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Giorgio Laveri – Sala giochi
In galleria saranno presentate una trentina di opere in ceramica selezionate da Riccardo Zelatore create appositamente per l’evento
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sarà inaugurata il giorno 7 Ottobre, alle ore 18.00, nelle sale della galleria Rossovermiglio in Via Palestro 4/E in Padova, la mostra Giorgio Laveri. SALA GIOCHI.
In galleria saranno presentate una trentina di opere in ceramica selezionate da Riccardo Zelatore create appositamente per l’evento.
Gli accenti cromatici, le qualità compositive e gli elementi plastici presenti nella ricerca di Giorgio Laveri hanno trovato una particolare enfasi attraverso il mezzo ceramico a testimonianza di come quest'ultimo possa arricchire e rinnovare le potenzialità creative di ogni singola identità artistica. Rinforzata dalle decisive impronte lasciate dai ready-made di Duchamp, dai combines di Rauschenberg, dalle composizioni di Rosenquist, da certe esecuzioni reclamistiche di Oldenburg ma anche dalle scelte espressive dei nouveaux realistes, l'opera di Giorgio Laveri, esperto conoscitore dell'arte ceramica, induce a pesare la evidente discrepanza fra il consumismo più spietato e la passione con cui l'uomo si lega agli oggetti, fra l'azzeramento dei significati e il bisogno emotivo di forma e oggettualità, fra tendenza all'abbandono e necessità di recupero.
Nelle avanguardie del primo '900, nella modernità e nella contemporaneità l'oggetto di uso comune ed in particolare desueto, assume spesso un ruolo protagonista rivestendo funzioni simboliche ed evocando significati sempre più complessi. Duchamp a suo tempo aveva affermato che ci sono più fantasia e vitalità in un oggetto qualsiasi, prodotto dalle nostre fabbriche, di quante ne possano essere raffigurate da un pittore o simboleggiate da uno scultore nella loro pretesa rivolta contro quelle forme esteriori.
L'esibizione materiale dell'oggetto diventa quindi sollecitazione a nuove formulazioni di pensiero. Oggetti defunzionalizzati, obsoleti, anche rotti che l'artista savonese cerca, sceglie, recupera, isola dal loro contesto e sottopone a mutamento: adatta, sfrangia, assembla, ingigantisce. Egli attribuisce loro un significato più alto di unificazione non come espressione figurata, non come simbolo, non come rappresentazione, ma come presentazione di se stessa in quanto idea ed estensione attraverso cui l'oggetto è reso percepibile con tutti i sensi e riesce colpire in maniera diretta ed immediata l'immaginazione dello spettatore.
Il riutilizzo di oggetti usati, la rivalutazione degli scarti, il recupero di relitti sono fenomeni da osservare come il bisogno umano da un lato di andare contro il tempo, di testimoniarlo, di impadronirsene per consegnarlo al futuro, dall'altro di ripensare lo spazio, di reinventarsi un non luogo sempre nuovo. Come ha scritto Luciano Caprile "… qui prevale non lo splendore suggestivo ed evocativo dell’oggetto ma la sua deformazione ed eliminazione dopo l’uso. Non siamo dunque più di fronte all’elogio del consumismo ma neppure al riscatto dada dello scarto capace di reinventare l’arte. La scultura di Laveri rappresenta quello che è magari in una forma distillata, magari sublimata dalla grazia della ceramica: oggi noi siamo quello che consumiamo e l’artista savonese ce lo dimostra".
Un'intenzione culturale e comunicativa dunque che trasforma l'oggetto comune in simbolo, ammaliante visione del presente in cui premono le tracce del passato. Le opere di Laveri vogliono parlare della realtà, del mondo contemporaneo, delle forme che lo contraddistinguono e dei colori che lo dominano. Con la serie di opere denominate Truka, l'artista prosegue una via già intrapresa nella sua libera e personale ricerca nell'uso della ceramica: in piena sintonia con il suo mondo poetico, egli fonda i suoi lavori sul referente cine-fotografico trasformando in questo caso comuni rossetti, metafora del trucco di scena, in ironici monumenti a se stessi.
Riccardo Zelatore
La mostra sarà corredata di catalogo curato da Michela Zilio per documentare tutti i lavori in mostra.
In galleria saranno presentate una trentina di opere in ceramica selezionate da Riccardo Zelatore create appositamente per l’evento.
Gli accenti cromatici, le qualità compositive e gli elementi plastici presenti nella ricerca di Giorgio Laveri hanno trovato una particolare enfasi attraverso il mezzo ceramico a testimonianza di come quest'ultimo possa arricchire e rinnovare le potenzialità creative di ogni singola identità artistica. Rinforzata dalle decisive impronte lasciate dai ready-made di Duchamp, dai combines di Rauschenberg, dalle composizioni di Rosenquist, da certe esecuzioni reclamistiche di Oldenburg ma anche dalle scelte espressive dei nouveaux realistes, l'opera di Giorgio Laveri, esperto conoscitore dell'arte ceramica, induce a pesare la evidente discrepanza fra il consumismo più spietato e la passione con cui l'uomo si lega agli oggetti, fra l'azzeramento dei significati e il bisogno emotivo di forma e oggettualità, fra tendenza all'abbandono e necessità di recupero.
Nelle avanguardie del primo '900, nella modernità e nella contemporaneità l'oggetto di uso comune ed in particolare desueto, assume spesso un ruolo protagonista rivestendo funzioni simboliche ed evocando significati sempre più complessi. Duchamp a suo tempo aveva affermato che ci sono più fantasia e vitalità in un oggetto qualsiasi, prodotto dalle nostre fabbriche, di quante ne possano essere raffigurate da un pittore o simboleggiate da uno scultore nella loro pretesa rivolta contro quelle forme esteriori.
L'esibizione materiale dell'oggetto diventa quindi sollecitazione a nuove formulazioni di pensiero. Oggetti defunzionalizzati, obsoleti, anche rotti che l'artista savonese cerca, sceglie, recupera, isola dal loro contesto e sottopone a mutamento: adatta, sfrangia, assembla, ingigantisce. Egli attribuisce loro un significato più alto di unificazione non come espressione figurata, non come simbolo, non come rappresentazione, ma come presentazione di se stessa in quanto idea ed estensione attraverso cui l'oggetto è reso percepibile con tutti i sensi e riesce colpire in maniera diretta ed immediata l'immaginazione dello spettatore.
Il riutilizzo di oggetti usati, la rivalutazione degli scarti, il recupero di relitti sono fenomeni da osservare come il bisogno umano da un lato di andare contro il tempo, di testimoniarlo, di impadronirsene per consegnarlo al futuro, dall'altro di ripensare lo spazio, di reinventarsi un non luogo sempre nuovo. Come ha scritto Luciano Caprile "… qui prevale non lo splendore suggestivo ed evocativo dell’oggetto ma la sua deformazione ed eliminazione dopo l’uso. Non siamo dunque più di fronte all’elogio del consumismo ma neppure al riscatto dada dello scarto capace di reinventare l’arte. La scultura di Laveri rappresenta quello che è magari in una forma distillata, magari sublimata dalla grazia della ceramica: oggi noi siamo quello che consumiamo e l’artista savonese ce lo dimostra".
Un'intenzione culturale e comunicativa dunque che trasforma l'oggetto comune in simbolo, ammaliante visione del presente in cui premono le tracce del passato. Le opere di Laveri vogliono parlare della realtà, del mondo contemporaneo, delle forme che lo contraddistinguono e dei colori che lo dominano. Con la serie di opere denominate Truka, l'artista prosegue una via già intrapresa nella sua libera e personale ricerca nell'uso della ceramica: in piena sintonia con il suo mondo poetico, egli fonda i suoi lavori sul referente cine-fotografico trasformando in questo caso comuni rossetti, metafora del trucco di scena, in ironici monumenti a se stessi.
Riccardo Zelatore
La mostra sarà corredata di catalogo curato da Michela Zilio per documentare tutti i lavori in mostra.
07
ottobre 2006
Giorgio Laveri – Sala giochi
Dal 07 ottobre al 07 novembre 2006
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
GALLERIA ROSSOVERMIGLIO
Padova, Via Palestro, 4e, (Padova)
Padova, Via Palestro, 4e, (Padova)
Orario di apertura
10:00-13:00; 15:00-19:00 domenica chiuso
Vernissage
7 Ottobre 2006, ore 18
Autore
Curatore