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Angelo Aligia – Installazione
personale
Comunicato stampa
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Evento particolare in cui l’artista calabrese, che vive e lavora tra Roma e Diamante, realizzerà una grande opera con frammenti di roccia coinvolgendo spettatori e soprattutto gli studenti delle scuole locali.
Artista legato al territorio e ai problemi ambientali, pensa agli stessi come
un'estensione geografica ancora incontaminata, da far coincidere con il concetto stesso di natura, di quella polarità dialettica che opposta al complementare concetto di cultura sta alla base del pensiero antropologico moderno.
Dai suoi lavori emerge il legame con il suo territorio calabrese per mitigarne l'asprezza.
Non più il creatore plastico nel senso tradizionale del termine ma costruttore/organizzatore del modulo materico inerte così come la natura offre, per un maggior senso di appartenenza alla realtà. Un immaginario dunque che non si risolve unicamente nell'oggetto bensì nel rapporto tra segno e ambiente, una forma di scultura-architettura , nella quale la pietra come elemento primario diviene modulo dell'archetipo.
Ecco quindi l'opera che scaturisce dall'architettura divenendo essa stessa architettura, la materia viva e dinamica della pietra a secco che si inoltra negli elementi della geometria e ne assume la forma. Nel suo operare, lo spazio preesistente e l’ azione scultorea si compenetrano e convivono in un disegno dinamico e esteticamente forte tanto da cortocircuitare e dialogare al tempo stesso. Un contatto diretto con la natura in senso ampio, carico di una profonda umanità.
L'uso dei frammenti di roccia prelevati dai luoghi in cui vive fanno sì che il suo lavoro spesso venga paragonato a quello di Richard Long che pure usa frammenti di roccia come linee di viaggio, segni di un cammino, di un continuo “altrove”.
Il critico d’arte Paolo Balmas sottolinea nel lavoro di Aligia:… “un fascino che non va confuso con la semplice capacità di evocare una vita più povera e sana, ma va riguardato come riprova di un contatto che in qualche modo è stato ristabilito tra il nostro sentire ed una catena di pensieri, emozioni ed esperienze che ha unito per secoli, all'insegna di un fare concreto ed astraente ad un tempo, generazioni di uomini semplici e pieni di dignità”...
Sue opere sono state esposte a Cosenza presso il Convento di S. Francesco d'Assisi, a Camerino presso il Palazzo Ducale, a Napoli presso il Real Bosco di Capodimonte, a Firenze al Palazzo Medici Riccardi e a Roma presso il Centro Di Sarro e l’Archivio di Stato.
Artista legato al territorio e ai problemi ambientali, pensa agli stessi come
un'estensione geografica ancora incontaminata, da far coincidere con il concetto stesso di natura, di quella polarità dialettica che opposta al complementare concetto di cultura sta alla base del pensiero antropologico moderno.
Dai suoi lavori emerge il legame con il suo territorio calabrese per mitigarne l'asprezza.
Non più il creatore plastico nel senso tradizionale del termine ma costruttore/organizzatore del modulo materico inerte così come la natura offre, per un maggior senso di appartenenza alla realtà. Un immaginario dunque che non si risolve unicamente nell'oggetto bensì nel rapporto tra segno e ambiente, una forma di scultura-architettura , nella quale la pietra come elemento primario diviene modulo dell'archetipo.
Ecco quindi l'opera che scaturisce dall'architettura divenendo essa stessa architettura, la materia viva e dinamica della pietra a secco che si inoltra negli elementi della geometria e ne assume la forma. Nel suo operare, lo spazio preesistente e l’ azione scultorea si compenetrano e convivono in un disegno dinamico e esteticamente forte tanto da cortocircuitare e dialogare al tempo stesso. Un contatto diretto con la natura in senso ampio, carico di una profonda umanità.
L'uso dei frammenti di roccia prelevati dai luoghi in cui vive fanno sì che il suo lavoro spesso venga paragonato a quello di Richard Long che pure usa frammenti di roccia come linee di viaggio, segni di un cammino, di un continuo “altrove”.
Il critico d’arte Paolo Balmas sottolinea nel lavoro di Aligia:… “un fascino che non va confuso con la semplice capacità di evocare una vita più povera e sana, ma va riguardato come riprova di un contatto che in qualche modo è stato ristabilito tra il nostro sentire ed una catena di pensieri, emozioni ed esperienze che ha unito per secoli, all'insegna di un fare concreto ed astraente ad un tempo, generazioni di uomini semplici e pieni di dignità”...
Sue opere sono state esposte a Cosenza presso il Convento di S. Francesco d'Assisi, a Camerino presso il Palazzo Ducale, a Napoli presso il Real Bosco di Capodimonte, a Firenze al Palazzo Medici Riccardi e a Roma presso il Centro Di Sarro e l’Archivio di Stato.
20
aprile 2006
Angelo Aligia – Installazione
20 aprile 2006
arte contemporanea
Location
MUSEO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Praia A Mare, Via Dante Alighieri, (Cosenza)
Praia A Mare, Via Dante Alighieri, (Cosenza)
Orario di apertura
8-14 e 17-19, chiuso la domenica
Vernissage
20 Aprile 2006, ore 9.30
Autore