“Il viaggio di Maria” si ispira alla scelta della cantante sarda Maria Carta di lasciare la sua terra per raggiungere Roma a ventiquattro anni, nel 1958. Questo momento è evocato da un’installazione, inserita alla fine del percorso, nel Museo dedicato all’artista scomparsa nel 94; il suo scialle blu legato ad una valigia bianca . Fili, legami e sempre la stessa valigia bianca, sono una costante delle installazioni di Gianni Polinas, artista che ha respirato la stessa aria di famiglia e dei luoghi d’origine di Maria Carta. In questo caso la valigia legata con dei fili di cotone, evoca il suo attaccamento alla Sardegna , ma anche il viaggio di tanti emigranti sardi, nel secolo appena trascorso , erano legate con lo spago, le loro valige, nell’immaginario comune. Uomini e donne che , affrontavano un viaggio per cercare un futuro migliore, o per inseguire un sogno che, oggi come allora, sembra essere sempre “ altrove”, per molti .

Una scelta, un bivio, che continua a mettere alla prova, la forza e i legami di tanti giovani.

La presenza di Polinas all’interno del Museo è essenziale ma significativa ; due gigantografie accompagnano l’installazione, sintesi di un lavoro più ampio, partito con la rielaborazione digitale su alcune fotografie degli anni 70 di Maria Carta. Ed è proprio quasi un’operazione iconografica , quella intrapresa da Polinas. Un suo modo per omaggiarne carisma e personalità. Rielaborazioni libere, contemporanee che si uniscono alle fotografie originali, presenti permanentemente nel Museo. Operazione che richiama non casualmente quello stesso desiderio di Maria Carta di ricercare, salvare e far rivivere, in chiave contemporanea, tutto ciò che è memoria di un popolo.


“ tutto in lei è sardo, la donna e l’artista che fa eco di sé e del suo popolo”

Gianni Polinas





Livia Mura