Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Sergio Vega – Utopian paradises: modernism and the sublime
Da alcuni anni Vega porta avanti una complessa e multiforme ricerca artistica intitolata “Il Paradiso nel Nuovo Mondo”, ispirata dall’omonimo libro secentesco di Antonio De Leon Pinelo, consigliere portoghese del re di Spagna, esploratore e storico delle Nuove Indie
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Umberto Di Marino Arte Contemporanea ha il piacere di presentare martedì 9 maggio 2006, dopo la partecipazione alla 51ª Biennale di Venezia, la prima personale italiana di Sergio Vega dal titolo Utopian paradises: modernism and the sublime.
Da alcuni anni Vega porta avanti una complessa e multiforme ricerca artistica intitolata “Il Paradiso nel Nuovo Mondo”, ispirata dall’omonimo libro secentesco di Antonio De Leon Pinelo, consigliere portoghese del re di Spagna, esploratore e storico delle Nuove Indie. Al pari di molti naturalisti e geografi ebrei e cristiani, Pinelo era convinto che il Paradiso terrestre fosse realmente esistito e non fosse scomparso dalla terra, ma si celasse in qualche parte remota del globo, conservando intatte le sue caratteristiche di giardino delle delizie, colmo di ricchezze favolose e abitato da una natura non corrotta dal peccato originale. Questa mitologia nostalgica di una felicità perduta e mai dimenticata, ha alimentato l’immaginario cristiano dal Cinquecento al Settecento, sino ad assumere la forza di una vera realtà storica e geografica. In seguito al viaggio di Colombo nelle Nuove Indie e alle successive spedizioni di Amerigo Vespucci, si rafforzò la convinzione, di cui si credeva trovare conferma nelle Genesi, che il giardino dell’Eden fosse da localizzarsi in Sud America, in ragione della straordinaria prodigalità naturale di quelle regioni temperate, che tanto affascinavano i viaggiatori europei durante le prime esplorazioni. Sergio Vega ha ripercorso più volte le orme delle osservazioni di Leon Pinelo a Cuiaba, un villaggio del Mato Grosso brasiliano, redigendo un diario dettagliato in cui ha registrato le sue riflessioni sulla storia di quella regione, tra passato e presente, mitologia e realtà. Nei suoi lavori ripercorre con graffiante ironia la vicenda coloniale sudamericana, mostrando come essa sia stata costruita in relazione alla specifica mitologia paradisiaca. Quest’ultimo tema si rivela dunque un raffinato strumento metaforico per focalizzare indirettamente la complessa realtà culturale del continente latino-americano. Le nuove opere in mostra presso la Galleria Umberto Di Marino Arte Contemporanea, fotografie, disegni, video, installazioni e testi derivati dalle pagine del proprio diario di viaggio, sono una riflessione incentrata sull’ambivalenza del modernismo sudamericano, sulla sua dimensione barocca, eccessiva e paradisiaca, che lo pone all’opposto rispetto alla purezza minimalista e al grado zero del modernismo europeo. Proprio in virtù di queste caratteristiche esoticamente bizzarre, Vega ha coniato il concetto di “Modernismo tropical”, cogliendone al tempo stesso le stridenti implicazioni ideologiche e di potere, in quanto espressione architettonica della classe politica dominante. Storia della Genesi e del colonialismo, sublime e ideologia si implicano e si intrecciano nel lavoro dell’artista argentino, in un affascinante revisione di simboli e linguaggi, che sfida le prospettive più omologate per rileggere in chiave nuova le controverse vicende della storia sudamericana. (Luigi Fassi)
Nato nel 1959 a Buenos Aires (Argentina), Sergio Vega vive e lavora a Gainesville, Florida (USA).
Mostre selezionate:
2006, ARS 06, Sense of the Real, Kiasma, Helsinki, Finlandia
2005, Down the Garden Path: The Artist’s Garden After Modernism, Queens Museum of Art, New York, a cura di Valerie Smith
51ª Biennale di Venezia, “Sempre un po’ più lontano”, Arsenale, Venezia, a cura di Rosa Martínez
2003, I Biennale di Praga: peripheries become the center, National Gallery, Praga, Repubblica Ceca, a cura di Julieta González
2002, Modernismo Tropical, Harn Museum of Art, Gainesville, Florida, USA, a cura di Kerry Oliver-Smith
Julia Friedman Gallery, Chicago, USA
2001, Triennale di Yokohama: Dancing Matrix, Red Brick Warehouse, Yokohama, Giappone, a cura di Shinji Kohmoto
2000, V Biennale di Lione: Partage d’Exotismes, Halle Tony Garnier, Lione, Francia, a cura di Jean-Hubert Martin
Jardin 2000: La Ville, Le Jardin, La Memoire, Villa Medici, Roma, Folie archives, a cura di Laurence Bosse, Carolyn Christov-Bakargiev e Hans Ulrich Obrist
II Biennale di Kwangju: Exotica Incognita, Kwangju, Sud Corea, a cura di Yu Yeon Kim
1999, El Paraíso en el Nuevo Mundo, Basilico Fine Arts, New York, USA
1997, II Biennale di Johannesburg: Alternating Currents, Electrical Plant, Johannesburg, Sud Africa, a cura di Okwui Enwezor e Octavio Zaya
Da alcuni anni Vega porta avanti una complessa e multiforme ricerca artistica intitolata “Il Paradiso nel Nuovo Mondo”, ispirata dall’omonimo libro secentesco di Antonio De Leon Pinelo, consigliere portoghese del re di Spagna, esploratore e storico delle Nuove Indie. Al pari di molti naturalisti e geografi ebrei e cristiani, Pinelo era convinto che il Paradiso terrestre fosse realmente esistito e non fosse scomparso dalla terra, ma si celasse in qualche parte remota del globo, conservando intatte le sue caratteristiche di giardino delle delizie, colmo di ricchezze favolose e abitato da una natura non corrotta dal peccato originale. Questa mitologia nostalgica di una felicità perduta e mai dimenticata, ha alimentato l’immaginario cristiano dal Cinquecento al Settecento, sino ad assumere la forza di una vera realtà storica e geografica. In seguito al viaggio di Colombo nelle Nuove Indie e alle successive spedizioni di Amerigo Vespucci, si rafforzò la convinzione, di cui si credeva trovare conferma nelle Genesi, che il giardino dell’Eden fosse da localizzarsi in Sud America, in ragione della straordinaria prodigalità naturale di quelle regioni temperate, che tanto affascinavano i viaggiatori europei durante le prime esplorazioni. Sergio Vega ha ripercorso più volte le orme delle osservazioni di Leon Pinelo a Cuiaba, un villaggio del Mato Grosso brasiliano, redigendo un diario dettagliato in cui ha registrato le sue riflessioni sulla storia di quella regione, tra passato e presente, mitologia e realtà. Nei suoi lavori ripercorre con graffiante ironia la vicenda coloniale sudamericana, mostrando come essa sia stata costruita in relazione alla specifica mitologia paradisiaca. Quest’ultimo tema si rivela dunque un raffinato strumento metaforico per focalizzare indirettamente la complessa realtà culturale del continente latino-americano. Le nuove opere in mostra presso la Galleria Umberto Di Marino Arte Contemporanea, fotografie, disegni, video, installazioni e testi derivati dalle pagine del proprio diario di viaggio, sono una riflessione incentrata sull’ambivalenza del modernismo sudamericano, sulla sua dimensione barocca, eccessiva e paradisiaca, che lo pone all’opposto rispetto alla purezza minimalista e al grado zero del modernismo europeo. Proprio in virtù di queste caratteristiche esoticamente bizzarre, Vega ha coniato il concetto di “Modernismo tropical”, cogliendone al tempo stesso le stridenti implicazioni ideologiche e di potere, in quanto espressione architettonica della classe politica dominante. Storia della Genesi e del colonialismo, sublime e ideologia si implicano e si intrecciano nel lavoro dell’artista argentino, in un affascinante revisione di simboli e linguaggi, che sfida le prospettive più omologate per rileggere in chiave nuova le controverse vicende della storia sudamericana. (Luigi Fassi)
Nato nel 1959 a Buenos Aires (Argentina), Sergio Vega vive e lavora a Gainesville, Florida (USA).
Mostre selezionate:
2006, ARS 06, Sense of the Real, Kiasma, Helsinki, Finlandia
2005, Down the Garden Path: The Artist’s Garden After Modernism, Queens Museum of Art, New York, a cura di Valerie Smith
51ª Biennale di Venezia, “Sempre un po’ più lontano”, Arsenale, Venezia, a cura di Rosa Martínez
2003, I Biennale di Praga: peripheries become the center, National Gallery, Praga, Repubblica Ceca, a cura di Julieta González
2002, Modernismo Tropical, Harn Museum of Art, Gainesville, Florida, USA, a cura di Kerry Oliver-Smith
Julia Friedman Gallery, Chicago, USA
2001, Triennale di Yokohama: Dancing Matrix, Red Brick Warehouse, Yokohama, Giappone, a cura di Shinji Kohmoto
2000, V Biennale di Lione: Partage d’Exotismes, Halle Tony Garnier, Lione, Francia, a cura di Jean-Hubert Martin
Jardin 2000: La Ville, Le Jardin, La Memoire, Villa Medici, Roma, Folie archives, a cura di Laurence Bosse, Carolyn Christov-Bakargiev e Hans Ulrich Obrist
II Biennale di Kwangju: Exotica Incognita, Kwangju, Sud Corea, a cura di Yu Yeon Kim
1999, El Paraíso en el Nuevo Mundo, Basilico Fine Arts, New York, USA
1997, II Biennale di Johannesburg: Alternating Currents, Electrical Plant, Johannesburg, Sud Africa, a cura di Okwui Enwezor e Octavio Zaya
09
maggio 2006
Sergio Vega – Utopian paradises: modernism and the sublime
Dal 09 maggio al 09 settembre 2006
arte contemporanea
Location
UMBERTO DI MARINO ARTE CONTEMPORANEA
Napoli, Via Alabardieri, 1, (Napoli)
Napoli, Via Alabardieri, 1, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 15:00 – 20:00, sabato ore 11:00 – 14:00/16:00 – 20:00
Luglio: dal lunedì al venerdì ore 16:00 – 20:30 – Agosto: chiusura estiva fino al 3 settembre
Vernissage
9 Maggio 2006, ore 20-22
Autore
Curatore