Nato a Parigi alla fine degli anni ’50, Dahmane, figlio d’arte, incontra la fotografia non ancora ventenne, iniziando la sua carriera come assistente di un celebre fotografo di moda. I suoi primi nudi, pubblicati su Photomagazine e Photo, vengono in seguito raccolti nel volume "Dahmane", edito dalla Taschen nel 1994, che ne decreta la fama a livello internazionale.

Artista raffinatissimo e spregiudicato allo stesso tempo, Dahmane non lesina nulla nell’esaltazione della bellezza e dell’intimità delle sue modelle: cattura con avidità forme e sguardi sensuali, deciso a celebrare senza riserve l'eleganza del corpo femminile. Davanti alle sue fotografie può accadere di sentire quel brivido che si ha quando si entra in contatto con l’intimità di qualcuno. Alla fine degli anni Novanta, con la pubblicazione dei due volumi "Porn Art" (ed. Alixe), Dahmane entra definitivamente nell’olimpo dei fotografi di culto, realizzando la sintesi fra erotismo ultrachic e pornografia.

In questa mostra romana Dahmane presenta una cinquantina di fotografie in bianco e nero, tratte dai successivi volumi "Dressed Nudes" (edito da La Musardine) e dal più recente "Erotic Sessions" (La Musardine/Skylight), oltre a una serie inedita di lavori a metà strada tra la fotografia e la computer grafica, trattandosi di fotomontaggi digitali. In questi ultimi lavori, il ritratto erotico femminile viene magistralmente inserito in imprevedibili contesti fantastico-surreali, in grado di sorprendere e disorientare lo spettatore.