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Eden
tre artisti italiani fra i più interessanti e singolari delle ultime generazioni
Comunicato stampa
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Il giorno 27 ottobre, alle ore 19 negli spazi di Milly Pozzi Arte Contemporanea, Como, via Parini 18 , verrà inaugurata la mostra Eden che raccoglie tre artisti italiani fra i più interessanti e singolari delle ultime generazioni, a cura di Martina Corgnati.
Eden, “paradiso terrestre” in ebraico adottato ampiamente nella tradizione cristiana, è parola complicata da un utilizzo sempre più generico che lo rende “luogo di piacere e di delizie. Una parola che evoca risonanze quanto mai varie e produce associazioni complesse. Ultimo luogo fisico, dove il corpo ancora convive con l’anima, ultima tappa del Purgatorio dantesco, prima del volo verso le sfere concentriche della Terza Cantica.
Consapevoli dell’ambiguità semantica del termine Eden, Luca Scarabelli, Vincenzo Cabiati e Mario Bottinelli Montandon individuano tuttavia proprio in questa parola un possibile trait d’union che qualifichi e distingua la loro ricerca. I tre artisti italiani intendono infatti rivalutare – ciascuno dal proprio punto di vista espressivo e valoriale – l’elemento recondito, ineffabile che la parola Eden continua a portare in sé. Essi si sono trovati accomunati nella ricerca di un’atmosfera rarefatta, cristallina, in cui alla visione quasi inebriata si rivelasse uno spazio insolito, anche fantastico, comunque non contaminato. dal tempo frenetico di tutti i giorni.
In questa sospensione del tempo i tre artisti immaginano l’inizio e la fine della storia – di tutte le possibile storie – e creano immagini in cui la natura, i simboli e le forme ripropongono allo spettatore l’eterno tema del “cosa c’è oltre?”
Luca Scarabelli presenta un’immagine fotografica, ripetuta due volte ma posta in posizione irregolare rispetto agli occhi dello spettatore, di un particolare di bosco, che assume la funzione di “luogo dell’Eden”, teatro colto, in cui la visione del “bosco sacro” è suscettibile di improvvisi bagliori. L’artista ha pensato al giardino come luogo di passaggio , confine fra natura e spirito, e l’ha costellato di adesivi argentati rotondi, dalla potenza visiva quasi optical. La mela è qui il protagonista del giardino, le cui diverse combinazioni distinguono l’uomo dalla donna primordiale, in questo caso non solo corresponsabili ma “agiti” dalla mela, cioè dal principio della conoscenza.
A fianco, Vincenzo Cabiati si occupa invece del serpente, presente qui sotto forma di appendice del basso elettrico (modellato però in ceramica) di D’Arcy, bassista degli Smashing Pumpkins, un gruppo di Chicago molto popolare negli anni Novanta. Personaggio efebico e androgino, l’artista americana è un’ esponente del dark elegante che caratterizza una certa musica contemporanea.
Il serpente-D’Arcy, modellato da Cabiati per il basso-opera, ha il volto della musicista, la quale appare come il “doppio” del suo strumento ed evoca un’immagine tra il fiabesco e il mitologico.
Infine Mario Bottinelli Montandon utilizza la tecnica a lui consueta della simulazione fotografica per presentare due visioni dell’ultimo giorno (Last Day on Earth) ambientate sul lago di Como e sul Promontorio di Portofino, lievemente fuori fuoco e in una luce di tramonto dalla consistenza però, a ben guardare, artificiale, inquietante. È l’arrivo della manifestazione che si coglie infatti nel volto appena percettibile fra le forme ingannevoli delle nuvole. Non si tratta di un volto qualsiasi ma del volto santo, che l’artista ha liberamente interpretato basandosi su fonti iconografiche della tradizione acheropita (non dipinta da mano umana). Strettamente innervata nella devozione del cristianesimo occidentale e orientale, l’acheropita è l’immagine del volto di Gesù, e con tale consapevolezza viene inserita da Bottinelli Montandon in un paesaggio da cartolina che è scenario dell’ “ultimo giorno sulla terra”: quasi fosse l’atto finale di un percorso millenario che riguarda non solo la storia dell’arte e la religione, ma l’universo in senso stretto.
La mostra sarà, come sempre, accompagnata da un catalogo, edito da Milly Pozzi Arte Contemporanea, con la riproduzione di tutte le opere esposte, testo critico della curatrice e di Marco Pierini, storico dell’arte, direttore del Palazzo delle Papesse a Siena. Seguono altri testi del filosofo Roberto Limonta, del critico musicale Massimo Marchini e del sacerdote Ernesto Zucchini.
Curricula
Mario Bottinelli Montandon
Nato a Busto Arsizio (VA) nel 1966, vive e lavora a Como. Sposato, con tre figli.
Diploma di maturità classica (a.s. 1984/85) – Liceo Classico del Collegio Gallio, Como.
Diploma in Ricerche Pittoriche (a.a. 1988/89) – Nuova Accademia di Belle Arti, Milano, con una tesi su Joseph Beuys.
Dal 1990 espone, in Italia e all’estero, all’interno di mostre personali e collettive. Si ricorda in particolare la videoinstallazione tenuta nel 2001 al Centro per l’Arte contemporanea “Pecci” di Prato, l’ opera ambientale Casacielo (2002) documentata dalla rivista “Abitare” con un ampio servizio monografico, la personale THE WAR IS OVER, presso la Galleria Milly Pozzi Arte (Como, 2005), ancora in corso, SITIO, installazione concepita per Il Luogo della Natura, Servizi e Magazzini della Piantagione Paradise (Bolognano –PE, 2006), a cura di Antonio d’Avossa.
Tra le rassegne internazionali: Blut & Honig-Zukunft Ist Am Balkan, a cura di H. Szeemann (Klosterneuburg/Vienna, 2003) Self-portrait (Istanbul, 2002/03) All design (Zurigo, 2001)
6 Ars Aevi Rendez-Vous (Sarajevo, 2001) VIII Biennale Internazionale di Fotografia (Torino, 1999) lX Biennale d’Arte Sacra di S. Gabriele (2002) XXII Biennale di Scultura (Gubbio, 1994) Sommeratelier (Hannover, 1990) Proxima 1/2/3 (Strasburgo, Berlino, Zurigo – 1992/94/95) Finché c’è morte c’è speranza (Trevi Flash Art Museum, 1999)
Monografie:
THE WAR IS OVER- Mario Bottinelli Montandon, testo critico di Martina Corgnati, Galleria Milly Pozzi Arte Contemporanea, 2005
Family - Mario Bottinelli Montandon, testo critico di Bettina Della Casa, Galleria Zaion, Biella, 2003
VIA REMOTIONIS - Mario Bottinelli Montandon, di Lucrezia De Domizio Durini, Edizioni Charta, Milano, 1999
NOWHERE - Mario Bottinelli Montandon, di Lucrezia De Domizio Durini, Edizioni Carte Segrete, Roma, 1993
Mario Bottinelli Montandon, testo critico di Antonio d'Avossa, Bellreguard, 1993.
Vincenzo Cabiati
Vincenzo Cabiati è nato a Vado (SV).
E' il figlio di un apprezzato, anche se non molto famoso, pittore appartenente all'ambito definito
"Socialismo reale", Achille, che morì quando egli aveva solo otto anni.
Negli anni' '80 si trasferisce a Milano, dove ancora vive. Ha uno stile particolare, utilizza
diversi Media, la fotografia, video, ceramica, bronzo, cera, installazioni di diversi media.
Ha lavorato con amici/artisti come Amedeo Martegani, Liliana Moro e, specialmente, il fotografo
Armin Linke, con il quale ha prodotto strisce, spesso in forma di libro, di lavori originali e
provocatori.
Dal 1986 espone, in Italia e all’estero, all’interno di mostre personali e collettive. Si ricorda in
particolare:
Solo shows: "Romantico Terragni", e/static (Torino, 2005) ; "L'ascesa al potere di Luigi XIV",
Villa Pennone (Savona, 2002) ; (con Amedeo Martegani) Galleria Emilio Mazzoli, Modena (1999)
; con Liliana Moro) Galleria Scognamiglio e Teano, Napoli (1997) ; "Esproprio", Studio Marconi,
Milano (1991) ; "Femminea", Studio Marconi, Milano (1989).
Group shows : "Senza confine", Galleria Continua, San Gimignano."Prima della prima", Casa
Alpegiani, Torino. "Altri fantasmi", a cura di M. Kaufmann, N. Mangione, L. Carcano, Torino
(2005) ; "Questi fantasmi", a cura di M. Kaufmann, Galleria 1000eventi, Milano. "Le Opere e i
Giorni: Vanitas" (con Liliana Moro), a cura di A.B Oliva, Certosa di San Lorenzo, Padula.
“Polvere nell’arte”, a cura di E. Grazioli, AssabOne, Milano (2004) ; "II Biennale Internazionale
della ceramica", a cura di R.Costantini and T.Casapietra, Savona. "Cover Theory", a cura di
M.Senaldi, Officina della Luce, Piacenza (2003).
Bibliografia /stampa
I-D magazine,"learn and pass it on", Londra. Spoon, vol.9 Kino Glaz, Londra. Batofar, Parigi
(2002) ; "ITALIA due", in Riga n. 17, a cura di M. Belpoliti e E. Grazioli, ed. Marcos y Marcos
Milano (2000) ; Richard Leydier, "Stanze : exercices de distanciacion", in artpress, Parigi.
Veronique Bouruet-Aubertot, "Variations sur un air italien", in Beaux Arts, Parigi. Philippe
Réiniér, "Pièces de musée", in Le Journal Des Arts, Parigi (1998) ; "Vincenzo Cabiati Liliana
Moro", S. Barucco, in Flash Art n. 206, Milano (1997).
Luca Scarabelli
Nato a Tradate (Varese) nel 1965. Vive a Locate Varesino (CO).
L’opera di Luca Scarabelli si sviluppa a partire da problematiche che indagano la dimensione e il senso del colore, le convenzioni e la retorica del fare pittura. La sua ricerca è un dialogo continuo tra le forme della fotografia, della pittura e dell’installazione oggettuale. In più occasioni l’interesse per l’operatività degli artisti lo ha portato a collaborazioni e a confrontarsi con il sistema dell’arte come organizzatore di mostre e di iniziative editoriali, tra cui il quaderno “Vegetali Ignoti”, realizzato con Riccardo Paracchini, dedicato alla lettura, esplorazione e in generale ai rumori dell’arte contemporanea. Dal 1998 collabora con la rivista d’arte contemporanea Juliet, Trieste.
Ha esposto in diverse mostre personali, esordendo da Care Of, Cusano M. (Mi), nel 1990.
Tra le altre: Galleria Casati, Bergamo, 1991. Galleria ERHA, Milano, 1993. Galleria Maria Cilena, Milano, 1995. Fondazione Torre Colombera, 1996. Galleria Leopardi V-Idea, Genova, 1996. Juliet, Trieste, 1999. Chiostro di Voltorre, Gavirate, 2000. Galleria Martano, Torino, 2000. AMSTE Contemporary art, Lissone, 2003 e 2006.
E’ presente nel volume “Nuova Scena”, Ed Giorgio Mondadori, 1995, a cura di Luca Beatrice.
Monografie:
Luca Scarabelli, Ed Galleria Erha, Milano, testo di Marco Meneguzzo, 1993.
Dove cammini, Galleria Maria cilena, Milano ,1995.
Luca Scarabelli, Ed.Torre Colombera, testo di Bettina Della Casa, 1996.
Luca Scarabelli, Ed. La crocetta, Gallarate, testo di Maurizio Medaglia, 1998.
Luca Scarabelli, Ed Galleria Martano, Torino, 2000
Eden, “paradiso terrestre” in ebraico adottato ampiamente nella tradizione cristiana, è parola complicata da un utilizzo sempre più generico che lo rende “luogo di piacere e di delizie. Una parola che evoca risonanze quanto mai varie e produce associazioni complesse. Ultimo luogo fisico, dove il corpo ancora convive con l’anima, ultima tappa del Purgatorio dantesco, prima del volo verso le sfere concentriche della Terza Cantica.
Consapevoli dell’ambiguità semantica del termine Eden, Luca Scarabelli, Vincenzo Cabiati e Mario Bottinelli Montandon individuano tuttavia proprio in questa parola un possibile trait d’union che qualifichi e distingua la loro ricerca. I tre artisti italiani intendono infatti rivalutare – ciascuno dal proprio punto di vista espressivo e valoriale – l’elemento recondito, ineffabile che la parola Eden continua a portare in sé. Essi si sono trovati accomunati nella ricerca di un’atmosfera rarefatta, cristallina, in cui alla visione quasi inebriata si rivelasse uno spazio insolito, anche fantastico, comunque non contaminato. dal tempo frenetico di tutti i giorni.
In questa sospensione del tempo i tre artisti immaginano l’inizio e la fine della storia – di tutte le possibile storie – e creano immagini in cui la natura, i simboli e le forme ripropongono allo spettatore l’eterno tema del “cosa c’è oltre?”
Luca Scarabelli presenta un’immagine fotografica, ripetuta due volte ma posta in posizione irregolare rispetto agli occhi dello spettatore, di un particolare di bosco, che assume la funzione di “luogo dell’Eden”, teatro colto, in cui la visione del “bosco sacro” è suscettibile di improvvisi bagliori. L’artista ha pensato al giardino come luogo di passaggio , confine fra natura e spirito, e l’ha costellato di adesivi argentati rotondi, dalla potenza visiva quasi optical. La mela è qui il protagonista del giardino, le cui diverse combinazioni distinguono l’uomo dalla donna primordiale, in questo caso non solo corresponsabili ma “agiti” dalla mela, cioè dal principio della conoscenza.
A fianco, Vincenzo Cabiati si occupa invece del serpente, presente qui sotto forma di appendice del basso elettrico (modellato però in ceramica) di D’Arcy, bassista degli Smashing Pumpkins, un gruppo di Chicago molto popolare negli anni Novanta. Personaggio efebico e androgino, l’artista americana è un’ esponente del dark elegante che caratterizza una certa musica contemporanea.
Il serpente-D’Arcy, modellato da Cabiati per il basso-opera, ha il volto della musicista, la quale appare come il “doppio” del suo strumento ed evoca un’immagine tra il fiabesco e il mitologico.
Infine Mario Bottinelli Montandon utilizza la tecnica a lui consueta della simulazione fotografica per presentare due visioni dell’ultimo giorno (Last Day on Earth) ambientate sul lago di Como e sul Promontorio di Portofino, lievemente fuori fuoco e in una luce di tramonto dalla consistenza però, a ben guardare, artificiale, inquietante. È l’arrivo della manifestazione che si coglie infatti nel volto appena percettibile fra le forme ingannevoli delle nuvole. Non si tratta di un volto qualsiasi ma del volto santo, che l’artista ha liberamente interpretato basandosi su fonti iconografiche della tradizione acheropita (non dipinta da mano umana). Strettamente innervata nella devozione del cristianesimo occidentale e orientale, l’acheropita è l’immagine del volto di Gesù, e con tale consapevolezza viene inserita da Bottinelli Montandon in un paesaggio da cartolina che è scenario dell’ “ultimo giorno sulla terra”: quasi fosse l’atto finale di un percorso millenario che riguarda non solo la storia dell’arte e la religione, ma l’universo in senso stretto.
La mostra sarà, come sempre, accompagnata da un catalogo, edito da Milly Pozzi Arte Contemporanea, con la riproduzione di tutte le opere esposte, testo critico della curatrice e di Marco Pierini, storico dell’arte, direttore del Palazzo delle Papesse a Siena. Seguono altri testi del filosofo Roberto Limonta, del critico musicale Massimo Marchini e del sacerdote Ernesto Zucchini.
Curricula
Mario Bottinelli Montandon
Nato a Busto Arsizio (VA) nel 1966, vive e lavora a Como. Sposato, con tre figli.
Diploma di maturità classica (a.s. 1984/85) – Liceo Classico del Collegio Gallio, Como.
Diploma in Ricerche Pittoriche (a.a. 1988/89) – Nuova Accademia di Belle Arti, Milano, con una tesi su Joseph Beuys.
Dal 1990 espone, in Italia e all’estero, all’interno di mostre personali e collettive. Si ricorda in particolare la videoinstallazione tenuta nel 2001 al Centro per l’Arte contemporanea “Pecci” di Prato, l’ opera ambientale Casacielo (2002) documentata dalla rivista “Abitare” con un ampio servizio monografico, la personale THE WAR IS OVER, presso la Galleria Milly Pozzi Arte (Como, 2005), ancora in corso, SITIO, installazione concepita per Il Luogo della Natura, Servizi e Magazzini della Piantagione Paradise (Bolognano –PE, 2006), a cura di Antonio d’Avossa.
Tra le rassegne internazionali: Blut & Honig-Zukunft Ist Am Balkan, a cura di H. Szeemann (Klosterneuburg/Vienna, 2003) Self-portrait (Istanbul, 2002/03) All design (Zurigo, 2001)
6 Ars Aevi Rendez-Vous (Sarajevo, 2001) VIII Biennale Internazionale di Fotografia (Torino, 1999) lX Biennale d’Arte Sacra di S. Gabriele (2002) XXII Biennale di Scultura (Gubbio, 1994) Sommeratelier (Hannover, 1990) Proxima 1/2/3 (Strasburgo, Berlino, Zurigo – 1992/94/95) Finché c’è morte c’è speranza (Trevi Flash Art Museum, 1999)
Monografie:
THE WAR IS OVER- Mario Bottinelli Montandon, testo critico di Martina Corgnati, Galleria Milly Pozzi Arte Contemporanea, 2005
Family - Mario Bottinelli Montandon, testo critico di Bettina Della Casa, Galleria Zaion, Biella, 2003
VIA REMOTIONIS - Mario Bottinelli Montandon, di Lucrezia De Domizio Durini, Edizioni Charta, Milano, 1999
NOWHERE - Mario Bottinelli Montandon, di Lucrezia De Domizio Durini, Edizioni Carte Segrete, Roma, 1993
Mario Bottinelli Montandon, testo critico di Antonio d'Avossa, Bellreguard, 1993.
Vincenzo Cabiati
Vincenzo Cabiati è nato a Vado (SV).
E' il figlio di un apprezzato, anche se non molto famoso, pittore appartenente all'ambito definito
"Socialismo reale", Achille, che morì quando egli aveva solo otto anni.
Negli anni' '80 si trasferisce a Milano, dove ancora vive. Ha uno stile particolare, utilizza
diversi Media, la fotografia, video, ceramica, bronzo, cera, installazioni di diversi media.
Ha lavorato con amici/artisti come Amedeo Martegani, Liliana Moro e, specialmente, il fotografo
Armin Linke, con il quale ha prodotto strisce, spesso in forma di libro, di lavori originali e
provocatori.
Dal 1986 espone, in Italia e all’estero, all’interno di mostre personali e collettive. Si ricorda in
particolare:
Solo shows: "Romantico Terragni", e/static (Torino, 2005) ; "L'ascesa al potere di Luigi XIV",
Villa Pennone (Savona, 2002) ; (con Amedeo Martegani) Galleria Emilio Mazzoli, Modena (1999)
; con Liliana Moro) Galleria Scognamiglio e Teano, Napoli (1997) ; "Esproprio", Studio Marconi,
Milano (1991) ; "Femminea", Studio Marconi, Milano (1989).
Group shows : "Senza confine", Galleria Continua, San Gimignano."Prima della prima", Casa
Alpegiani, Torino. "Altri fantasmi", a cura di M. Kaufmann, N. Mangione, L. Carcano, Torino
(2005) ; "Questi fantasmi", a cura di M. Kaufmann, Galleria 1000eventi, Milano. "Le Opere e i
Giorni: Vanitas" (con Liliana Moro), a cura di A.B Oliva, Certosa di San Lorenzo, Padula.
“Polvere nell’arte”, a cura di E. Grazioli, AssabOne, Milano (2004) ; "II Biennale Internazionale
della ceramica", a cura di R.Costantini and T.Casapietra, Savona. "Cover Theory", a cura di
M.Senaldi, Officina della Luce, Piacenza (2003).
Bibliografia /stampa
I-D magazine,"learn and pass it on", Londra. Spoon, vol.9 Kino Glaz, Londra. Batofar, Parigi
(2002) ; "ITALIA due", in Riga n. 17, a cura di M. Belpoliti e E. Grazioli, ed. Marcos y Marcos
Milano (2000) ; Richard Leydier, "Stanze : exercices de distanciacion", in artpress, Parigi.
Veronique Bouruet-Aubertot, "Variations sur un air italien", in Beaux Arts, Parigi. Philippe
Réiniér, "Pièces de musée", in Le Journal Des Arts, Parigi (1998) ; "Vincenzo Cabiati Liliana
Moro", S. Barucco, in Flash Art n. 206, Milano (1997).
Luca Scarabelli
Nato a Tradate (Varese) nel 1965. Vive a Locate Varesino (CO).
L’opera di Luca Scarabelli si sviluppa a partire da problematiche che indagano la dimensione e il senso del colore, le convenzioni e la retorica del fare pittura. La sua ricerca è un dialogo continuo tra le forme della fotografia, della pittura e dell’installazione oggettuale. In più occasioni l’interesse per l’operatività degli artisti lo ha portato a collaborazioni e a confrontarsi con il sistema dell’arte come organizzatore di mostre e di iniziative editoriali, tra cui il quaderno “Vegetali Ignoti”, realizzato con Riccardo Paracchini, dedicato alla lettura, esplorazione e in generale ai rumori dell’arte contemporanea. Dal 1998 collabora con la rivista d’arte contemporanea Juliet, Trieste.
Ha esposto in diverse mostre personali, esordendo da Care Of, Cusano M. (Mi), nel 1990.
Tra le altre: Galleria Casati, Bergamo, 1991. Galleria ERHA, Milano, 1993. Galleria Maria Cilena, Milano, 1995. Fondazione Torre Colombera, 1996. Galleria Leopardi V-Idea, Genova, 1996. Juliet, Trieste, 1999. Chiostro di Voltorre, Gavirate, 2000. Galleria Martano, Torino, 2000. AMSTE Contemporary art, Lissone, 2003 e 2006.
E’ presente nel volume “Nuova Scena”, Ed Giorgio Mondadori, 1995, a cura di Luca Beatrice.
Monografie:
Luca Scarabelli, Ed Galleria Erha, Milano, testo di Marco Meneguzzo, 1993.
Dove cammini, Galleria Maria cilena, Milano ,1995.
Luca Scarabelli, Ed.Torre Colombera, testo di Bettina Della Casa, 1996.
Luca Scarabelli, Ed. La crocetta, Gallarate, testo di Maurizio Medaglia, 1998.
Luca Scarabelli, Ed Galleria Martano, Torino, 2000
27
ottobre 2006
Eden
Dal 27 ottobre al 25 novembre 2006
arte contemporanea
Location
MILLY POZZI ARTE CONTEMPORANEA
Como, Via Giuseppe Parini, 18, (Como)
Como, Via Giuseppe Parini, 18, (Como)
Orario di apertura
martedì-sabato ore 15-19; tutte le mattine su appuntamento
Vernissage
27 Ottobre 2006, ore 19
Autore
Curatore