Tra il 2002 e il 2006 i fotografi Giampietro Agostini, Francesco Giusti, Tancredi Mangano indagano le aree industriali della cintura nord di Milano: Sesto S. Giovanni, Pero, la Bovisa. Aree forti, in un passato recente, di identità e di storia, grazie alla presenza delle grandi industrie del ferro, dell’acciaio e della gomma che hanno qualificato Milano come città industriale e operaia. Oggi aree aperte in profonda trasformazione, specchio dei mutamenti economici, sociali e culturali che hanno investito la stessa nozione di città. Aree in cui, dall’identità “forte” della fabbrica si passa alle identità “deboli” e misconosciute dell’immigrazione clandestina, respinta ai margini della città. Aree in cui già sono presenti, e convivono, i cantieri per nuove aree residenziali e commerciali. Terre di confine, luoghi di tensioni e cambiamenti accelerati, in cui sperimentare le stesse possibilità della fotografia di farsi strumento critico e interpretativo.

Come esprimere i mutamenti? Quali le identità in gioco? E’ possibile iniziare a comprendere, almeno per frammenti, trasformazioni che sfuggono alla percezione immediata? Da questi interrogativi parte il progetto di una committenza, voluta dal Civico Archivio Fotografico di Milano, che incontra le intenzioni e i progetti autonomi dei tre fotografi. La loro ricerca indaga significati, rapporti, relazioni, negli spazi “altri” della città, spazi dall’identità incerta ma non per questo meno ricca di elementi per una nuova e più autentica comprensione della realtà odierna.