L’esposizione “Conosci la terra dove fioriscono i limoni?”, organizzata dall’Amministrazione Comunale di Calcinaia (Pisa) di concerto con l’Archivio artistico-documentario Gierut, intitolato dal 2005 a Marta Gierut, è inserita tra le varie iniziative per ricordare tale giovane artista toscana prematuramente scomparsa, per cui – già nel mese di febbraio 2006 – il Comune di Pietrasanta (Lucca) aveva già fatto erigere un’opera monumentale marmorea in frazione Marina di Pietrasanta, tratta – tramite ingrandimento – da una sua scultura intitolata “Il volto e la maschera”.

La mostra – che trae titolo da una frase dello scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe – ha fini culturali e la presenza stessa di ciascun artista potrà in tal modo contribuire alla messa in essere di momenti aggregativi e di dialogo, non solo all’interno del gruppo, ma anche di altri, esterni, composti dal pubblico che s’avvicina ai lavori in maniera diretta o indiretta.

Il ‘limone’ propaga una simbologia di luce data dal colore giallo; quel ‘giallo’ il quale, come ha scritto Max Lüscher “... corrisponde al caldo piacevole del sole, all’alone attorno al sacro calice, allo spirito felice ed alla felicità. La sua percezione sensoria è acutezza, il suo contenuto emotivo è il volo dell’animo pieno di speranza e di ottimismo”. E’ ovvio che il ‘tema’ è diverso di caso in caso, interpretato con liberi accostamenti. Il fine propositivo è quello di lanciare e lasciare un messaggio artisticamente e moralmente positivo.

Non è certamente casuale che l’esposizione si tenga presso l’antica Torre degli Upezzinghi: la ‘Torre’ riveste, infatti, il simbolo non tanto del luogo di rifugio, bensì l’elemento in cui gli amanti dell’arte trovano parte di quegli artisti i quali credono nel proprio lavoro come un vero e proprio messaggio di continuazione. La vita, l’operosità e la luce si fondono, definendo pienamente ogni opera.

Pensiamo al limone, frutto dai due volti, quando è all’apice della maturazione. Il suo giallo-luce è stupendo: l’esterno ha ‘sapore’ mediterraneo, lucente e fulgido. Sembra di vedere l’artista sorridente, ma che spesso ha in sé l’inquietudine della ricerca, e si fa domande cui risponde nel concreto eterno. (Lodovico Gierut).