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Tempo reale
Ci sono almeno due punti fondamentali su cui Riccarda Montenero e Ruggero Maggi amano riflettere e confrontarsi, che sono poi gli stessi sui quali trovano il terreno di convivenza: il tempo e la memoria
Comunicato stampa
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“Ci sono almeno due punti fondamentali su cui Riccarda Montenero e Ruggero Maggi amano riflettere e confrontarsi, che sono poi gli stessi sui quali trovano il terreno di convivenza: il tempo e la memoria. Due aspetti che, tra l’altro, come vedremo, tenderanno magicamente a fondersi in un’unica inquietante realtà. […] Si potrebbe cominciare affermando che la nozione di tempo che entrambi sposano (seppure con sfumature diverse, con materiali affatto dissimili e con percorsi assolutamente differenti) è quella legata, per così dire, a una dimensione archeologica, storica, alla ricerca di accadimenti ormai trascorsi (più o meno recentemente), soprattutto di quelli rimossi o dimenticati. Quel passato che, come sempre avviene, ha lasciato dietro di sé delle tracce, degli oggetti, dei labili segni viene tenacemente riportato alla luce da Maggi e Montenero. Scavando ostinatamente tra le macerie della memoria, entrambi svelano realtà incredibili che in un attimo sembrano trasportarci in sogno terribile. Il più delle volte, infatti, dietro a questi ritrovamenti (sarei tentata di aggiungere casuali, se non sapessi che, al contrario, alle spalle ci sono interminabili ore di lavoro) sembra celarsi un mistero, un enigma, un dramma collettivo o anche una vera e propria catastrofe. Lo scenario è alquanto eloquente, mentre un senso di abbandono e di solitudine attanaglia lo spirito. Tutt’intorno mani turgide, ma così poco umane, affiorano da una terra brulla o da superficie bianche come sudari; bagagli di lamiera giacciono abbandonati, come se non avessero mai cominciato il loro vero viaggio o come relitti di un disastro aereo o di un naufragio. E dietro a quelle valigie deformate, divelte e annerite; tra quelle lamiere tortuosamente piegate e marchiate con inutili e ossessivi orologi; nel loro carico di ricordi e di speranze deluse; in quelle mani, alzate in un ultimo disperato gesto di aiuto, di preghiera o d’amore; oltre quello strato soffocante di terra c’è una tragica storia di uomini, c’è la metafora di un’umanità che, nelle sue avventurose migrazioni, si schianta, è travolta, inghiottita e abbandonata, risucchiata prima di tutto dall’indifferenza di chi ha assistito all’odissea e non ha fatto nulla per porvi rimedio. Quei resti foscoliani (solo ora, riconoscendoli, lo sono diventati), allarmanti e dolorosi, sono la metafora dell’uomo, nella propria vicenda di singolo e di essere sociale, gli avanzi di un passaggio tumultuoso e repentino, le uniche tracce di un’identità (e di un’umanità) sconfitta.
Presente e passato per un momento si confondono. I ricordi e le emozioni si accalcano, affiorano senza ordine e senza freni. E con loro mille domande: perché? quando? come? chi?
Solo ora vorremmo che tutto questo non fosse mai accaduto, ma oramai è troppo tardi.”
Lorella Giudici
Presente e passato per un momento si confondono. I ricordi e le emozioni si accalcano, affiorano senza ordine e senza freni. E con loro mille domande: perché? quando? come? chi?
Solo ora vorremmo che tutto questo non fosse mai accaduto, ma oramai è troppo tardi.”
Lorella Giudici
29
aprile 2006
Tempo reale
Dal 29 aprile al 21 maggio 2006
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
PINACOTECA COMUNALE – VILLA SORANZO
Varallo Pombia, Piazza Giuseppe Mazzini, 1, (Novara)
Varallo Pombia, Piazza Giuseppe Mazzini, 1, (Novara)
Orario di apertura
sabato e festivi 10.00/12.00 e 17.00/19.00
Vernissage
29 Aprile 2006, ore 17 con performance di Kappa
Autore