Oggi astrofili e amanti del cielo hanno a disposizione precisissimi atlanti da consultare e su cui seguire i fenomeni di loro interesse.
A dirla tutta, si può avere anche di più: mediante la compilazione di un modulo, che permette di scegliere la località, la data e l’ora dell’osservatore, si ottiene, in pochi secondi e sotto forma di file pronto per la stampa, una mappa del cielo personalizzata grazie ad un servizio offerto dall’Osservatorio Mt. Wilson (uno dei più prestigiosi al mondo).
Ma a che cosa si affidava un uomo del XVII secolo?
Dal 19 settembre al 7 ottobre 2006, la Galleria Valeria Bella esporrà ventidue bellissime carte celesti (su ventinove), fra l’altro di notevole impatto decorativo e di grande formato, appartenenti all’eccezionale opera di Andreas Cellarius (1656-1702), celebre matematico e geografo di origini tedesche, Rettore della Scuola Latina di Hoorn in Olanda.
L’importanza dell’Atlante di Cellarius, Harmonia Macrocosmica, pubblicato ad Amsterdam nel 1661, è dovuta al fatto che esso si propose come compendio di tutte le teorie astronomiche elaborate sino a quel momento. Vennero descritti infatti il sistema tolemaico, quello copernicano, quello di Tycho Brahe, sino a includere la recente opera dell’astronomo gesuita Julius Shiller, pubblicata ad Augusta nel 1627.
Questo lavoro straordinario costituì l’unico atlante di riferimento in materia sino al XIX secolo in Olanda.
La sua fortuna, immediata e perdurante nei secoli, è rappresentata dal forte contenuto estetico utilizzato per la raffigurazione di alcune tavole, che, sebbene stampate solo in nero, vennero riprese e colorate a mano da diversi artisti, tanto che le biblioteche europee e americane che possiedono un Cellarius dipinto hanno delle vere e proprie opere uniche.

Un esemplare di questo atlante spettacolare è presente (mancante di alcune tavole) alla Biblioteca Braidense di Milano.