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Aghim Muka – Origini: anima mundi
Installazioni, Video, Opere pittoriche
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Miniaci Art Gallery il 12 Ottobre 2006, per la Giornata del contemporaneo, nell’ambito dell’iniziativa promossa da AMACI con il
patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione generale per l'architettura e l'arte contemporanea (DARC), inaugura la
personale di Aghim Muka “ORIGINI: ANIMA MUNDI”, a cura di Alessandro Riva, che rimarrà in esposizione fino al 28 Ottobre 2006.
L’esposizione e il catalogo saranno presentati in galleria il 12 Ottobre, alle ore 19,00, da Alessandro Riva.
Il 14 Ottobre 2006, Giornata del Contemporaneo, dalle ore 19.00 in poi sarà possibile incontrare l’artista e vi sarà una serata dedicata alla tradizione culturale albanese dal titolo Albanian Feeling, con la presenza di personalità del mondo della cultura e della musica albanese.
L’artista albanese Aghim Muka, attraverso l’utilizzo di diversi linguaggi, ripercorre il sentiero che unisce simbolicamente le origini dell’essere umano, l’Anima mundi.
Iniziando questo percorso dalle sue origini albanesi, Muka tesse una ragnatela che intrappola nelle sue maglie visioni di altre civiltà, e narra la sacralità e inviolabilità dell’esistenza dell’uomo.
La tematica delle Origini e dell’Anima mundi, poetica che da sempre contraddistingue la ricerca di Aghim Muka, ancor più ha preso spunto dall’incontro con Anna Oxa, di origine albanese, per cui ha realizzato l’immagine per la copertina del suo ultimo cd musicale, “La musica è niente se tu non hai vissuto”.
Nel quadro Origini che ha realizzato per la Oxa, l’artista si è ispirato alla ricerca di una radice di comune appartenenza a tutti gli esseri umani e il divenire della bellezza e della essenza umana nella sua tragicità.
La personale ORIGINI: ANIMA MUNDI, si articolerà in opere pittoriche, video, installazioni.
Le tele in mostra evocative, struggenti, fanciullesche, pulsanti di emozioni, ricordi, richiami creano un percorso simbolico di un viaggio tra spazio, tempo, culture.
Sono tele di un artista che ragiona in modo diverso come dice di lui Philippe Daverio curatore della LVII Edizione del Premio Michetti 2006, “Laboratorio Italia”, a cui ha invitato Muka nella sezione Bizantini.
Scrive appunto Daverio: “Ragionano in altro modo quelli della riva opposta alla nostra sull’Adriatico perché in mezzo a quel mare che sembra un golfo o forse il prolungamento fluviale dell’estuario del Po, in mezzo a quel mare passa una linea virtuale di demarcazione che separa il Mediterraneo fra oriente e occidente, fra latini e tutta una altra serie di segnali. Sono segnali di Bisanzio, del Medio Oriente o tolemaici, ma sono segnali più lontani ancora. Perché chi guarda il mare dalle coste dell’Albania vede come gli etruschi antichi il sole che cala nell’acqua e lo sente sorgere molto lontano dietro alle spalle, laddove è sorta quella stirpe alla quale apparteniamo tutti noi indoeuropei.”
E per Muka le origini sono importanti, ma non si ferma a quelle, tramite le sue origini scruta, osserva, ricerca quella comune a tutti gli esseri viventi.
A tal proposito scrive Gianluca Marziani: “Densità narrativa, aperture misteriose, cicatrici indelebili, memorie stratificate, bellezza crudele… sono alcune delle principali scoperte che le opere di Aghim Muka propongono allo sguardo recettivo. L’artista, albanese di Fieri, vive da diversi anni a Milano. Appena lo incontri capisci l’importanza delle sue origini, la necessità delle radici forti, la grazia rabbiosa delle attitudini naturali. Oggi rappresenta al meglio la cultura albanese senza che nulla dichiari il legame in modo ideologico. La sua arte ha una dimensione che non si limita a richiami localistici o autoreferenziali, ne ad un falso internazionalismo privo di onestà culturale. Al contrario, incarna la libertà del diario privato che si disvela con generosità e controllo, secondo le necessità etiche che chiedono spazio estetico. Viene da dire, finalmente un artista che non gioca con la retorica del disagio balcanico, che non abusa del degrado sociale per farne una bandiera da biennali e collezionismo snob. Di fatto, Muka distilla il mondo dentro percorsi evocativi ed alchemici, istintivi ma sotto auscultabile controllo. Il lavoro si porta dentro l’accrescimento del viaggio, la scoperta coraggiosa, il moto precario degli spiriti nobilmente nomadi. Opere come pagine di un diario non più “di bordo” ma “sul bordo” delle cose, del vissuto quotidiano, dei sogni speranzosi, della visione morale. Un appuntarsi la vita mentre si cammina tra realtà e geografia mentale, sul confine pericoloso del disvelamento, oltre il limite valicabile della pura bellezza.”
Nel suo viaggio poetico, Muka ci propone oltre alle tele, un video e una installazione.
Il video, dal titolo Pane, vede come protagonista lo scultore Eugenio Zanon, scomparso la scorsa primavera, a cui Muka dedica l’opera stessa.
Nel video, attraverso una narrazione allusiva, si sottolinea l’importanza della semplicità del Pane quotidiano spesso dato per scontato nel corso del ritmo frenetico dei tempi moderni, ma proprio perché quotidiano, forte di una valenza insostituibile, simbolo dell’esistenza stessa, simbolo religioso di riscatto ed elevazione spirituale.
L’installazione, Anima Mundi, rappresenta un Pavone, espressione di bellezza, di libertà, di eleganza della natura, animale fiero e nobile che diviene metafora dell’origine primordiale del mondo.
Filo di ferro, rigido, teso, aggrumato e piume di seta bianca, morbide, impalpabili, sono i materiali che si contrappongono e intersecano indissolubilmente nell’installazione. Ferro come le difficoltà del vivere, seta come l’anima bianca del mondo che abbraccia uomini, creature animali e vegetali, fino ai fili d’erba di un prato.
Siamo sicuri che Muka riuscirà ad emozionare ancora una volta coloro che visiteranno l’esposizione ORIGINI: ANIMA MUNDI, dal 12 al 28 Ottobre 2006, e se si volesse incontrare l’artista è possibile sia il 12 Ottobre, giorno dell’inaugurazione, sia il 14 ottobre, dalle ore 19.00 in poi.
patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione generale per l'architettura e l'arte contemporanea (DARC), inaugura la
personale di Aghim Muka “ORIGINI: ANIMA MUNDI”, a cura di Alessandro Riva, che rimarrà in esposizione fino al 28 Ottobre 2006.
L’esposizione e il catalogo saranno presentati in galleria il 12 Ottobre, alle ore 19,00, da Alessandro Riva.
Il 14 Ottobre 2006, Giornata del Contemporaneo, dalle ore 19.00 in poi sarà possibile incontrare l’artista e vi sarà una serata dedicata alla tradizione culturale albanese dal titolo Albanian Feeling, con la presenza di personalità del mondo della cultura e della musica albanese.
L’artista albanese Aghim Muka, attraverso l’utilizzo di diversi linguaggi, ripercorre il sentiero che unisce simbolicamente le origini dell’essere umano, l’Anima mundi.
Iniziando questo percorso dalle sue origini albanesi, Muka tesse una ragnatela che intrappola nelle sue maglie visioni di altre civiltà, e narra la sacralità e inviolabilità dell’esistenza dell’uomo.
La tematica delle Origini e dell’Anima mundi, poetica che da sempre contraddistingue la ricerca di Aghim Muka, ancor più ha preso spunto dall’incontro con Anna Oxa, di origine albanese, per cui ha realizzato l’immagine per la copertina del suo ultimo cd musicale, “La musica è niente se tu non hai vissuto”.
Nel quadro Origini che ha realizzato per la Oxa, l’artista si è ispirato alla ricerca di una radice di comune appartenenza a tutti gli esseri umani e il divenire della bellezza e della essenza umana nella sua tragicità.
La personale ORIGINI: ANIMA MUNDI, si articolerà in opere pittoriche, video, installazioni.
Le tele in mostra evocative, struggenti, fanciullesche, pulsanti di emozioni, ricordi, richiami creano un percorso simbolico di un viaggio tra spazio, tempo, culture.
Sono tele di un artista che ragiona in modo diverso come dice di lui Philippe Daverio curatore della LVII Edizione del Premio Michetti 2006, “Laboratorio Italia”, a cui ha invitato Muka nella sezione Bizantini.
Scrive appunto Daverio: “Ragionano in altro modo quelli della riva opposta alla nostra sull’Adriatico perché in mezzo a quel mare che sembra un golfo o forse il prolungamento fluviale dell’estuario del Po, in mezzo a quel mare passa una linea virtuale di demarcazione che separa il Mediterraneo fra oriente e occidente, fra latini e tutta una altra serie di segnali. Sono segnali di Bisanzio, del Medio Oriente o tolemaici, ma sono segnali più lontani ancora. Perché chi guarda il mare dalle coste dell’Albania vede come gli etruschi antichi il sole che cala nell’acqua e lo sente sorgere molto lontano dietro alle spalle, laddove è sorta quella stirpe alla quale apparteniamo tutti noi indoeuropei.”
E per Muka le origini sono importanti, ma non si ferma a quelle, tramite le sue origini scruta, osserva, ricerca quella comune a tutti gli esseri viventi.
A tal proposito scrive Gianluca Marziani: “Densità narrativa, aperture misteriose, cicatrici indelebili, memorie stratificate, bellezza crudele… sono alcune delle principali scoperte che le opere di Aghim Muka propongono allo sguardo recettivo. L’artista, albanese di Fieri, vive da diversi anni a Milano. Appena lo incontri capisci l’importanza delle sue origini, la necessità delle radici forti, la grazia rabbiosa delle attitudini naturali. Oggi rappresenta al meglio la cultura albanese senza che nulla dichiari il legame in modo ideologico. La sua arte ha una dimensione che non si limita a richiami localistici o autoreferenziali, ne ad un falso internazionalismo privo di onestà culturale. Al contrario, incarna la libertà del diario privato che si disvela con generosità e controllo, secondo le necessità etiche che chiedono spazio estetico. Viene da dire, finalmente un artista che non gioca con la retorica del disagio balcanico, che non abusa del degrado sociale per farne una bandiera da biennali e collezionismo snob. Di fatto, Muka distilla il mondo dentro percorsi evocativi ed alchemici, istintivi ma sotto auscultabile controllo. Il lavoro si porta dentro l’accrescimento del viaggio, la scoperta coraggiosa, il moto precario degli spiriti nobilmente nomadi. Opere come pagine di un diario non più “di bordo” ma “sul bordo” delle cose, del vissuto quotidiano, dei sogni speranzosi, della visione morale. Un appuntarsi la vita mentre si cammina tra realtà e geografia mentale, sul confine pericoloso del disvelamento, oltre il limite valicabile della pura bellezza.”
Nel suo viaggio poetico, Muka ci propone oltre alle tele, un video e una installazione.
Il video, dal titolo Pane, vede come protagonista lo scultore Eugenio Zanon, scomparso la scorsa primavera, a cui Muka dedica l’opera stessa.
Nel video, attraverso una narrazione allusiva, si sottolinea l’importanza della semplicità del Pane quotidiano spesso dato per scontato nel corso del ritmo frenetico dei tempi moderni, ma proprio perché quotidiano, forte di una valenza insostituibile, simbolo dell’esistenza stessa, simbolo religioso di riscatto ed elevazione spirituale.
L’installazione, Anima Mundi, rappresenta un Pavone, espressione di bellezza, di libertà, di eleganza della natura, animale fiero e nobile che diviene metafora dell’origine primordiale del mondo.
Filo di ferro, rigido, teso, aggrumato e piume di seta bianca, morbide, impalpabili, sono i materiali che si contrappongono e intersecano indissolubilmente nell’installazione. Ferro come le difficoltà del vivere, seta come l’anima bianca del mondo che abbraccia uomini, creature animali e vegetali, fino ai fili d’erba di un prato.
Siamo sicuri che Muka riuscirà ad emozionare ancora una volta coloro che visiteranno l’esposizione ORIGINI: ANIMA MUNDI, dal 12 al 28 Ottobre 2006, e se si volesse incontrare l’artista è possibile sia il 12 Ottobre, giorno dell’inaugurazione, sia il 14 ottobre, dalle ore 19.00 in poi.
12
ottobre 2006
Aghim Muka – Origini: anima mundi
Dal 12 al 28 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
MINIACI ART GALLERY
Milano, Via Brera, 3, (Milano)
Milano, Via Brera, 3, (Milano)
Orario di apertura
tutti i giorni 11-19 e su appuntamento
Vernissage
12 Ottobre 2006, ore 19
Ufficio stampa
CRISALIS ARTNETCOMMUNICATION
Autore