Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Dani Marti – Dark Bones
inaugurazione della galleria che intende promuovere giovani artisti italiani ed internazionali e lavorare a stretto contatto con i più interessanti giovani curatori e critici
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 7 ottobre apre nel centro di Brescia la galleria CITRIC, diretta da Lavinia Muscat. Il nuovo spazio inaugura con la personale dell’artista spagnolo Dani Marti, che espone per la prima volta in Italia, e che presenterà nove nuovi lavori della serie “Woven Constructions” (costruzioni intrecciate).
Le “Woven Contructions” sono creazioni dinamiche molto complesse, costituite da materiali di uso comune e industriale, come polipropilene, poliestere, gomma e corde colorate montate su strutture di legno. Nonostante siano completamente fatte a mano, queste strutture hanno una forma minimale e piuttosto geometrica.
Dietro ogni opera c’è l’essenza di una persona e una storia. Dani Marti infatti realizza una sorta di ritratto delle persone che conosce, impiegando diversi materiali, non certo tradizionali. Ad ogni opera viene dato un nome prima ancora di essere realizzata, per permettere all’artista di stabilire una relazione molto intima con il lavoro, con il soggetto e con il processo di costruzione. Marti considera questo come un atto, un rituale di legame che gli permette di “possedere” la persona che ritrae.
Il suo lavoro è stimolato dalla sfida che il ritratto pone. Il suo interesse è nell’essenza dei soggetti, in ciò che è più nascosto, più intimo. L’essenza da cogliere e il tentare di riproporla. Questa operazione è maggiormente percepibile nelle tessiture in grande formato e nei video che prendono spunto dal linguaggio del documentario, per generare letture alternative nello spettatore. Il lavoro richiama l’intimità dei tessuti in contatto con il corpo e rappresenta non solo la figura, ma soprattutto la personalità, la sessualità, l’interiorità della persona ritratta. Come se con un microscopio l’artista avesse messo a fuoco un unico punto della persona ingrandendolo all’infinito, dando vita da questo solo punto un oggetto contemplativo e attraente.
Per Marti, la creazione/costruzione di queste opere è una lotta tra corpi - il suo e quello delle corde - : tende le corde, le fissa con forza, ma allo stesso tempo le accarezza, dà loro vita, come se fossero dei corpi sensuali. Le forme pulsano di energia tra le corde tese, i colori lottano nel loro contrasto cromatico, la forza fluttua tra le trame, ingoia la struttura ed esce dai suoi confini. Queste strutture - che non sono pittura, non sono scultura, non hanno dimensione, non possono essere contenute - invadono lo spazio e vanno ad interagire con altri corpi che stanno attorno.
Le “Woven Contructions” sono creazioni dinamiche molto complesse, costituite da materiali di uso comune e industriale, come polipropilene, poliestere, gomma e corde colorate montate su strutture di legno. Nonostante siano completamente fatte a mano, queste strutture hanno una forma minimale e piuttosto geometrica.
Dietro ogni opera c’è l’essenza di una persona e una storia. Dani Marti infatti realizza una sorta di ritratto delle persone che conosce, impiegando diversi materiali, non certo tradizionali. Ad ogni opera viene dato un nome prima ancora di essere realizzata, per permettere all’artista di stabilire una relazione molto intima con il lavoro, con il soggetto e con il processo di costruzione. Marti considera questo come un atto, un rituale di legame che gli permette di “possedere” la persona che ritrae.
Il suo lavoro è stimolato dalla sfida che il ritratto pone. Il suo interesse è nell’essenza dei soggetti, in ciò che è più nascosto, più intimo. L’essenza da cogliere e il tentare di riproporla. Questa operazione è maggiormente percepibile nelle tessiture in grande formato e nei video che prendono spunto dal linguaggio del documentario, per generare letture alternative nello spettatore. Il lavoro richiama l’intimità dei tessuti in contatto con il corpo e rappresenta non solo la figura, ma soprattutto la personalità, la sessualità, l’interiorità della persona ritratta. Come se con un microscopio l’artista avesse messo a fuoco un unico punto della persona ingrandendolo all’infinito, dando vita da questo solo punto un oggetto contemplativo e attraente.
Per Marti, la creazione/costruzione di queste opere è una lotta tra corpi - il suo e quello delle corde - : tende le corde, le fissa con forza, ma allo stesso tempo le accarezza, dà loro vita, come se fossero dei corpi sensuali. Le forme pulsano di energia tra le corde tese, i colori lottano nel loro contrasto cromatico, la forza fluttua tra le trame, ingoia la struttura ed esce dai suoi confini. Queste strutture - che non sono pittura, non sono scultura, non hanno dimensione, non possono essere contenute - invadono lo spazio e vanno ad interagire con altri corpi che stanno attorno.
07
ottobre 2006
Dani Marti – Dark Bones
Dal 07 ottobre all'undici novembre 2006
arte contemporanea
Location
CITRIC CONTEMPORARY ART
Brescia, Via Trieste, 30, (Brescia)
Brescia, Via Trieste, 30, (Brescia)
Vernissage
7 Ottobre 2006, ore 18
Autore