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Maria Magdalena Campos-Pons – Sono qui
L’artista cubana Maria Magdalena Campos-Pons sviluppa la sua ricerca partendo dalle esperienze che hanno segnato la sua vita, in quanto donna afro-cubana esiliata negli Stati-Uniti
Comunicato stampa
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L’artista cubana Maria Magdalena Campos-Pons sviluppa la sua ricerca partendo dalle esperienze che hanno segnato la sua vita, in quanto donna afro-cubana esiliata negli Stati-Uniti. Campos-Pons raggruppa le testimonianze di varie culture, associando elementi spesso distanti tra loro, nella produzione del suo lavoro caratterizzato da un forte sincretismo.
Sono qui nasce dal recente soggiorno padovano dell’artista e consiste in una serie di installazioni, video e disegni creati appositamente per la sua seconda mostra personale alla galleria Pack. Con questa mostra Campos-Pons intende instaurare un dialogo tra l’identità culturale Africana e afro-americana e la tradizione artigianale del nord-Italia, creando una serie di risonanze ed echi tra due linguaggi specifici.
L’artista cubana ha registrato le sue impressioni sulla presenza nera - spesso percepibile nelle città italiane attraverso i venditori ambulanti - all’interno di una particolare realtà socio-culturale italiana ancora non del tutto pronta ad integrarla. Collocandosi a una certa distanza dal racconto storico ufficiale, Campos-Pons dimostra una particolare attenzione per le micro-storie e le esperienze individuali, raggiungendo in un secondo tempo una dimensione collettiva afferrabile da tutti. Le opere in mostra, di forte impatto visivo e emozionale, nascono da legami relazionali fatti e disfatti e da scorie di memorie assemblate come tessere di un mosaico, la cui combinazione trasforma l’opera in una cassa di risonanza prismatica e ricca di articolazioni.
Le composizioni polisemiche dell’artista cubana fanno dialogare codici culturali e norme sociali diversi in un processo di transculturazione (secondo il concetto evidenziato dall’antropologo cubano Fernando Ortiz). Dice l’artista: “le identità possono essere dolorose, restrittive e pericolose. La mia idea per una ricerca d’identità è quella di avvolgere l’altro, capirlo, condividere con lui uno spazio di similitudini. Nella ricerca dell’identità abbiamo bisogno di segnare delle differenze, ma ciò che cerchiamo di trovare alla fine sono similitudini […] Ho passato molto tempo a pensare al modo in cui i discorsi comuni sull’identità possono diventare motivo di esclusione anziché di dialogo.1”
Tali problematiche, ricorrenti in campo artistico e legate sia agli studi postcoloniali e all’espansione della cultura globalizzata, sia a questioni sui generi sessuali, trovano nell’opera di Campos-Pons dei lineamenti vivi e organici. Lo stabilire un rapporto inter-umano, la necessità di nutrirsi di altre esperienze, spingono l’artista a non fermarsi alla sua già eterogenea identità culturale, ma a cercare confronti in altri tipi di vissuti, spesso segnati dall’allontanamento dalla propria terra.
1 Conversazione dell’artista con Lynne Bell, Third Text # 43, estate 1998.
Maria Magdalena Campos-Pons ha partecipato a numerose mostre personali e collettive tra cui ricordiamo: Getting Emotional, ICA Boston, 2005; One Thousand Ways to Say Goodbye, Henie Onstad Kunstsenter, Oslo, 2003; Unpacking Europe, Museum Boijmans Van Beunigen, Rotterdam, 2002; 49° Biennale di Venezia (Authentic/Ex-centric: Conceptualism in Contemporary African Art), 2001; Spoken Softly with Mama, National Gallery of Canada, 1998.
Sono qui nasce dal recente soggiorno padovano dell’artista e consiste in una serie di installazioni, video e disegni creati appositamente per la sua seconda mostra personale alla galleria Pack. Con questa mostra Campos-Pons intende instaurare un dialogo tra l’identità culturale Africana e afro-americana e la tradizione artigianale del nord-Italia, creando una serie di risonanze ed echi tra due linguaggi specifici.
L’artista cubana ha registrato le sue impressioni sulla presenza nera - spesso percepibile nelle città italiane attraverso i venditori ambulanti - all’interno di una particolare realtà socio-culturale italiana ancora non del tutto pronta ad integrarla. Collocandosi a una certa distanza dal racconto storico ufficiale, Campos-Pons dimostra una particolare attenzione per le micro-storie e le esperienze individuali, raggiungendo in un secondo tempo una dimensione collettiva afferrabile da tutti. Le opere in mostra, di forte impatto visivo e emozionale, nascono da legami relazionali fatti e disfatti e da scorie di memorie assemblate come tessere di un mosaico, la cui combinazione trasforma l’opera in una cassa di risonanza prismatica e ricca di articolazioni.
Le composizioni polisemiche dell’artista cubana fanno dialogare codici culturali e norme sociali diversi in un processo di transculturazione (secondo il concetto evidenziato dall’antropologo cubano Fernando Ortiz). Dice l’artista: “le identità possono essere dolorose, restrittive e pericolose. La mia idea per una ricerca d’identità è quella di avvolgere l’altro, capirlo, condividere con lui uno spazio di similitudini. Nella ricerca dell’identità abbiamo bisogno di segnare delle differenze, ma ciò che cerchiamo di trovare alla fine sono similitudini […] Ho passato molto tempo a pensare al modo in cui i discorsi comuni sull’identità possono diventare motivo di esclusione anziché di dialogo.1”
Tali problematiche, ricorrenti in campo artistico e legate sia agli studi postcoloniali e all’espansione della cultura globalizzata, sia a questioni sui generi sessuali, trovano nell’opera di Campos-Pons dei lineamenti vivi e organici. Lo stabilire un rapporto inter-umano, la necessità di nutrirsi di altre esperienze, spingono l’artista a non fermarsi alla sua già eterogenea identità culturale, ma a cercare confronti in altri tipi di vissuti, spesso segnati dall’allontanamento dalla propria terra.
1 Conversazione dell’artista con Lynne Bell, Third Text # 43, estate 1998.
Maria Magdalena Campos-Pons ha partecipato a numerose mostre personali e collettive tra cui ricordiamo: Getting Emotional, ICA Boston, 2005; One Thousand Ways to Say Goodbye, Henie Onstad Kunstsenter, Oslo, 2003; Unpacking Europe, Museum Boijmans Van Beunigen, Rotterdam, 2002; 49° Biennale di Venezia (Authentic/Ex-centric: Conceptualism in Contemporary African Art), 2001; Spoken Softly with Mama, National Gallery of Canada, 1998.
21
giugno 2006
Maria Magdalena Campos-Pons – Sono qui
Dal 21 giugno al 10 settembre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA PACK
Milano, Viale Sabotino, 22, (Milano)
Milano, Viale Sabotino, 22, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 13-19,30
chiuso da sabato 29 luglio a martedì 29 agosto esclusi
Vernissage
21 Giugno 2006, ore 18-22
Autore
Curatore