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Cinzia Sbrana – Dietro gli occhi di nessuno
una performance che non si risolve nell’atto della sua esecuzione. Un’opera concettuale, intellettuale, che nel corpo e nella parola sprigiona l’energia che porta l’uomo a vivere, scoprire e resistere: da Ulisse a Pound
Comunicato stampa
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“Come potemmo bere il mare? Chi ci diede la spugna per cancellare l’intero orizzonte?”, queste parole di Friedrich Nietzche sono il vuoto aperto che attende il visitatore al fondo del vicolo murato”…una performance che non si risolve nell’atto della sua esecuzione. Un’opera concettuale, intellettuale, che nel corpo e nella parola sprigiona l’energia che porta l’uomo a vivere, scoprire e resistere: da Ulisse a Pound:
dietro agli occhi di nessuno
a Cinzia Sbrana
La soglia.
Il fuoco delle pupille incontra il foro d’una cannuccia: l’orizzonte sensoriale diviene liquido.
Il cortile.
La figura, confitto un perno di parole, oscilla intorno a questo asse che, a tratti, vibra sferzato dalla
voce.
Il vicolo.
Un passaggio oscuro e chiuso può esser percorso lungo il filo d’uno sguardo che s’arresta ad un vuoto aperto: altre parole.
Una soglia percettiva fuori registro, serrare le palpebre, allora, non impedisce di vedere: quando la sensibilità non è l’estenuato prodotto d’un’educazione ma condizione esistenziale, nervo scoperto, un uomo è straniero ovunque, persino dentro sé. Esser fuori luogo apre parole: nomi altri. Per attraversare la vita in queste condizioni può esser necessario, come Vittor Ugo Contino ricorda
d’aver appreso da Ezra Pound, “reagire alla realtà con il cemento nella faccia”: “ Put some cement in your face, reinforced cement” sono le parole che Ercole morente, avvelenato dalla moglie, rivolge al figlio che esita ad esaudire la sua richiesta di farla finita mettendolo nella pira, nella traduzione che Pound fece, “Woman of Trachis”, delle Trachinie di Sofocle.
La foto scattata da Davide Ferrario sulla parete d’una cella vuota a San Vittore è l’immaginazione della forma del mondo, lo sguardo, d’uno straniero anonimo e contemporaneo. È l’immagine del periplo terreno sospesa tra Ulisse ed il suo folle volo: dietro ai suoi occhi? Il suo sguardo è gettato su una prospettiva che coincide con la nostra: “Come potemmo bere il mare? Chi ci diede la spugna per cancellare l’intero orizzonte?”, Queste parole di Friedrich Nietzche sono il vuoto aperto che attende il visitatore al fondo del vicolo murato di cui è costituito lo spazio della Galleria Studio44 a Genova dove avrà luogo la nostra immaginazione.
Genova,
venerdì 31 marzo 2006
dietro agli occhi di nessuno
a Cinzia Sbrana
La soglia.
Il fuoco delle pupille incontra il foro d’una cannuccia: l’orizzonte sensoriale diviene liquido.
Il cortile.
La figura, confitto un perno di parole, oscilla intorno a questo asse che, a tratti, vibra sferzato dalla
voce.
Il vicolo.
Un passaggio oscuro e chiuso può esser percorso lungo il filo d’uno sguardo che s’arresta ad un vuoto aperto: altre parole.
Una soglia percettiva fuori registro, serrare le palpebre, allora, non impedisce di vedere: quando la sensibilità non è l’estenuato prodotto d’un’educazione ma condizione esistenziale, nervo scoperto, un uomo è straniero ovunque, persino dentro sé. Esser fuori luogo apre parole: nomi altri. Per attraversare la vita in queste condizioni può esser necessario, come Vittor Ugo Contino ricorda
d’aver appreso da Ezra Pound, “reagire alla realtà con il cemento nella faccia”: “ Put some cement in your face, reinforced cement” sono le parole che Ercole morente, avvelenato dalla moglie, rivolge al figlio che esita ad esaudire la sua richiesta di farla finita mettendolo nella pira, nella traduzione che Pound fece, “Woman of Trachis”, delle Trachinie di Sofocle.
La foto scattata da Davide Ferrario sulla parete d’una cella vuota a San Vittore è l’immaginazione della forma del mondo, lo sguardo, d’uno straniero anonimo e contemporaneo. È l’immagine del periplo terreno sospesa tra Ulisse ed il suo folle volo: dietro ai suoi occhi? Il suo sguardo è gettato su una prospettiva che coincide con la nostra: “Come potemmo bere il mare? Chi ci diede la spugna per cancellare l’intero orizzonte?”, Queste parole di Friedrich Nietzche sono il vuoto aperto che attende il visitatore al fondo del vicolo murato di cui è costituito lo spazio della Galleria Studio44 a Genova dove avrà luogo la nostra immaginazione.
Genova,
venerdì 31 marzo 2006
27
aprile 2006
Cinzia Sbrana – Dietro gli occhi di nessuno
Dal 27 aprile al 07 maggio 2006
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
GALLERIA STUDIO 44
Genova, Vico Colalanza, 12R, (Genova)
Genova, Vico Colalanza, 12R, (Genova)
Orario di apertura
da mercoledì a domenica 16-19
Vernissage
27 Aprile 2006, ore 18
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