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Adriano Altamira / Franco Vaccari – L’Età dei sogni
una mostra dialogo sul sogno
Comunicato stampa
Segnala l'evento
A una ventina d’anni dalla pubblicazione del loro libro Sogni Traume Reves Dreams (Nuovi Strumenti, Brescia 1985), Adriano Altamira e Franco Vaccari si riuniscono nuovamente in una mostra dialogo sul sogno, intitolata L’Età dei sogni.
Come per gli aborigeni australiani c’è un tempo dei sogni che affianca e completa il ciclo dell’esistenza da svegli, così anche per i nostri due artisti il sogno rappresenta un tipo di evento che svela, spiega e integra aspetti della vita diurna. Al contrario di Man Ray che sosteneva di disegnare perché non si possono fotografare i sogni, entrambi gli artisti sono noti in particolare per i loro lavori fotografici. Così, vent’anni dopo la prima ipotesi di lavoro sul sogno, si ritrovano nella stessa galleria come per tirare le somme di un lavoro che conserva ancora molti elementi di novità, e attorno al quale si sta registrando un risveglio di interesse.
Benché la coincidenza tematica abbia aperto un dialogo fra i due artisti su questo tema, va sottolineato che i rispettivi lavori sul sogno abbiano seguito due strade leggermente divergenti.
Per Franco Vaccari il lavoro sui sogni è nato come un’estensione delle sue Esposizioni in Tempo Reale, una delle quali, la nona ( che ebbe appunto luogo nella Galleria di Piero Cavellini nel 1975) aveva per tema il sogno. Un certo numero di persone erano state invitate a dormire in galleria, e a lasciare, al mattino, una testimonianza dei propri sogni durante la notte. Oltre ai reperti lasciati sul luogo, una documentazione fotografica dello stesso Vaccari illustrava i momenti salienti dell’evento. Una performance simile venne ripetuta a Bologna nel 1977, nell’ambito dell’ ArteFiera (esposizione in Tempo reale n°15). In seguito Vaccari ha ampliato il suo lavoro sul sogno anche rifotografando i disegni di sogni che raccoglieva in una sorta di diario, ingrandendoli e ravvivandoli con interventi a mano per conservare il sapore “caldo” dei manoscritti.
Adriano Altamira lavora sui suoi sogni a partire dal 1980, dopo aver raggiunto una decisione singolare: quella di realizzare alcuni suoi sogni, ricostruendo materialmente oggetti o situazioni viste in sogno. Questa istanza prevede dunque un lavoro in varie fasi: una raccolta di disegni e descrizioni (un archivio di sogni); la riprogettazione di alcuni di essi, scelti fra i più significativi; la registrazione fotografica degli eccitatori psichici (oggetti acquistati a breve distanza dal sogno, o già posseduti dall’autore, in cui Altamira crede di aver riscontrato somiglianze inquietanti col sogno stesso); e infine le foto degli oggetti realizzati. In questo modo un puro evento psichico viene trasformato in un oggetto che occupa uno spazio nella vita reale. La fotografia unifica questi materiali disparati creando una zona franca tra realtà e realtà del sogno.
Come per gli aborigeni australiani c’è un tempo dei sogni che affianca e completa il ciclo dell’esistenza da svegli, così anche per i nostri due artisti il sogno rappresenta un tipo di evento che svela, spiega e integra aspetti della vita diurna. Al contrario di Man Ray che sosteneva di disegnare perché non si possono fotografare i sogni, entrambi gli artisti sono noti in particolare per i loro lavori fotografici. Così, vent’anni dopo la prima ipotesi di lavoro sul sogno, si ritrovano nella stessa galleria come per tirare le somme di un lavoro che conserva ancora molti elementi di novità, e attorno al quale si sta registrando un risveglio di interesse.
Benché la coincidenza tematica abbia aperto un dialogo fra i due artisti su questo tema, va sottolineato che i rispettivi lavori sul sogno abbiano seguito due strade leggermente divergenti.
Per Franco Vaccari il lavoro sui sogni è nato come un’estensione delle sue Esposizioni in Tempo Reale, una delle quali, la nona ( che ebbe appunto luogo nella Galleria di Piero Cavellini nel 1975) aveva per tema il sogno. Un certo numero di persone erano state invitate a dormire in galleria, e a lasciare, al mattino, una testimonianza dei propri sogni durante la notte. Oltre ai reperti lasciati sul luogo, una documentazione fotografica dello stesso Vaccari illustrava i momenti salienti dell’evento. Una performance simile venne ripetuta a Bologna nel 1977, nell’ambito dell’ ArteFiera (esposizione in Tempo reale n°15). In seguito Vaccari ha ampliato il suo lavoro sul sogno anche rifotografando i disegni di sogni che raccoglieva in una sorta di diario, ingrandendoli e ravvivandoli con interventi a mano per conservare il sapore “caldo” dei manoscritti.
Adriano Altamira lavora sui suoi sogni a partire dal 1980, dopo aver raggiunto una decisione singolare: quella di realizzare alcuni suoi sogni, ricostruendo materialmente oggetti o situazioni viste in sogno. Questa istanza prevede dunque un lavoro in varie fasi: una raccolta di disegni e descrizioni (un archivio di sogni); la riprogettazione di alcuni di essi, scelti fra i più significativi; la registrazione fotografica degli eccitatori psichici (oggetti acquistati a breve distanza dal sogno, o già posseduti dall’autore, in cui Altamira crede di aver riscontrato somiglianze inquietanti col sogno stesso); e infine le foto degli oggetti realizzati. In questo modo un puro evento psichico viene trasformato in un oggetto che occupa uno spazio nella vita reale. La fotografia unifica questi materiali disparati creando una zona franca tra realtà e realtà del sogno.
27
ottobre 2006
Adriano Altamira / Franco Vaccari – L’Età dei sogni
Dal 27 ottobre al 22 novembre 2006
arte contemporanea
Location
SHOW ROOM NUOVI STRUMENTI
Brescia, Piazza Tebaldo Brusato, 2, (Brescia)
Brescia, Piazza Tebaldo Brusato, 2, (Brescia)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle ore 15,30 alle ore 19,30
Vernissage
27 Ottobre 2006, ore 18-21
Autore