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Leonardo Cemak – S.e.q.u.e.n.z.e.
un percorso attraverso le cinquanta opere
Comunicato stampa
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S.e.q.u.e.n.z.e., un percorso attraverso le cinquanta opere di Cemak. Un’attività, la sua, a tutto tondo che spazia in campi diversi delle arti figurative. Pittura, disegno, illustrazione, vignetta. I suoi lavori si specchiano uno nell’altro. Fino a con-fondersi. Personaggi enigmatici e scenari naturalistici: boschi, ombre, fasci di luce, paesaggi essenziali che stupiscono lo spettatore per l’alone di mistero e brivido che emanano. Immagini si susseguono lungo sequenze silenziose.
Leonardo Cemak coglie la solitudine del suo tempo, in un passato aureo, dai confini tanto vaghi quanto incensati. E la esprime in una suggestiva ricerca cromatica…di solo bianco e nero simboli puri e primi dell’essenzialità. Veri e propri archetipi letterari, costruiti sul motivo fondamentale dell’essere o dell’esistere. Le cinquanta opere di Cemak, sono fotogrammi che pongono l’osservatore al centro di un’atmosfera surreale e inquietante.
La realtà delle tele dell’artista marchigiano, serba, al proprio interno, un mistero, una sorta di arcano che la scienza si sforza invano di scalfire e di cui invece l’arte di Cemak illumina…svela i retroscena dell’esistenza, ricca di allusioni sulla condizione attuale dello spaesamento dell’uomo. Il bosco, il cancello sempre semi-aperto, semi-chiuso, alla vita, fasci di luci, giochi di ombre che caratterizzano i dipinti di Cemak, al di là di qualsiasi misterosofia, sono luoghi in cui perdersi, ma anche trovarsi, o ritrovarsi. Sono luoghi delle apparizioni. Dal tardo Cinquecento questa visione è acuta e godibile, una testimonianza esemplare è il Giardino di Boboli, a Firenze. E’ soprattutto questa caratteristica, del perdersi e del libero arbitrio dell’uomo di volersi ritrovare, o di non volersi cercare che in Cemak esce con tutta la sua energia vibrante.
Gli arabeschi di alberi in rapida successione hanno trame strette e conchiuse, da schiacciare ai margini del dipinto, figure (sia essa l’ologramma della bambina Alice, o la silhoutte inconfondibile dell’omino) costrette ad interrogarsi davanti ai cancelli che aprono all’inquietitudine eterna del bosco e chiudono sul nulla.
Le opere di Cemak, sono appunto sequenze. Un continuum cromatico assoluto (attraverso la giustapposizione di bianco e nero e delle loro sfumature in grigio), ma al contempo anche un unicum (ogni quadro rappresenta un “quadro” unico dell’artista). Un viaggio all’interno di sagome vuote ritagliate, figure di bambine eterne, volti che nascondono ironicamente la propria natura. Un universo familiare spaesato, che evoca che l’anima è in silenzio. Il tempo è immutabile, ma l’uomo vuole davvero cambiare la propria esistenza? Una frecciata, di Cemak, attuale e inquietante.
Il richiamo ad elementi di cultura italiana extrapittorica: il motivo dell’ombra, del gioco stilistico narrativo del bianco e nero, la personalità effimera, il bosco, i cancelli, la natura paesaggistica arcana, fanno pensare al Nessuno e a I giganti della montagna di Pirandello.
Cinquanta quadri in sequenza, dalla misura più piccola di 70 x 100 cm, fino al trittico di 225 x 450 cm. Le tecniche usate da Cemak sono acrilici e chine su tela
Leonardo Cemak coglie la solitudine del suo tempo, in un passato aureo, dai confini tanto vaghi quanto incensati. E la esprime in una suggestiva ricerca cromatica…di solo bianco e nero simboli puri e primi dell’essenzialità. Veri e propri archetipi letterari, costruiti sul motivo fondamentale dell’essere o dell’esistere. Le cinquanta opere di Cemak, sono fotogrammi che pongono l’osservatore al centro di un’atmosfera surreale e inquietante.
La realtà delle tele dell’artista marchigiano, serba, al proprio interno, un mistero, una sorta di arcano che la scienza si sforza invano di scalfire e di cui invece l’arte di Cemak illumina…svela i retroscena dell’esistenza, ricca di allusioni sulla condizione attuale dello spaesamento dell’uomo. Il bosco, il cancello sempre semi-aperto, semi-chiuso, alla vita, fasci di luci, giochi di ombre che caratterizzano i dipinti di Cemak, al di là di qualsiasi misterosofia, sono luoghi in cui perdersi, ma anche trovarsi, o ritrovarsi. Sono luoghi delle apparizioni. Dal tardo Cinquecento questa visione è acuta e godibile, una testimonianza esemplare è il Giardino di Boboli, a Firenze. E’ soprattutto questa caratteristica, del perdersi e del libero arbitrio dell’uomo di volersi ritrovare, o di non volersi cercare che in Cemak esce con tutta la sua energia vibrante.
Gli arabeschi di alberi in rapida successione hanno trame strette e conchiuse, da schiacciare ai margini del dipinto, figure (sia essa l’ologramma della bambina Alice, o la silhoutte inconfondibile dell’omino) costrette ad interrogarsi davanti ai cancelli che aprono all’inquietitudine eterna del bosco e chiudono sul nulla.
Le opere di Cemak, sono appunto sequenze. Un continuum cromatico assoluto (attraverso la giustapposizione di bianco e nero e delle loro sfumature in grigio), ma al contempo anche un unicum (ogni quadro rappresenta un “quadro” unico dell’artista). Un viaggio all’interno di sagome vuote ritagliate, figure di bambine eterne, volti che nascondono ironicamente la propria natura. Un universo familiare spaesato, che evoca che l’anima è in silenzio. Il tempo è immutabile, ma l’uomo vuole davvero cambiare la propria esistenza? Una frecciata, di Cemak, attuale e inquietante.
Il richiamo ad elementi di cultura italiana extrapittorica: il motivo dell’ombra, del gioco stilistico narrativo del bianco e nero, la personalità effimera, il bosco, i cancelli, la natura paesaggistica arcana, fanno pensare al Nessuno e a I giganti della montagna di Pirandello.
Cinquanta quadri in sequenza, dalla misura più piccola di 70 x 100 cm, fino al trittico di 225 x 450 cm. Le tecniche usate da Cemak sono acrilici e chine su tela
14
ottobre 2006
Leonardo Cemak – S.e.q.u.e.n.z.e.
Dal 14 al 30 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA ANTICHI FORNI
Macerata, Piaggia Della Torre, (Macerata)
Macerata, Piaggia Della Torre, (Macerata)
Orario di apertura
ore 17.30-20.30
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