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Vincenzo Marsiglia – Infinito Stellare
Gli ultimi lavori di un giovane artista alassino innovativo già molto esposto in Italia. Il tema è quello del viaggio immaginario affrontato con un linguaggio figurativo astratto che ha introdotto di diritto Vincenzo Marsiglia nel gruppo dei Nuova Generazione Astratta
Comunicato stampa
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Testo in catalogo di Nicola Davide Angerame
A come astrazione e come abitare.
Ci sono artisti che creano per se stessi, come Marcel Duchamp. Altri lo fanno per guadagnare e per combattere la morte o la vita, come Andy Warhol. Poi ci sono gli sciamani come Joseph Beuys, che sognano una trasformazione antropologica. Vincenzo Marsiglia, invece, è come i Pink Floyd di “Live at Pompei”, un concerto senza pubblico che squaderna la massima potenza di amplificazione che la tecnologia del momento rende possibile per inviare la musica nella galassia e nella storia, alle radici dello spazio e del tempo. In questo caso, l’arte diviene un ponte verso lo spazio infinito, stellare, sidereo (ma non silente), rarefatto, seriale, desertico, profondo, aperto. Infinito perché autorigenerante. Attraverso la ripetizione seriale delle proprie monadi a quattro punte, Marsiglia sembra voler suonare una musica visiva che possa metterlo in relazione (e noi in ricaduta) con questo tipo di spazio, geometrico, matematico, interstellare. Non lo spazio della tela da organizzare come campo di forze per le astrazioni neoplastiche di un Mondrian e neppure quella del quardo-finestra proiettata sul sogno dei surrealisti o quella della tela come cartello pubblicitario catalizzatore di una culturamass mediatica voluta dalla Pop Art.
Nel proprio rigore astratto, dove il gioco tra supporti, linee, ritmi e accostamenti di colori sono architettati con matematica freddezza, Marsiglia introduce degli aspetti personali, che ne rivelano l’appartenenza a una generazione e a una società di cui l’artista è un riverbero cosciente, un raccoglitore di sintomi, un elaboratore di dati primari. L’arte di Marsiglia si alimenta di una intuizione iniziale e radicale; una forma, quella della stella a quattro punte, che come dichiara lo stesso artista: "è il mio logo, sorto da un lavoro che eseguivo agli inizi e che consisteva nell’incrociare delle bande, che una volta ruotate hanno prodotto una struttura geometrica la cui intersecazione ho estrapolato e rimesso in uno spazio ideale. All’inizio questo spazio era tutto pieno e mi faceva pensare ad un muro stellare. Negli anni questo muro si è eliso, a favore di altre metafore della spazio come il labirinto del Pac Man o lo spazio di un viaggio interstellare”. In questo modo Marsiglia confessa la propria devozione astratta per un mondo delle forme che hanno in sé molti linguaggi, strutture e sensi. Approcciarsi con un atteggiamento di spoliazione e ricostruzione, invece che di mimesi onirica, è la via intrapresa da un artista che consapevolmente sta progettando il proprio logo.
Il logo del logos.
In questo mondo di marchi, di multinazionali, di eventi pubblicitari di ogni genere e fattezza, molti artisti trentenni stanno rifacendo i calcoli che permettono loro (come a noi) di stare nel mondo. Marsiglia parla del suo logo come di una “forma di riconoscimento”. I fattori psicoanalitici gli restano estranei, non gli interessano, mentre sa che il destino del proprio operato dipende, come tutto ormai, dal riconoscimento che ottiene il suo segno di riconoscimento. In una società sempre più eterodossa, governata da logiche di apparenza talmente più efficaci dell’arte pittorica, sperare un’affermazione del proprio sentire interiore e personale pare a Marsiglia una via impercorribile. Lo scacco dell’artista di oggi, del suo ruolo e della sua identità, si rivela qui nella ricerca di una logo del proprio logos. Marsiglia sta cercando di affermare il proprio intelletto imponendogli di sintetizzare una formula visiva, un logo, un marchio capace di contenere dentro uno spazio minimo consentito (in un mondo in cui manca spazio e dove tutto è stato esplorato e conosciuto) l’intensità, la forza, la riconoscibilità di un soggetto persona, unico e irripetibile. Un logo per un logos che nel marchio da lui stesso creato cerca il doppio “riconoscimento” nel senso della propria identità (non psicologica ma spaziale) e della riconoscibilità presso gli altri, il mondo esterno. In questo crocevia dove si incontrano esigenze personali profonde, ancestrali, e le più moderne pratiche di vendita, diffusione e promozione del Sé noi spettatori cogliamo quel dramma che è il nostro stare nel mondo, il nostro venire lacerati su un crocevia (sulla croce cristiana come sulla stella di Marsiglia) nel quale si incontrano e di intrecciano le due direttrici primarie dell’esistenza: l’interiorità e la realtà esterna. Anche quella reductio ad unum, che l’astrazione geometrica mette in campo in quanto esigenza fondante, non può avere l’ultima parola, non può svestirsi di quel mondo della vita che la genera. Nel dialogo infinito tra il punto, la linea e la superficie la possibilità dell’astrazione geometrica resta aperta proprio perché non si realizza compiutamente. “Ci sono già delle modifiche in corso sul logo. Penso che possa evolversi infinitamente, ma sempre in modo inerente alla propria identità”, dice Marsiglia. Ecco cosa distingue l’arte dal mercato, il logo del logos, dal logo di una marca di biscotti. Il logos è vivo, cresce, va fuori di sé, poi ritorna mutato, analizza, comprende e trasforma il mondo nel quale infinitamente diviene.
Le forchette di Capogrossi, il taglio di Fontana, il chiodo delle estroflessioni di Castellani sono dei riferimenti che Marsiglia ha ben presente, anche se le sue origini le trova nel Minimalismo americano. Ma la sua originalità risiede in questa musica seriale di logo diretta verso uno spazio infinito, che è quello esteriore del cosmo ma anche quello interiore del logos. L’epoca del Barocco aveva in Leibniz il suo pensatore più matematico eppure più affascinante. Le sue monadi sono state la prima formulazione dell’idea di modulo, che molta arte astratta ha ripreso e sfruttato, ma nel logo del logos che Marsiglia progetta il ritorno a Leibniz è nell’idea del microcosmo, della ripetizione nella forma minima possibile di tutto il creato. E qui ritornano a separarsi le strade tra l’arte e quella filosofia che Hegel pretese ne fosse la risoluzione definitiva: la filosofia offre un concetto senza forma, un logos (discorso) del logos (ragione); l’arte ne offre invece un logo, un marchio, cifra, frammento: una immagine.
Un approccio generazionale.
A gente nata nei primi anni settanta, alcuni ultimi lavori di Marsiglia come Grey Star Lily, o Superimpose Star Lily (2002 - 2003) possono apparire come un’elaborazione sofisticata di quegli schermi allucinati che furono i primi videogiochi in bianco e nero, come Space Invaders, veri e proprio giochi minimali che hanno sedotto un’intera generazione con meccanismi semplificati, ritmi e dinamiche binarie, piattezze suggellate da giungle elettronici ampollosi e ipnotici. La forza spirituale del lavoro di Marsiglia mi si squaderna davanti agli occhi della memoria, in un gioco di autosuggestione che non pretende oggettività e che vede nei feltri, nei collanti, nelle campiture nere che accolgono le milizie ben inquadrate di croci a quattro punte una riedizione pensata, fissata e sentita di quella prima magia elettronica rimasta preclusa alle generazioni successive, oramai assuefatte alle televisive narrazioni della play station. Noi trentenni, invece, figli degli albori dell’era elettronica, pionieri del Commodore 64, ci siamo nutriti di quella grafica semplificata, lucente, seriale e ipnotica divenuta possibile con la nascita della computeristica, della macchina calcolatrice che nella sua evoluzione darwiniana è passata dal regno dell’aritmetica e del calcolo matematico-contabile, al regno della geometria con l’organizzazione di spazi virtuali capaci di proiettare le nostre ingenue menti in mondi a una dimensione, dentro il paradosso di un a-luogo piatto e profondo insieme. Come nel vuoto interstellare, la macchina ci comminava la pena sensoriale di non poterci dare un punto di riferimento dal quale partire per prendere le misure e progettare una prospettiva. Di questo spazio disorientato, Marsiglia sembra un reduce che prova a riorganizzare il ricordo, l’evento (felicemente) traumatico della scoperta di un mondo nuovo: quello della macchina calcolatrice elettronica, che la nostra generazione ha visto nascere agli albori nell’Età del Silicio.
Vincenzo Marsiglia nato il 15/11/1972 a Belvedere Marittimo
Vive e Lavora a Alassio (Savona)
Titoli di studio conseguiti:
-Diploma di Maestro d’Arte, presso l’Iatituto Statale d’Arte di Imperia
-Diploma di maturità d’Arte applicata, sezione decorazione pittorica, presso l’Istituto d’Arte di Imperia
-Diploma in Pittura , presso l’Accademia di Belle Arti di Brera Milano
PRINCIPALI MOSTRE PERSONALI
2005- “VINCENZO MARSIGLIA – Alitalia per l’Arte” Sala Vip Raffaello, Bruxelles
2005- “VINCENZO MARSIGLIA – Oltre il mito” Fortezza Castelfranco Finale Ligure Savona
2004- “VINCENZO MARSIGLIA” “ENERGIA CONTEMPORANEA”. A cura di Francesco Gallo Banca Popolare di Ravenna Sala della Borsa.
2004- “CONFIGURAZIONI IN CONTINUO DIVENIRE”. A cura di Claudio Cerritelli Galleria CAVENAGHI ARTE Milano.
2004- “IL FASCINO DELLA PERCEZIONE”. A cura di Riccardo Zelatore Galleria Roberto Rotta Farinelli Genova.
2003- “VINCENZO MARSIGLIA”. Galleria VANNUCCI Pistoia.
2003- “MiArt”. Milano Personale Padiglione Anteprima, VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure.
2003- “IL PARADOSSO ASTRATTO”. A cura di Luca Beatrice. Casa del Console Museo d’Arte Contemporanea Calice Ligure Savona.
2002- Affresco murale commissionato per il Museo d’Arte Contemporanea M.A.C.A.M. di Maglione Torino.
2001-“PUREZZA CONTAMINATA”. A cura di Marco Meneguzzo, VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure.
2001- “MiArt”. Milano Personale Padiglione Anteprima, VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure.
PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE
2006 – “ENIGMA EMOZIONANTE ARTISTI A RIGOR DI LOGICA” – A cura di Maria Luisa Trevisan, Barchessa di Villa Donà delle Rose Mirano (Venezia)
2006 – “SINCRETICHE ASTRAZIONI” – A cura di Riccardo Zelatore testi di Giorgio Bonomi e Marco Meneguzzo , Fondazione Zappettini Chiavari.
2006 – “NUOVA GENERAZIONE ASTRATTA – Consiglio, Marsiglia, Nido” – A cura di Riccardo Zelatore testo di Chiara Argenteri Fortezza Castelfranco Finale Ligure Savona
2005 – “L’attraversamento del Confine: la mediterraneità” – A cura di Enrico Ratto, Fondazione Sant’Antonio Noli
2005 – “SOUNDCHECK” “pittura-video-fotografia” – A cura di Marta Casati, Università degli Studi – Collegio Cairoli Pavia
2005 – “NUOVA GENERAZIONE ASTRATTA – Consiglio, Marsiglia, Nido” – A cura di Riccardo Zelatore, Fondazione Zappettini Milano
2005 – “LA TERRA DEL FUOCO” “4ª MOSTRA CERAMICA D’AUTORE” – A cura di Vittorio Amedeo Sacco, Avigliana
2005 – “56ᵃ EDIZIONE DEL PREMIO MICHETTI” “IN & OUT OPERA E AMBIENTE NELLA DIMENSIONE GLOCAL” – A cura di Luciano Caramel, Museo di Palazzo San Domenico Francavilla al mare
2005 – “NUOVA GENERAZIONE ASTRATTA – Mario Consiglio, Vincenzo Marsiglia, Davide Nido” – A cura di Riccardo Zelatore, MiArt Padiglione Anteprima Milano
2005 – “FIGURE E ASTRAZIONI” – Bonioni Arte Reggio Emilia
2005 – “CONCRETA – grandi opere delle ceramiche San Giorgio” – A cura di Simona Poggi Palazzo Perabò Cerro Laveno Mombello.
2005 – “OLTRE IL MONOCROMO” – A cura di Giorgio Bonomi, Fondazione Zappettini Chiavari.
2004- “GENTE DI LIGURIA – il sogno oltre il concreto – L’Acqua, Laveri, Marsiglia, Palladini” Chiostri di Santa Caterina Oratorio de’ Disciplinanti Comune di Finale Ligure.
2004- “IL MARCHESATO RITROVATO – Aleramo, un albero, venti autori” Teatro Aycardi Comune di Finale Ligure.
2004- “IL FINALE COLLEZIONI” Chiostri di Santa Caterina Oratorio de’ Disciplinanti Comune di Finale Ligure.
2004- “ARTE DOC opere dalle ceramiche San Giorgio” a cura di Simona Poggi e Andrea Zavattaro, Centro per la Cultura e l’Arte Luigi Bosca Canelli (AT) – Palazzo della Provincia di Savona.
2003- “CERAMICA CONTEMPORANEA una Manifattura Storica” a cura di Germano Beringheli, Centro Culturale Santa Chiara Casalmaggiore Cremona.
2003- “ARIA DI PRIMAVERA” ex Chiesa di San Gregorio Sacile .
2003- “ALBISSOLA FUTURISTA” a cura di F Buzio Negri, R. Zelatore, Galleria Civica d’arte moderna di Gallarate Varese - Palazzo de Commissario – Fortezza monumentale de Priamar Comune di Savona.
2002- “TERZO FUOCO” La nuova maniera ceramica: Laveri, Lodola, Marsiglia. Mostra itinerante a cura di Riccardo Zelatore, testi di Francesco Tedeschi. (Ceramiche eseguite presso le fornaci San Giorgio Albisola). VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure
2001-“OTTOVALENTE” collettiva. VALENTE Artrcontemporanea
2001-“L’IDENTITÀ DELL’UOMO”. A cura di Marisa Vescovo, Palazzo Sivori Genova (in occasione del G8).
2000/2001/2002/2003/2004/2005/2006-“MiArt”. Milano, VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure.
2000/2001/2002/2003/2004/2005/2006-“ARTEFIERA”. Bologna, VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure.
1999-“XXXIX PREMIO SUZZARA 1999” “luoghi del corpo, luoghi della mente”. Galleria del Premio Suzzara. A cura di Claudio Olivieri, Walter Guadagnini, Davide Benati.
1999/2000/2001-“ARTISSIMA”. Palazzo Nervi/Torino Esposizioni Torino. VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure.
1999/2000/2001/2002/2003 -“EXPO ARTE” . Brescia, VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure.
1997-“PROFILI 1996-1999”. A cura di N. Bacco, M. Conenna, C. Presicci, prefazione Andrea B. Del Guercio, testi di G. Coda, A. Garofalo. Catalogo edito dalla Casa Editrice L’Immagine. Sala Castello Bari, Palazzo Trivulzio Melzo Milano.
1997-“PREMIO NAZIONALE FABIO BERTONI PER L’INCISIONE 1997”. Comune di Ferminiano, Accademia di Belle Arti di Urbino.
1996-“SISTEMI LINGUISTICI-VISIVI CONTEMPORANEI”. Giovanni Campus, Carmen Gloria Morales, Gianfranco Pardi, Samanta Severgnini, Giorgia Monetta, a cura di Andrea B. Del Guercio, Palazzo Trivulzio-Melzo Milano.
1996-“SALON 1”. Esposizione Annuale dei giovani artisti di Brera segnalati dai docenti, espone nelle Gallerie Cafiso, Studio 25 Milano, a cura di Giacinto Di Pietroantonio, Elisabetta Longari.
1996-“ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BRERA ricorda Sandro Maria Rosso”. Scritti di Fernando De Filippi, Marco Meneguzzo, Palazzo Cisterna, Biella.
1995-“IDENTITÀ MATERIALI DELL’ARTE CONTEMPORANEA”. Museo attivo delle forme inconsapevoli, Genova Quarto, a cura di Andrea B. Del Guercio e Claudio Costa.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
2006 G. Bonomi, M. Meneguzzo, R. Zelatore Sincretiche Astrazioni - , cat della mostra Fondazione Zappettini – Chiavari Genova
2006 C. Argenteri Nuova generazione astratta Consiglio Marsiglia Nido - Fortezza Castelfranco Finale Ligure Savona
2005 R. Zelatore Nuova generazione astratta Consiglio Marsiglia Nido - Fondazione Zappettini Milano
2005 M. Casati Soundcheck – Collegio Cairoli Pavia
2005 V. A. Sacco, La terra del fuoco - 4ª mostra ceramica d’autore – Avigliana Torino
2005 L. Caramel, 56ᵃ Edizione del Premio Michetta - In & Out opera e ambiente nella dimensione glocal cat della mostra Francavilla al mare
2005 S. Poggi, Concreta, cat della mostra Palazzo Perabò – Cerro Laveno Mombello
2004 G. Bonomi, F. Pola, Oltre il Monocromo, cat della mostra Fondazione Zappettini – Chiavari Genova
2004 C. Cerritelli, F. Gallo, Vincenzo Marsiglia Energia Contemporanea, cat. della mostra Banca Popolare di Ravenna Sala della Borsa – Ravenna
2004 C. Cerritelli, Configurazioni in continuo divenire, cat. della mostra Galleria Cavenaghi Arte – Milano.
2004 R. Zelatore, Il Fascino della Percezione, cat. della mostra Galleria Roberto Rotta Farinelli – Genova.
2004 S. Poggi, A. Zavattaro, Arte Doc Opere dalle ceramiche San Giorgio, cat. della mostra Centro per la Cultura e l’Arte Luigi Bosca Canelli Asti – Palazzo della Provincia Savona.
2003 L. Beatrice, R. Zelatore, Il paradosso astratto, cat. della mostra Casa del Console Museo d’Arte contemporanea - Calice Ligure Savona.
2003 G. Beringheli, S. Poggi, Ceramica Contemporanea una Manifattura Storica, cat. della mostra Centro Santa Chiara Casalmaggiore Cremona
2003 F. Buzi Negri, R. Zelatore, Albissola Futurista, cat. della mostra Galleria Civica d’arte moderna di Gallarate Varese, Palazzo del Commissario Fortezza del Priamar Savona.
2002 F. Tedeschi, R. Zelatore, Terzo Fuoco, cat. della mostra Galleria Valente Artecontemporanea Finale Ligure Savona.
2001 M. Meneguzzo, Purezza contaminata, cat. Della mostra Galleria Valente Artecontemporanea Finale Ligure Savona.
1999 C. Olivieri, W. Guadagnini, D. Benati, Luoghi del corpo, luoghi della mente, cat. della mostra Galleria del Premio Suzzara.
1997 A.B. Del Guercio, G. Coda, A. Garofalo Profili1996-1999, cat. Della mostra Sala Castello Bari, Palazzo Trivulzio Melzo Milano. Casa Editrice L’Immagine.
1996 A.B. Del Guercio, Sistemi Linguistici – Visivi Contemporanei, cat. della mostra Palazzo Trivulzio Melzo Milano.
RIVISTE
2006 M. Casaati, Vincenzo Marsiglia, Espoarte n° 40 Special Issue
2006 A. Redaelli, Il nuovo Astratto Sperimentazione nel segno dell’ordine, Arte n° 389.
2003 C. Sugliano, Sapienti Variazioni, Classic Living n°13.
2003 MiArt 2003 Photo review, Segno Attualità Internazionale d’Arte Contemporanea
n° 191 – Luglio/Agosto
2003 L. Savorelli, Giovani, Espoarte n° 26.
2001 M. Meneguzzo, Purezza Contaminata intorno alla ricerca di Vincenzo Marsiglia, Nuova Meta n° 14.
IL CONCERTO
Il concerto è pensato per rinnovare quel sentiero seguito dall’Anglicana volto a promuovere “l’incontro fra le arti”, inaugurato nell’estate del 2002. Il viaggio immaginario proposto dal compositore e chitarrista Matteo Negrin, fa leva su composizioni originali che si situano in ambito prevalentemente jazzistico, ma risentono molto dello spirito descrittivo della musica per teatro, occupazione prevalente dell'autore.
Le atmosfere spaziano dal tango argentino alle suggestioni arabe, dal Brasile alle isole della Grecia. Ispirazioni tratte dalle città e dai luoghi toccati nei tours di questi ultimi anni: Palermo, Marsiglia, Lisbona, New York per citarne alcuni.
Tale repertorio è stato in buona parte inciso nei tre album all’attivo del trio:
- Tre storie (Jazz Mobile Records)
- Impressioni e Paesaggi (UTET)
- Notturno (Map)
presto uscirà il nuovo disco : Jouer sans frontieres
Biografia Matteo Negrin
Chitarrista, nato a Torino il 13/11/1974, inizia lo studio del linguaggio jazzistico presso i Corsi di formazione musicale di Torino; ultimati gli studi conseguendo il massimo dei voti, frequenta il corso Superiore di armonia e chitarra jazz a Milano, presieduto dal M° Enrico Intra oltre a partecipare a numerosi corsi di alto perfezionamento tra cui i seminari europei di Siena Jazz.
Dopo alcune esperienze nel settore della musica cameristica per chitarra e altri strumenti, si è dedicato appieno al linguaggio del jazz e delle musiche popolari nell’attività di compositore, concertista e didatta.
Con il Matteo Negrin Trio ha realizzato il CD Tre storie per la casa discografica Jazz Mobile Records (jmr 1010-2, 1999). Sempre a suo nome, nel 2000 ha inciso e pubblicato per la UTET il CD Impressioni e paesaggi, e nel 2001 il CD Notturno per la casa discografica MAP nella collana Nausicaa’s Garden (ng 0328, 2001).
Collabora con la RAI di Roma nell’ambito della realizzazione di colonne sonore e jingles originali. Ha inoltre vinto la selezione e partecipato alla Biennale dei giovani artisti del 2000, oltre che al Premio Grinzane Cavour 2001, nella sezione Parole e Musica.
Ha inciso il CD Onde clandestine di Federico Sirianni (Warner, 2002) col quale ha anche vinto il premio speciale della critica al Premio Recanati 2004.
E' fondatore della Piccola Orchestra della Radio Nazionale Italiana e accompagnatore del quartetto vocale Elle in Tones, col quale ha collaborato all'incisione del CD omonimo (2005).
Innumerevoli le composizioni musicali per il teatro all'interno dell'Anna Cuculo Group.
Editorialista per pubblicazioni e riviste d'arte figurativa, è ideatore della rubrica Contrappunti per la rivista Arte e Dintorni.
Di notevole interesse l'interazione tra musica e video in una fattiva collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema.
Da alcuni anni è docente di chitarra presso il Centro Jazz Torino.
Numerose tournèe come leader o side-man, dal teatro Baretti del quartiere San Salvario di Torino dove è nato al Simphony Space di Broadway a New York
RASSEGNA STAMPA NEGRIN
“…Negrin è un solista di tutto rispetto che ha caparbiamente percorso la sua strada collocandosi volutamente nell’alveo jazzistico anziché cedere agli allettamenti del musical business…” da La Repubblica del 17/8/1998
“…Negrin con la sua chitarra dice chiaramente come Jim Hall sia un esempio cui guardare con non celata attenzione […] dimostra, ove ancora occorresse, che la linfa del jazz pedemontano è copiosa e capace di esprimere talenti ad ogni piè sospinto.” da La Repubblica del 29/9/1994
“…Un omaggio al grande Barney Kessel: un intento illuminante sulle idee del protagonista che, pur essendo giovanissimo, non intende mettere in un canto gli insegnamenti dei grandi del passato, ai quali si dichiara perciò legato da un amore pieno di rispetto…” da La Repubblica del 12/9/1997
“ …La profondità quasi metafisica della creazione sonora di Negrin…” da Torino Sera del 8/6/2000
“ … Poeta moderno intento a ritrarre la dimensione umana in smaltati quadretti, per raccontarli poi in bozzetti di vita e di musica che, al di là dei gusti personali, compie un suo preciso e originale tragitto…” da Iride.To , gennaio 2000
A come astrazione e come abitare.
Ci sono artisti che creano per se stessi, come Marcel Duchamp. Altri lo fanno per guadagnare e per combattere la morte o la vita, come Andy Warhol. Poi ci sono gli sciamani come Joseph Beuys, che sognano una trasformazione antropologica. Vincenzo Marsiglia, invece, è come i Pink Floyd di “Live at Pompei”, un concerto senza pubblico che squaderna la massima potenza di amplificazione che la tecnologia del momento rende possibile per inviare la musica nella galassia e nella storia, alle radici dello spazio e del tempo. In questo caso, l’arte diviene un ponte verso lo spazio infinito, stellare, sidereo (ma non silente), rarefatto, seriale, desertico, profondo, aperto. Infinito perché autorigenerante. Attraverso la ripetizione seriale delle proprie monadi a quattro punte, Marsiglia sembra voler suonare una musica visiva che possa metterlo in relazione (e noi in ricaduta) con questo tipo di spazio, geometrico, matematico, interstellare. Non lo spazio della tela da organizzare come campo di forze per le astrazioni neoplastiche di un Mondrian e neppure quella del quardo-finestra proiettata sul sogno dei surrealisti o quella della tela come cartello pubblicitario catalizzatore di una culturamass mediatica voluta dalla Pop Art.
Nel proprio rigore astratto, dove il gioco tra supporti, linee, ritmi e accostamenti di colori sono architettati con matematica freddezza, Marsiglia introduce degli aspetti personali, che ne rivelano l’appartenenza a una generazione e a una società di cui l’artista è un riverbero cosciente, un raccoglitore di sintomi, un elaboratore di dati primari. L’arte di Marsiglia si alimenta di una intuizione iniziale e radicale; una forma, quella della stella a quattro punte, che come dichiara lo stesso artista: "è il mio logo, sorto da un lavoro che eseguivo agli inizi e che consisteva nell’incrociare delle bande, che una volta ruotate hanno prodotto una struttura geometrica la cui intersecazione ho estrapolato e rimesso in uno spazio ideale. All’inizio questo spazio era tutto pieno e mi faceva pensare ad un muro stellare. Negli anni questo muro si è eliso, a favore di altre metafore della spazio come il labirinto del Pac Man o lo spazio di un viaggio interstellare”. In questo modo Marsiglia confessa la propria devozione astratta per un mondo delle forme che hanno in sé molti linguaggi, strutture e sensi. Approcciarsi con un atteggiamento di spoliazione e ricostruzione, invece che di mimesi onirica, è la via intrapresa da un artista che consapevolmente sta progettando il proprio logo.
Il logo del logos.
In questo mondo di marchi, di multinazionali, di eventi pubblicitari di ogni genere e fattezza, molti artisti trentenni stanno rifacendo i calcoli che permettono loro (come a noi) di stare nel mondo. Marsiglia parla del suo logo come di una “forma di riconoscimento”. I fattori psicoanalitici gli restano estranei, non gli interessano, mentre sa che il destino del proprio operato dipende, come tutto ormai, dal riconoscimento che ottiene il suo segno di riconoscimento. In una società sempre più eterodossa, governata da logiche di apparenza talmente più efficaci dell’arte pittorica, sperare un’affermazione del proprio sentire interiore e personale pare a Marsiglia una via impercorribile. Lo scacco dell’artista di oggi, del suo ruolo e della sua identità, si rivela qui nella ricerca di una logo del proprio logos. Marsiglia sta cercando di affermare il proprio intelletto imponendogli di sintetizzare una formula visiva, un logo, un marchio capace di contenere dentro uno spazio minimo consentito (in un mondo in cui manca spazio e dove tutto è stato esplorato e conosciuto) l’intensità, la forza, la riconoscibilità di un soggetto persona, unico e irripetibile. Un logo per un logos che nel marchio da lui stesso creato cerca il doppio “riconoscimento” nel senso della propria identità (non psicologica ma spaziale) e della riconoscibilità presso gli altri, il mondo esterno. In questo crocevia dove si incontrano esigenze personali profonde, ancestrali, e le più moderne pratiche di vendita, diffusione e promozione del Sé noi spettatori cogliamo quel dramma che è il nostro stare nel mondo, il nostro venire lacerati su un crocevia (sulla croce cristiana come sulla stella di Marsiglia) nel quale si incontrano e di intrecciano le due direttrici primarie dell’esistenza: l’interiorità e la realtà esterna. Anche quella reductio ad unum, che l’astrazione geometrica mette in campo in quanto esigenza fondante, non può avere l’ultima parola, non può svestirsi di quel mondo della vita che la genera. Nel dialogo infinito tra il punto, la linea e la superficie la possibilità dell’astrazione geometrica resta aperta proprio perché non si realizza compiutamente. “Ci sono già delle modifiche in corso sul logo. Penso che possa evolversi infinitamente, ma sempre in modo inerente alla propria identità”, dice Marsiglia. Ecco cosa distingue l’arte dal mercato, il logo del logos, dal logo di una marca di biscotti. Il logos è vivo, cresce, va fuori di sé, poi ritorna mutato, analizza, comprende e trasforma il mondo nel quale infinitamente diviene.
Le forchette di Capogrossi, il taglio di Fontana, il chiodo delle estroflessioni di Castellani sono dei riferimenti che Marsiglia ha ben presente, anche se le sue origini le trova nel Minimalismo americano. Ma la sua originalità risiede in questa musica seriale di logo diretta verso uno spazio infinito, che è quello esteriore del cosmo ma anche quello interiore del logos. L’epoca del Barocco aveva in Leibniz il suo pensatore più matematico eppure più affascinante. Le sue monadi sono state la prima formulazione dell’idea di modulo, che molta arte astratta ha ripreso e sfruttato, ma nel logo del logos che Marsiglia progetta il ritorno a Leibniz è nell’idea del microcosmo, della ripetizione nella forma minima possibile di tutto il creato. E qui ritornano a separarsi le strade tra l’arte e quella filosofia che Hegel pretese ne fosse la risoluzione definitiva: la filosofia offre un concetto senza forma, un logos (discorso) del logos (ragione); l’arte ne offre invece un logo, un marchio, cifra, frammento: una immagine.
Un approccio generazionale.
A gente nata nei primi anni settanta, alcuni ultimi lavori di Marsiglia come Grey Star Lily, o Superimpose Star Lily (2002 - 2003) possono apparire come un’elaborazione sofisticata di quegli schermi allucinati che furono i primi videogiochi in bianco e nero, come Space Invaders, veri e proprio giochi minimali che hanno sedotto un’intera generazione con meccanismi semplificati, ritmi e dinamiche binarie, piattezze suggellate da giungle elettronici ampollosi e ipnotici. La forza spirituale del lavoro di Marsiglia mi si squaderna davanti agli occhi della memoria, in un gioco di autosuggestione che non pretende oggettività e che vede nei feltri, nei collanti, nelle campiture nere che accolgono le milizie ben inquadrate di croci a quattro punte una riedizione pensata, fissata e sentita di quella prima magia elettronica rimasta preclusa alle generazioni successive, oramai assuefatte alle televisive narrazioni della play station. Noi trentenni, invece, figli degli albori dell’era elettronica, pionieri del Commodore 64, ci siamo nutriti di quella grafica semplificata, lucente, seriale e ipnotica divenuta possibile con la nascita della computeristica, della macchina calcolatrice che nella sua evoluzione darwiniana è passata dal regno dell’aritmetica e del calcolo matematico-contabile, al regno della geometria con l’organizzazione di spazi virtuali capaci di proiettare le nostre ingenue menti in mondi a una dimensione, dentro il paradosso di un a-luogo piatto e profondo insieme. Come nel vuoto interstellare, la macchina ci comminava la pena sensoriale di non poterci dare un punto di riferimento dal quale partire per prendere le misure e progettare una prospettiva. Di questo spazio disorientato, Marsiglia sembra un reduce che prova a riorganizzare il ricordo, l’evento (felicemente) traumatico della scoperta di un mondo nuovo: quello della macchina calcolatrice elettronica, che la nostra generazione ha visto nascere agli albori nell’Età del Silicio.
Vincenzo Marsiglia nato il 15/11/1972 a Belvedere Marittimo
Vive e Lavora a Alassio (Savona)
Titoli di studio conseguiti:
-Diploma di Maestro d’Arte, presso l’Iatituto Statale d’Arte di Imperia
-Diploma di maturità d’Arte applicata, sezione decorazione pittorica, presso l’Istituto d’Arte di Imperia
-Diploma in Pittura , presso l’Accademia di Belle Arti di Brera Milano
PRINCIPALI MOSTRE PERSONALI
2005- “VINCENZO MARSIGLIA – Alitalia per l’Arte” Sala Vip Raffaello, Bruxelles
2005- “VINCENZO MARSIGLIA – Oltre il mito” Fortezza Castelfranco Finale Ligure Savona
2004- “VINCENZO MARSIGLIA” “ENERGIA CONTEMPORANEA”. A cura di Francesco Gallo Banca Popolare di Ravenna Sala della Borsa.
2004- “CONFIGURAZIONI IN CONTINUO DIVENIRE”. A cura di Claudio Cerritelli Galleria CAVENAGHI ARTE Milano.
2004- “IL FASCINO DELLA PERCEZIONE”. A cura di Riccardo Zelatore Galleria Roberto Rotta Farinelli Genova.
2003- “VINCENZO MARSIGLIA”. Galleria VANNUCCI Pistoia.
2003- “MiArt”. Milano Personale Padiglione Anteprima, VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure.
2003- “IL PARADOSSO ASTRATTO”. A cura di Luca Beatrice. Casa del Console Museo d’Arte Contemporanea Calice Ligure Savona.
2002- Affresco murale commissionato per il Museo d’Arte Contemporanea M.A.C.A.M. di Maglione Torino.
2001-“PUREZZA CONTAMINATA”. A cura di Marco Meneguzzo, VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure.
2001- “MiArt”. Milano Personale Padiglione Anteprima, VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure.
PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE
2006 – “ENIGMA EMOZIONANTE ARTISTI A RIGOR DI LOGICA” – A cura di Maria Luisa Trevisan, Barchessa di Villa Donà delle Rose Mirano (Venezia)
2006 – “SINCRETICHE ASTRAZIONI” – A cura di Riccardo Zelatore testi di Giorgio Bonomi e Marco Meneguzzo , Fondazione Zappettini Chiavari.
2006 – “NUOVA GENERAZIONE ASTRATTA – Consiglio, Marsiglia, Nido” – A cura di Riccardo Zelatore testo di Chiara Argenteri Fortezza Castelfranco Finale Ligure Savona
2005 – “L’attraversamento del Confine: la mediterraneità” – A cura di Enrico Ratto, Fondazione Sant’Antonio Noli
2005 – “SOUNDCHECK” “pittura-video-fotografia” – A cura di Marta Casati, Università degli Studi – Collegio Cairoli Pavia
2005 – “NUOVA GENERAZIONE ASTRATTA – Consiglio, Marsiglia, Nido” – A cura di Riccardo Zelatore, Fondazione Zappettini Milano
2005 – “LA TERRA DEL FUOCO” “4ª MOSTRA CERAMICA D’AUTORE” – A cura di Vittorio Amedeo Sacco, Avigliana
2005 – “56ᵃ EDIZIONE DEL PREMIO MICHETTI” “IN & OUT OPERA E AMBIENTE NELLA DIMENSIONE GLOCAL” – A cura di Luciano Caramel, Museo di Palazzo San Domenico Francavilla al mare
2005 – “NUOVA GENERAZIONE ASTRATTA – Mario Consiglio, Vincenzo Marsiglia, Davide Nido” – A cura di Riccardo Zelatore, MiArt Padiglione Anteprima Milano
2005 – “FIGURE E ASTRAZIONI” – Bonioni Arte Reggio Emilia
2005 – “CONCRETA – grandi opere delle ceramiche San Giorgio” – A cura di Simona Poggi Palazzo Perabò Cerro Laveno Mombello.
2005 – “OLTRE IL MONOCROMO” – A cura di Giorgio Bonomi, Fondazione Zappettini Chiavari.
2004- “GENTE DI LIGURIA – il sogno oltre il concreto – L’Acqua, Laveri, Marsiglia, Palladini” Chiostri di Santa Caterina Oratorio de’ Disciplinanti Comune di Finale Ligure.
2004- “IL MARCHESATO RITROVATO – Aleramo, un albero, venti autori” Teatro Aycardi Comune di Finale Ligure.
2004- “IL FINALE COLLEZIONI” Chiostri di Santa Caterina Oratorio de’ Disciplinanti Comune di Finale Ligure.
2004- “ARTE DOC opere dalle ceramiche San Giorgio” a cura di Simona Poggi e Andrea Zavattaro, Centro per la Cultura e l’Arte Luigi Bosca Canelli (AT) – Palazzo della Provincia di Savona.
2003- “CERAMICA CONTEMPORANEA una Manifattura Storica” a cura di Germano Beringheli, Centro Culturale Santa Chiara Casalmaggiore Cremona.
2003- “ARIA DI PRIMAVERA” ex Chiesa di San Gregorio Sacile .
2003- “ALBISSOLA FUTURISTA” a cura di F Buzio Negri, R. Zelatore, Galleria Civica d’arte moderna di Gallarate Varese - Palazzo de Commissario – Fortezza monumentale de Priamar Comune di Savona.
2002- “TERZO FUOCO” La nuova maniera ceramica: Laveri, Lodola, Marsiglia. Mostra itinerante a cura di Riccardo Zelatore, testi di Francesco Tedeschi. (Ceramiche eseguite presso le fornaci San Giorgio Albisola). VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure
2001-“OTTOVALENTE” collettiva. VALENTE Artrcontemporanea
2001-“L’IDENTITÀ DELL’UOMO”. A cura di Marisa Vescovo, Palazzo Sivori Genova (in occasione del G8).
2000/2001/2002/2003/2004/2005/2006-“MiArt”. Milano, VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure.
2000/2001/2002/2003/2004/2005/2006-“ARTEFIERA”. Bologna, VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure.
1999-“XXXIX PREMIO SUZZARA 1999” “luoghi del corpo, luoghi della mente”. Galleria del Premio Suzzara. A cura di Claudio Olivieri, Walter Guadagnini, Davide Benati.
1999/2000/2001-“ARTISSIMA”. Palazzo Nervi/Torino Esposizioni Torino. VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure.
1999/2000/2001/2002/2003 -“EXPO ARTE” . Brescia, VALENTE Artecontemporanea Finale Ligure.
1997-“PROFILI 1996-1999”. A cura di N. Bacco, M. Conenna, C. Presicci, prefazione Andrea B. Del Guercio, testi di G. Coda, A. Garofalo. Catalogo edito dalla Casa Editrice L’Immagine. Sala Castello Bari, Palazzo Trivulzio Melzo Milano.
1997-“PREMIO NAZIONALE FABIO BERTONI PER L’INCISIONE 1997”. Comune di Ferminiano, Accademia di Belle Arti di Urbino.
1996-“SISTEMI LINGUISTICI-VISIVI CONTEMPORANEI”. Giovanni Campus, Carmen Gloria Morales, Gianfranco Pardi, Samanta Severgnini, Giorgia Monetta, a cura di Andrea B. Del Guercio, Palazzo Trivulzio-Melzo Milano.
1996-“SALON 1”. Esposizione Annuale dei giovani artisti di Brera segnalati dai docenti, espone nelle Gallerie Cafiso, Studio 25 Milano, a cura di Giacinto Di Pietroantonio, Elisabetta Longari.
1996-“ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BRERA ricorda Sandro Maria Rosso”. Scritti di Fernando De Filippi, Marco Meneguzzo, Palazzo Cisterna, Biella.
1995-“IDENTITÀ MATERIALI DELL’ARTE CONTEMPORANEA”. Museo attivo delle forme inconsapevoli, Genova Quarto, a cura di Andrea B. Del Guercio e Claudio Costa.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
2006 G. Bonomi, M. Meneguzzo, R. Zelatore Sincretiche Astrazioni - , cat della mostra Fondazione Zappettini – Chiavari Genova
2006 C. Argenteri Nuova generazione astratta Consiglio Marsiglia Nido - Fortezza Castelfranco Finale Ligure Savona
2005 R. Zelatore Nuova generazione astratta Consiglio Marsiglia Nido - Fondazione Zappettini Milano
2005 M. Casati Soundcheck – Collegio Cairoli Pavia
2005 V. A. Sacco, La terra del fuoco - 4ª mostra ceramica d’autore – Avigliana Torino
2005 L. Caramel, 56ᵃ Edizione del Premio Michetta - In & Out opera e ambiente nella dimensione glocal cat della mostra Francavilla al mare
2005 S. Poggi, Concreta, cat della mostra Palazzo Perabò – Cerro Laveno Mombello
2004 G. Bonomi, F. Pola, Oltre il Monocromo, cat della mostra Fondazione Zappettini – Chiavari Genova
2004 C. Cerritelli, F. Gallo, Vincenzo Marsiglia Energia Contemporanea, cat. della mostra Banca Popolare di Ravenna Sala della Borsa – Ravenna
2004 C. Cerritelli, Configurazioni in continuo divenire, cat. della mostra Galleria Cavenaghi Arte – Milano.
2004 R. Zelatore, Il Fascino della Percezione, cat. della mostra Galleria Roberto Rotta Farinelli – Genova.
2004 S. Poggi, A. Zavattaro, Arte Doc Opere dalle ceramiche San Giorgio, cat. della mostra Centro per la Cultura e l’Arte Luigi Bosca Canelli Asti – Palazzo della Provincia Savona.
2003 L. Beatrice, R. Zelatore, Il paradosso astratto, cat. della mostra Casa del Console Museo d’Arte contemporanea - Calice Ligure Savona.
2003 G. Beringheli, S. Poggi, Ceramica Contemporanea una Manifattura Storica, cat. della mostra Centro Santa Chiara Casalmaggiore Cremona
2003 F. Buzi Negri, R. Zelatore, Albissola Futurista, cat. della mostra Galleria Civica d’arte moderna di Gallarate Varese, Palazzo del Commissario Fortezza del Priamar Savona.
2002 F. Tedeschi, R. Zelatore, Terzo Fuoco, cat. della mostra Galleria Valente Artecontemporanea Finale Ligure Savona.
2001 M. Meneguzzo, Purezza contaminata, cat. Della mostra Galleria Valente Artecontemporanea Finale Ligure Savona.
1999 C. Olivieri, W. Guadagnini, D. Benati, Luoghi del corpo, luoghi della mente, cat. della mostra Galleria del Premio Suzzara.
1997 A.B. Del Guercio, G. Coda, A. Garofalo Profili1996-1999, cat. Della mostra Sala Castello Bari, Palazzo Trivulzio Melzo Milano. Casa Editrice L’Immagine.
1996 A.B. Del Guercio, Sistemi Linguistici – Visivi Contemporanei, cat. della mostra Palazzo Trivulzio Melzo Milano.
RIVISTE
2006 M. Casaati, Vincenzo Marsiglia, Espoarte n° 40 Special Issue
2006 A. Redaelli, Il nuovo Astratto Sperimentazione nel segno dell’ordine, Arte n° 389.
2003 C. Sugliano, Sapienti Variazioni, Classic Living n°13.
2003 MiArt 2003 Photo review, Segno Attualità Internazionale d’Arte Contemporanea
n° 191 – Luglio/Agosto
2003 L. Savorelli, Giovani, Espoarte n° 26.
2001 M. Meneguzzo, Purezza Contaminata intorno alla ricerca di Vincenzo Marsiglia, Nuova Meta n° 14.
IL CONCERTO
Il concerto è pensato per rinnovare quel sentiero seguito dall’Anglicana volto a promuovere “l’incontro fra le arti”, inaugurato nell’estate del 2002. Il viaggio immaginario proposto dal compositore e chitarrista Matteo Negrin, fa leva su composizioni originali che si situano in ambito prevalentemente jazzistico, ma risentono molto dello spirito descrittivo della musica per teatro, occupazione prevalente dell'autore.
Le atmosfere spaziano dal tango argentino alle suggestioni arabe, dal Brasile alle isole della Grecia. Ispirazioni tratte dalle città e dai luoghi toccati nei tours di questi ultimi anni: Palermo, Marsiglia, Lisbona, New York per citarne alcuni.
Tale repertorio è stato in buona parte inciso nei tre album all’attivo del trio:
- Tre storie (Jazz Mobile Records)
- Impressioni e Paesaggi (UTET)
- Notturno (Map)
presto uscirà il nuovo disco : Jouer sans frontieres
Biografia Matteo Negrin
Chitarrista, nato a Torino il 13/11/1974, inizia lo studio del linguaggio jazzistico presso i Corsi di formazione musicale di Torino; ultimati gli studi conseguendo il massimo dei voti, frequenta il corso Superiore di armonia e chitarra jazz a Milano, presieduto dal M° Enrico Intra oltre a partecipare a numerosi corsi di alto perfezionamento tra cui i seminari europei di Siena Jazz.
Dopo alcune esperienze nel settore della musica cameristica per chitarra e altri strumenti, si è dedicato appieno al linguaggio del jazz e delle musiche popolari nell’attività di compositore, concertista e didatta.
Con il Matteo Negrin Trio ha realizzato il CD Tre storie per la casa discografica Jazz Mobile Records (jmr 1010-2, 1999). Sempre a suo nome, nel 2000 ha inciso e pubblicato per la UTET il CD Impressioni e paesaggi, e nel 2001 il CD Notturno per la casa discografica MAP nella collana Nausicaa’s Garden (ng 0328, 2001).
Collabora con la RAI di Roma nell’ambito della realizzazione di colonne sonore e jingles originali. Ha inoltre vinto la selezione e partecipato alla Biennale dei giovani artisti del 2000, oltre che al Premio Grinzane Cavour 2001, nella sezione Parole e Musica.
Ha inciso il CD Onde clandestine di Federico Sirianni (Warner, 2002) col quale ha anche vinto il premio speciale della critica al Premio Recanati 2004.
E' fondatore della Piccola Orchestra della Radio Nazionale Italiana e accompagnatore del quartetto vocale Elle in Tones, col quale ha collaborato all'incisione del CD omonimo (2005).
Innumerevoli le composizioni musicali per il teatro all'interno dell'Anna Cuculo Group.
Editorialista per pubblicazioni e riviste d'arte figurativa, è ideatore della rubrica Contrappunti per la rivista Arte e Dintorni.
Di notevole interesse l'interazione tra musica e video in una fattiva collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema.
Da alcuni anni è docente di chitarra presso il Centro Jazz Torino.
Numerose tournèe come leader o side-man, dal teatro Baretti del quartiere San Salvario di Torino dove è nato al Simphony Space di Broadway a New York
RASSEGNA STAMPA NEGRIN
“…Negrin è un solista di tutto rispetto che ha caparbiamente percorso la sua strada collocandosi volutamente nell’alveo jazzistico anziché cedere agli allettamenti del musical business…” da La Repubblica del 17/8/1998
“…Negrin con la sua chitarra dice chiaramente come Jim Hall sia un esempio cui guardare con non celata attenzione […] dimostra, ove ancora occorresse, che la linfa del jazz pedemontano è copiosa e capace di esprimere talenti ad ogni piè sospinto.” da La Repubblica del 29/9/1994
“…Un omaggio al grande Barney Kessel: un intento illuminante sulle idee del protagonista che, pur essendo giovanissimo, non intende mettere in un canto gli insegnamenti dei grandi del passato, ai quali si dichiara perciò legato da un amore pieno di rispetto…” da La Repubblica del 12/9/1997
“ …La profondità quasi metafisica della creazione sonora di Negrin…” da Torino Sera del 8/6/2000
“ … Poeta moderno intento a ritrarre la dimensione umana in smaltati quadretti, per raccontarli poi in bozzetti di vita e di musica che, al di là dei gusti personali, compie un suo preciso e originale tragitto…” da Iride.To , gennaio 2000
08
agosto 2006
Vincenzo Marsiglia – Infinito Stellare
Dall'otto agosto al 03 settembre 2006
arte contemporanea
Location
EX CHIESA ANGLICANA
Alassio, Via Adelasia, 10, (Savona)
Alassio, Via Adelasia, 10, (Savona)
Vernissage
8 Agosto 2006, ore 21
Autore
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