, al barocco, all’Ottocento fino ai nostri giorni informali, concettuali, post moderni (Alien Annunciation, The first and best Time, La festa segreta, Intimate Commodities, Trapped, The Shape of Things to come, In a Dark a Lonely Place, Unbridled Ambition, L’alfabeto della pittura, Brioche, La sfida, etc.).
Attraverso un particolare allestimento (accanto ai dipinti una serie di figure che rappresentano angeli reali, angeli virtuali e angeli aneroidi), Vanni riproduce l’atmosfera del processo creativo di Kostabi, con una doppia immersione nella fiction, in un contesto in cui ciascuno dei 31 dipinti rappresenta un segnale, un’indicazione, un messaggio da leggere e interpretare. Vanni prosegue così un suo percorso critico sull’arte come linea di confine tra dimensioni contigue e categorie conflittuali: realtà e sogno, verità e finzione, istinto e artificio. “Figli della tecnologia e del virtuale”, spiega, “angeli e androidi di Kostabi sono mediatori tra questi mondi opposti, esseri senza volto in cerca di verità problematiche e sfuggenti”.
Quanto all’uomo Mark Kostabi, alla sua musa ispiratrice e alla sua officina dell’arte è stato ormai raccontato tutto in mille libri e interviste che coltivano la saga post capitalista del self made artist, geniale manager delle idee, del pennello e di se medesimo.
Americano di origini lituane, 45 anni, pittore e musicista con solide radici culturali europee e altrettanto solide motivazioni yankee, ha in effetti fatto del suo Kostabi World newyorkese un centro di produzione d’eccellenza, dove ha imposto un metodo di lavoro d’equipe del tutto singolare. Che si richiama alle botteghe rinascimentali, introduce nel processo creativo insoliti elementi democratici, ma senza dimenticare di celebrare ogni asset della moderna impresa. In altri termini: i temi dei dipinti (e i titoli) sono decisi in assemblea e ognuno può partecipare alla fattura (Kostabi poi perfeziona e firma). Tutto ciò, però, in una dimensione iper-organizzata dove ordine, pianificazione, marketing, orari, comunicazione hanno un ruolo determinante.
Che c’entra il marketing con l’arte e con l’artista? Il tributo reso a Kostabi dalla critica e dai grandi musei e gallerie del mondo conferma che il gioco vale la candela. “Nel senso”, ricorda Vanni, “che il modo di produrre kostabiano è in fondo speculare al modo di produrre del capitalismo d’oggidì. Ne restituisce il modello, appunto dalla creatività al marketing. E operando in termini di fiction, paradossalmente svela i reali contenuti della fiction in cui tutti viviamo. Oltre l’apparenza di queste opere c’è insomma l’essenza della verità”.
13
gennaio 2006
Mark Kostabi – Angeli e Androidi
Dal 13 al 31 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA MODENARTE
Modena, Via Arturo Toscanini, 26, (Modena)
Modena, Via Arturo Toscanini, 26, (Modena)
Orario di apertura
– sabato ore 11 – 19, lunedì chiuso, domenica e festivi su appuntamento
Editore
CARLO CAMBI
Ufficio stampa
CATOLA & PARTNERS
Autore
Curatore