Giovanni Chiaramonte indica nella pittura di Giorgione e Tintoretto l’origine della propria visione e fotografa Venezia sin dalla giovinezza, facendone uno dei soggetti privilegiati della propria opera che si pone come peregrinazione infinita nell’enigma del mondo. In una selezione di 133 immagini scattate a partire dal 1997, questa mostra traccia un inedito racconto visivo, una sorta di diario intimo di un viaggiatore che muove verso questa città dell’Occidente che è porta dell’Oriente, rintracciandovi le figure del proprio destino e i segni, le atmosfere, le ragioni della propria civiltà.

Dal confine tra terra e mare della laguna a Fusina, le immagini di Chiaramonte in modo nuovo e sorprendente mettono di fronte alla forza monumentale delle facciate delle chiese e dei palazzi più famosi, al bagliore della luce sui canali, all’armonia degli interni dove riposano violini e pianoforti, al flusso della folla dai suoi aspetti più amabili a quelli più minacciosi, sino agli inquietanti labirinti delle calli più nascoste.

Suddivise in nove temi che si intrecciano reciprocamente – Monumento, Lavoro In Corso, Acqua, Ponte, Labirinto, Interno, Albero, Specchio, Persona – le fotografie di Chiaramonte riflettono così la vita come contraddizione, e l’uomo come mistero: un enigma contemporaneo che fa di Venezia la città simbolo del viaggio nell’epoca della globalizzazione.