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Francesco De Molfetta – Frankie Goes to Hollywood
Questa personale di Francesco De Molfetta porta in scena una serie di opere, come al solito di piccole dimensioni, che potremmo definire aforismi figurali
Comunicato stampa
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Questa personale di Francesco De Molfetta porta in scena una serie di opere, come al solito di piccole dimensioni, che potremmo definire aforismi figurali, e non di meno concettuali, in quanto ogni lavoro si offre come pensiero decentrato, inquieto, che sfugge continuamente alla unilateralità dei comportamenti, e colpisce il “mito” stesso della “verità”, costringendo il pensiero ad andare oltre, ad abbandonare ogni stabile certezza. Ciascuna opera – e vogliamo ricordare: La squadra di calcio, Il brodo sapeva di dado, Pidocchio, L’etto è sottolineata da un humour caldo, parodistico, surreale, irridente, ininterrotto, che l’artista addiziona a stereotipi, oggetti della società dei consumi, banalità che popolano la nostra quotidianità, per sottolineare in rosso l’inedeguatezza dell’uomo moderno ad affrontare il suo “qui e ora” vitale.
Ma il vero protagonista di queste sculture e/o pitture è quel minuscolo omino, detto imbianchino (l’allusione va al grande imbianchino che voleva l’olocausto per cancellare un popolo?) e che si arrampica ovunque cancellando forme, idee, o parole (Un filo d’aria), sostituendo magari parti di figure con “controfigure” e metafore carico di digrignante irrisione. Ha ragione De Molfetta quando dichiara:"Le piccole scene rappresentate (si parla propriamente di “scene” perché hanno palesemente una loro teatralità) sono sospese, congelate nello spazio, il referente onnipresente è l’uomo, o come dicono in molti l’”omino”, ed è ben consapevole che il pericolo è lì, sotto agli occhi, inevitabile e crudele”.
Questi micromondi, siano essi ricamati, o popolati di “colte” citazioni (Fontana, Ingres, Boetti), oppure ancora sostituiti da “codici a barre”, o rappresentati da stampe su tappeti persiani, generano un sentimento di spaesamento, di mescolanza tra estraneità e familiarità, che si risolve infine in un irresistibile comicità, il cui sapore è però sempre di amaro dramma.
De Molfetta si presenta come un artista provvisto di un’inesauribile desiderio di conoscere, di mescolare ricordi e incontri, proponendosi quasi come uno “schedatore” burlone di quanto la mano umana ha fatto, o il pensiero ha espresso, tingendo tutto di vizio o di virtù, di riso o di pianto, di sogni o di incubi.
Francesco De Molfetta è nato nel 1979. Vive e lavora a Milano.
Dopo avere conseguito la maturità artistica frequenta la facoltà di lingue e letterature straniere e nel contempo si diploma in regia teatrale.
Ma il vero protagonista di queste sculture e/o pitture è quel minuscolo omino, detto imbianchino (l’allusione va al grande imbianchino che voleva l’olocausto per cancellare un popolo?) e che si arrampica ovunque cancellando forme, idee, o parole (Un filo d’aria), sostituendo magari parti di figure con “controfigure” e metafore carico di digrignante irrisione. Ha ragione De Molfetta quando dichiara:"Le piccole scene rappresentate (si parla propriamente di “scene” perché hanno palesemente una loro teatralità) sono sospese, congelate nello spazio, il referente onnipresente è l’uomo, o come dicono in molti l’”omino”, ed è ben consapevole che il pericolo è lì, sotto agli occhi, inevitabile e crudele”.
Questi micromondi, siano essi ricamati, o popolati di “colte” citazioni (Fontana, Ingres, Boetti), oppure ancora sostituiti da “codici a barre”, o rappresentati da stampe su tappeti persiani, generano un sentimento di spaesamento, di mescolanza tra estraneità e familiarità, che si risolve infine in un irresistibile comicità, il cui sapore è però sempre di amaro dramma.
De Molfetta si presenta come un artista provvisto di un’inesauribile desiderio di conoscere, di mescolare ricordi e incontri, proponendosi quasi come uno “schedatore” burlone di quanto la mano umana ha fatto, o il pensiero ha espresso, tingendo tutto di vizio o di virtù, di riso o di pianto, di sogni o di incubi.
Francesco De Molfetta è nato nel 1979. Vive e lavora a Milano.
Dopo avere conseguito la maturità artistica frequenta la facoltà di lingue e letterature straniere e nel contempo si diploma in regia teatrale.
07
ottobre 2006
Francesco De Molfetta – Frankie Goes to Hollywood
Dal 07 ottobre al 14 novembre 2006
giovane arte
Location
2000 & NOVECENTO
Reggio Nell'emilia, Via Sessi, 1/F, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Sessi, 1/F, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
10 – 12,30 / 16 – 19,30 (Chiuso la mattina giovedì – Aperto domenica e festivi)
Vernissage
7 Ottobre 2006, ore 18
Autore
Curatore