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Davide Frisoni – Reality to show
Sono immagini che racchiudono una bellezza del quotidiano che ha in sé qualcosa di assoluto e di particolare, qualcosa di eterno e qualcosa di transitorio e tuttavia ci risultano in qualche maniera familiari e rassicuranti
Comunicato stampa
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“Tutto quello che mi interessa dipingere - afferma in un’intervista Frisoni - è ciò che incontro senza alcun pregiudizio o preconcetto. Insomma non mi faccio problemi se quello che incontro è bello o brutto, se è pittorico o se non lo è, a me interessa la realtà così come mi viene incontro”.
Questa convinzione viene rafforzata da un incontro importante con il pittore Mazzotta di Firenze, nel 1999, che gli apre gli occhi per concentrarsi alla realtà che c’è, un dato preciso e concreto.
I soggetti che predilige diventano così le situazioni del vivere quotidiano che, tutti noi, ogni giorno vediamo ma non ci soffermiamo mai a osservare attentamente: le strade di Rimini intasate dal traffico, autocarri in attesa ai caselli, fari di auto riflessi sull’asfalto lucido per il temporale, il retro di un autobus che percorre una strada di campagna.
Frisoni sceglie la situazione che lo colpisce e coglie l’attimo, grazie a una macchina fotografica che porta spesso con sé, mentre viaggia con la sua auto o mentre passeggia. Sono questi gli scorci di realtà, tratti da un’istantanea o da una cartolina, che fisserà poi nei suoi quadri con pennellate dense e energiche.
Sono immagini che racchiudono una bellezza del quotidiano che ha in sé qualcosa di assoluto e di particolare, qualcosa di eterno e qualcosa di transitorio e tuttavia ci risultano in qualche maniera familiari e rassicuranti.
Un altro elemento fondamentale in queste tele è la luce che si insinua tra i colori sfolgoranti dandogli maggior vigore. Qui non c’è preferenza tra i soggetti di paesaggi naturali e quelli metropolitani in cui la luce artificiale dei fanali e dei lampioni si moltiplica riflettendo sull’asfalto bagnato. La luce come filo conduttore di queste tele, un tocco magico che passa e colpisce ogni oggetto portandolo all’attenzione dell’osservatore.
Dopo aver visto i quadri di Frisoni, il quotidiano che ci circonda ci potrà ancora meravigliare, perché lo guarderemo, credo, con occhi diversi .
Come scrive Paolo Rizzi nel numero di Arte In – dicembre 2004 “La sua pittura è pura, fatta appunto di colore che si muta in luce” e questa affermazione ci riporta al Futurismo, corrente senz’altro maestra nell’animo del pittore Frisoni.
Infatti, il fissare le mutazioni della realtà senza distorcerla è stato uno degli elementi più perseguiti dai Futuristi. Ed è proprio quello che Frisoni vuole dalla sua pittura.
Certo, non è solo questo. Nelle sue opere esiste anche una forte attenzione al mondo del cinema, delle inquadrature, della magia nelle atmosfere, con una affettuosa predilezione ad un altro grande riminese: Federico Fellini.
Scopriamo, quindi, che nella poetica di Frisoni coesistono due piani di espressione: la pittura e la fotografia, ma né l’una né l’altra prende il sopravvento, anzi maggiorano ed esaltano notevolmente le caratteristiche di ognuna compensando la precisione e la naturalezza, con il calore e la forza.
E come scrive Alessandro Giovanardi: “La vocazione di Frisoni è l’apertura totale, attenta e contemplante verso la realtà. Il suo è uno sguardo meticoloso, maturo ma non neutro: accoglie le cose per svelarne la positività, l’incanto, la bellezza fuggevole che passa accanto ai nostri occhi distratti. La sua opera vuole schiudere ampie e coinvolgenti finestre sul mondo. Così, attraverso la pittura di scenari quotidiani e pubblici, interpretati in grandi e fascinosi dipinti, Frisoni affronta la sfida più difficile per uno come lui che da sempre studia da innamorato la grande arte sacra moderna dal Rinascimento al Novecento: mostrare il mistero sempre presente, pulsante e interpellante dietro la banalità del nostro vivere, interrogando strade urbane o rurali appena spruzzate dalla pioggia o indagando i più impercettibili effetti di luce di un frammento d’asfalto o di una zolla di terra. La luce, colta spesso all’alba o al crepuscolo, è infatti il leit motiv di tutta la sua opera, che riattualizza, con uno spatolato di grande qualità estetica e formale, la poesia incomparabile dei grandi maestri del Seicento, dai fiamminghi ai caravaggeschi, fino all’ultima rarefatta e dissolta tavolozza di Guido Reni. Frisoni risale alle radici della modernità, facendo balenare in alcune correnti stilistiche come l’impressionismo francese o l’iperrealismo statunitense, le sorgenti profonde, mistiche, direi religiose, dell’atto stesso del dipingere.”
CENNI BIOGRAFICI:
Davide Frisoni è nato a Rimini nel 1965 dove tuttora vive e lavora. Diplomato al Liceo Artistico riminese e all’Accademia di Belle Arti di Bologna è da quasi vent’anni un pittore professionista affermato in ambito locale e nazionale, ma ha svolto anche attività d’illustratore e scenografo. Le sue opere sono state esposte in molte importanti mostre personali e collettive e recensite su periodici d’indubbio rilievo e da critici d’arte di grande valore. La sua ricerca è partita dalla figura umana e dal legame che stringe insieme il mito e la corporeità ed attraverso di essa si è recentemente concentrata su alcune sfere d’interesse: il ritratto, l’asfalto, la realtà urbana.
Da giugno 2001 collabora in esclusiva mondiale con Telemarket riscuotendo un grande successo di critica e di pubblico.
Questa convinzione viene rafforzata da un incontro importante con il pittore Mazzotta di Firenze, nel 1999, che gli apre gli occhi per concentrarsi alla realtà che c’è, un dato preciso e concreto.
I soggetti che predilige diventano così le situazioni del vivere quotidiano che, tutti noi, ogni giorno vediamo ma non ci soffermiamo mai a osservare attentamente: le strade di Rimini intasate dal traffico, autocarri in attesa ai caselli, fari di auto riflessi sull’asfalto lucido per il temporale, il retro di un autobus che percorre una strada di campagna.
Frisoni sceglie la situazione che lo colpisce e coglie l’attimo, grazie a una macchina fotografica che porta spesso con sé, mentre viaggia con la sua auto o mentre passeggia. Sono questi gli scorci di realtà, tratti da un’istantanea o da una cartolina, che fisserà poi nei suoi quadri con pennellate dense e energiche.
Sono immagini che racchiudono una bellezza del quotidiano che ha in sé qualcosa di assoluto e di particolare, qualcosa di eterno e qualcosa di transitorio e tuttavia ci risultano in qualche maniera familiari e rassicuranti.
Un altro elemento fondamentale in queste tele è la luce che si insinua tra i colori sfolgoranti dandogli maggior vigore. Qui non c’è preferenza tra i soggetti di paesaggi naturali e quelli metropolitani in cui la luce artificiale dei fanali e dei lampioni si moltiplica riflettendo sull’asfalto bagnato. La luce come filo conduttore di queste tele, un tocco magico che passa e colpisce ogni oggetto portandolo all’attenzione dell’osservatore.
Dopo aver visto i quadri di Frisoni, il quotidiano che ci circonda ci potrà ancora meravigliare, perché lo guarderemo, credo, con occhi diversi .
Come scrive Paolo Rizzi nel numero di Arte In – dicembre 2004 “La sua pittura è pura, fatta appunto di colore che si muta in luce” e questa affermazione ci riporta al Futurismo, corrente senz’altro maestra nell’animo del pittore Frisoni.
Infatti, il fissare le mutazioni della realtà senza distorcerla è stato uno degli elementi più perseguiti dai Futuristi. Ed è proprio quello che Frisoni vuole dalla sua pittura.
Certo, non è solo questo. Nelle sue opere esiste anche una forte attenzione al mondo del cinema, delle inquadrature, della magia nelle atmosfere, con una affettuosa predilezione ad un altro grande riminese: Federico Fellini.
Scopriamo, quindi, che nella poetica di Frisoni coesistono due piani di espressione: la pittura e la fotografia, ma né l’una né l’altra prende il sopravvento, anzi maggiorano ed esaltano notevolmente le caratteristiche di ognuna compensando la precisione e la naturalezza, con il calore e la forza.
E come scrive Alessandro Giovanardi: “La vocazione di Frisoni è l’apertura totale, attenta e contemplante verso la realtà. Il suo è uno sguardo meticoloso, maturo ma non neutro: accoglie le cose per svelarne la positività, l’incanto, la bellezza fuggevole che passa accanto ai nostri occhi distratti. La sua opera vuole schiudere ampie e coinvolgenti finestre sul mondo. Così, attraverso la pittura di scenari quotidiani e pubblici, interpretati in grandi e fascinosi dipinti, Frisoni affronta la sfida più difficile per uno come lui che da sempre studia da innamorato la grande arte sacra moderna dal Rinascimento al Novecento: mostrare il mistero sempre presente, pulsante e interpellante dietro la banalità del nostro vivere, interrogando strade urbane o rurali appena spruzzate dalla pioggia o indagando i più impercettibili effetti di luce di un frammento d’asfalto o di una zolla di terra. La luce, colta spesso all’alba o al crepuscolo, è infatti il leit motiv di tutta la sua opera, che riattualizza, con uno spatolato di grande qualità estetica e formale, la poesia incomparabile dei grandi maestri del Seicento, dai fiamminghi ai caravaggeschi, fino all’ultima rarefatta e dissolta tavolozza di Guido Reni. Frisoni risale alle radici della modernità, facendo balenare in alcune correnti stilistiche come l’impressionismo francese o l’iperrealismo statunitense, le sorgenti profonde, mistiche, direi religiose, dell’atto stesso del dipingere.”
CENNI BIOGRAFICI:
Davide Frisoni è nato a Rimini nel 1965 dove tuttora vive e lavora. Diplomato al Liceo Artistico riminese e all’Accademia di Belle Arti di Bologna è da quasi vent’anni un pittore professionista affermato in ambito locale e nazionale, ma ha svolto anche attività d’illustratore e scenografo. Le sue opere sono state esposte in molte importanti mostre personali e collettive e recensite su periodici d’indubbio rilievo e da critici d’arte di grande valore. La sua ricerca è partita dalla figura umana e dal legame che stringe insieme il mito e la corporeità ed attraverso di essa si è recentemente concentrata su alcune sfere d’interesse: il ritratto, l’asfalto, la realtà urbana.
Da giugno 2001 collabora in esclusiva mondiale con Telemarket riscuotendo un grande successo di critica e di pubblico.
04
maggio 2006
Davide Frisoni – Reality to show
Dal 04 maggio al 03 giugno 2006
arte contemporanea
Location
SHOW ROOM TELEMARKET
Roma, Via Del Babuino, 16, (Roma)
Roma, Via Del Babuino, 16, (Roma)
Orario di apertura
Martedì/Venerdì 10.00-13.00 e 15.00-19.30
Sabato 10.00-19.30
Vernissage
4 Maggio 2006, ore 18
Autore