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Forma sensibile
Una mostra a cura di Domenico Papa, per conoscere gli ultimi lavori di tre artisti torinesi
Comunicato stampa
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In FORMA SENSIBILE è proposta una comune riflessione sul tema della forma. Se ne indagano valenze e significati pur nell'impossibilità di una compiuta definizione. L'interrogativo che si ripropone nella ricerca di molti artisti delle ultime generazioni, infatti, riguarda la sua natura ultima: è una proprietà degli oggetti del nostro ambiente o invece risulta dall'attività di riconoscimento di un osservatore? La forma, sembrano suggerire i lavori in mostra, scaturisce dall'opera come da un dispositivo approntato dall'artista: rimane sospesa tra l'enunciato dell'autore e l'atto percettivo dello spettatore, non appartenendo definitivamente né all'uno, né all'altro. Essa è piuttosto un processo nel quale agiscono autore e pubblico insieme.
GIAN LUIGI BRAGGIO elabora composizioni che a un primo sguardo ricordano grovigli di filo spinato. Solo a un più attento esame si rivelano essere realizzate in realtàcon cartoncino pazientemente lavorato. L'artista propone un paradosso evidente: nella similarità delle fattezze è la materia che decide del senso. Ciò che a una prima impressione dice di durezza, di pericolo e di paura si rivela essere un origami di lieve e inconsistente fragilità.
Diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Torino, insegnante di Disegno e Storia dell'Arte, collabora con il Centro Studi Piero Gobetti. Le mostre più recenti: Exporsi, Human Organic Thirst 2003; Humus, 2004, Spazio Culturale S. Chiara, Torino - a cura di Elisabetta Della Valle; Premio Agazzi, Mapello (Bg) 2004; Prospettiva Neo Collegno, Torino 2005; Ass. Culturale Paradigma, Torino, 2005
ORIETTA BROMBIN propone grandi dischi di velluto di diversi colori. Sul tessuto impone la forma ripetuta di oggetti d'uso comune. Il contorno si imprime e modifica l'aspetto superficiale, diventando gioco astratto, senza che sia tolto o aggiunto nulla di estraneo. Nella piega delle fibre si disegna così una geometria del quotidiano che è possibile leggere in modo netto solo cogliendo il giusto angolo della luce.
Artista ed esperta di didattica dell'arte. Ha collaborato con il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli – Museo d'arte contemporanea. Collabora al progetto PAV - Parco d'Arte Vivente di Torino. Ha esposto in numerose mostre, tra le più recenti: Parole Prime, personale presso la Chiesa della Beata Vergine Villafranca Piemonte (2004); 4 XII 2004, Galleria En Plein Air, Pinerolo Torino, 2004; Mutuo soccorso, Museo storico del Mutuo Soccorso, Pinerolo 2005, La via del sale, Camerana contrada/Prunetto 2005
MIMMO LA GROTTERIA da qualche anno è impegnato nel racconto di una storia animata da personaggi che abitano la periferia di una medesima e riconoscibile città. Pur nell'evocazione di narrazioni popolari, si rivela una storia senza parole, ovvero un racconto che si affida solo alle figure che emergono e scompaiono, nei disegni veloci e a volte incompiuti sui quali nel tempo l'artista interviene. Volti e persone si confondono in un fluire incerto e mutevole di segni.
Ha collaborato con gallerie d'arte contemporanea occupandosi dell'organizzazione e dell'allestimento di mostre ed eventi. Negli ultimi anni conduce un progetto di ricerca sul rapporto tra arte e tematiche sociali. Tra le mostre recenti: Non di solo pane, Progetto Maionese, Galleria En Plein Air, Pinerolo Torino 2002; Diwan, Galleria Midbar, Torino 2004; Diwan 2, Progetto ASAI, Parco del Valentino Torino 2005; Diwan 3, Diwan Café Torino 2005; Diwan 4, Certosa di Collegno, Torino 2006.
DOMENICO PAPA critico e saggista, insegna presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia e presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Ha curato mostre e convegni d'arte contemporanea. Tra le sue pubblicazioni recenti: Geografie del lontanovicino (con I. Mulatero), Torino 2000; Origini della distanza, Torino 2000; Il mondo va considerato all'ombra, Torino 2001; Verbis01 (cura ed.), Torino 2004; Il mezzo dello sguardo, Arezzo 2004. In corso di pubblicazione: Per molteplici sensi. Processi percettivi e forme della comunicazione, Arezzo, giugno 2006.
GIAN LUIGI BRAGGIO elabora composizioni che a un primo sguardo ricordano grovigli di filo spinato. Solo a un più attento esame si rivelano essere realizzate in realtàcon cartoncino pazientemente lavorato. L'artista propone un paradosso evidente: nella similarità delle fattezze è la materia che decide del senso. Ciò che a una prima impressione dice di durezza, di pericolo e di paura si rivela essere un origami di lieve e inconsistente fragilità.
Diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Torino, insegnante di Disegno e Storia dell'Arte, collabora con il Centro Studi Piero Gobetti. Le mostre più recenti: Exporsi, Human Organic Thirst 2003; Humus, 2004, Spazio Culturale S. Chiara, Torino - a cura di Elisabetta Della Valle; Premio Agazzi, Mapello (Bg) 2004; Prospettiva Neo Collegno, Torino 2005; Ass. Culturale Paradigma, Torino, 2005
ORIETTA BROMBIN propone grandi dischi di velluto di diversi colori. Sul tessuto impone la forma ripetuta di oggetti d'uso comune. Il contorno si imprime e modifica l'aspetto superficiale, diventando gioco astratto, senza che sia tolto o aggiunto nulla di estraneo. Nella piega delle fibre si disegna così una geometria del quotidiano che è possibile leggere in modo netto solo cogliendo il giusto angolo della luce.
Artista ed esperta di didattica dell'arte. Ha collaborato con il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli – Museo d'arte contemporanea. Collabora al progetto PAV - Parco d'Arte Vivente di Torino. Ha esposto in numerose mostre, tra le più recenti: Parole Prime, personale presso la Chiesa della Beata Vergine Villafranca Piemonte (2004); 4 XII 2004, Galleria En Plein Air, Pinerolo Torino, 2004; Mutuo soccorso, Museo storico del Mutuo Soccorso, Pinerolo 2005, La via del sale, Camerana contrada/Prunetto 2005
MIMMO LA GROTTERIA da qualche anno è impegnato nel racconto di una storia animata da personaggi che abitano la periferia di una medesima e riconoscibile città. Pur nell'evocazione di narrazioni popolari, si rivela una storia senza parole, ovvero un racconto che si affida solo alle figure che emergono e scompaiono, nei disegni veloci e a volte incompiuti sui quali nel tempo l'artista interviene. Volti e persone si confondono in un fluire incerto e mutevole di segni.
Ha collaborato con gallerie d'arte contemporanea occupandosi dell'organizzazione e dell'allestimento di mostre ed eventi. Negli ultimi anni conduce un progetto di ricerca sul rapporto tra arte e tematiche sociali. Tra le mostre recenti: Non di solo pane, Progetto Maionese, Galleria En Plein Air, Pinerolo Torino 2002; Diwan, Galleria Midbar, Torino 2004; Diwan 2, Progetto ASAI, Parco del Valentino Torino 2005; Diwan 3, Diwan Café Torino 2005; Diwan 4, Certosa di Collegno, Torino 2006.
DOMENICO PAPA critico e saggista, insegna presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia e presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Ha curato mostre e convegni d'arte contemporanea. Tra le sue pubblicazioni recenti: Geografie del lontanovicino (con I. Mulatero), Torino 2000; Origini della distanza, Torino 2000; Il mondo va considerato all'ombra, Torino 2001; Verbis01 (cura ed.), Torino 2004; Il mezzo dello sguardo, Arezzo 2004. In corso di pubblicazione: Per molteplici sensi. Processi percettivi e forme della comunicazione, Arezzo, giugno 2006.
06
giugno 2006
Forma sensibile
Dal 06 al 18 giugno 2006
arte contemporanea
Location
MACHE’
Torino, Via Della Consolata, 9/G, (Torino)
Torino, Via Della Consolata, 9/G, (Torino)
Orario di apertura
21-24
Vernissage
6 Giugno 2006, ore 21
Autore
Curatore